L’assessore: “appropriatezza, qualità e investimenti. Questi i pilastri del nostro bilancio per la sanità”.
Regione, Conferenza dei Sindaci, Asl 8: il presente e il futuro della sanità aretina al centro dell’incontro, questa mattina, in palazzo comunale.
Il Sindaco Giuseppe Fanfani in apertura dei lavori ha evidenziato come oggi si discuta di sanità in un momento particolarmente difficile. “Dal sistema sanitario può venire un supporto a risolvere i problemi che i cittadini giudicano e sentono prioritari, a cominciare dalla salute. La domanda di servizi socio sanitari è in forte aumento e il servizio pubblico è sentito come bene essenziale”.
Fanfani ha quindi ringraziato la Asl 8 e il Direttore Desideri per il funzionamento della sanità aretina: “una realtà di eccellenza. I cittadini avvertono la qualità del servizio ed i Sindaci apprezzano la qualità delle relazioni che la Direzione Asl è stata capace di attivare con le istituzioni locali”.
Il Direttore generale della Asl 8, Enrico Desideri, ha quindi presentato il presente e il futuro della sanità locale. “Attraversiamo uno dei periodi più complicati in tema di risorse in tutti i settori della Pubblica Amministrazione e la sanità deve fare i conti con un duplice fenomeno: un costante aumento dei costi, a causa della introduzione di nuove e più costose cure, ma anche per effetto delle manovre introdotte con il decreto “salva Italia”e un definanziamento prima mai sperimentato dai sistemi sanitari OCSE e dall' Italia”
Le Aziende sanitarie sono, dunque, chiamate ad affrontare la crisi sapendo bene come deve essere rifuggita la fatale tentazione dei tagli trasversali che determinerebbero in breve tempo un netto peggioramento della stato di salute dei cittadini e, subito dopo, un nuovo catastrofico incremento dei costi.
Il Direttore Desideri ha quindi ricordato come “la Toscana e la Asl di Arezzo abbiano intrapreso, con la programmazione strategica in corso e con il nuovo PSSIR 2012-2015, una strada tesa a ridurre le disuguaglianze nell'accesso alle cure attraverso la medicina d'iniziativa (Chronic Care Model) che affida ai medici di famiglia il nuovo e impegnativo compito di prevenire le ricadute e l'aggravamento dei pazienti cronici, attraverso un approccio proattivo. L'adozione di questo modello, sul 30% della popolazione (ma già oggi si è esteso al 40% dei residenti) ha totalmente annullato le differenze di accesso e probabilmente ridotto i costi della assistenza. Intanto, possiamo dire che la ASL 8 ha osservato, sin dai primi mesi dello scorso anno e per la prima volta dopo decenni di costante incremento (del 5% all'anno), una riduzione del 4% degli accessi ai Pronto Soccorso. Fondamentale è poi sviluppare politiche di rete fra gli ospedali aziendali e di Area Vasta.
Infine alcuni numeri. Il tasso di ospedalizzazione è sceso dal 146 per mille del 2008 al 139 per mille del 2010; diminuiti anche gli accessi al dipartimento emergenza e urgenza che nel 2009 e nel 2010 avevano sfondato quota 145.000, nel 2011 sono scesi ampiamente sotto questa soglia; incrementate sia le Tac che le risonanze magnetiche; decisamente migliorati i conti economici.
Desideri ha anche evidenziato le criticità della Asl 8. Gli accessi al pronto soccorso del San Donato nel 2011 sono stati 66.476, con una quota minima (14%) di permanenze che superano le 4 ore. Nel 75% dei casi il paziente con il codice verde viene preso in carico entro 1 ora. C’è un lieve miglioramento dei tempi di attesa, sia per le prime visite che per risonanze e Tac. Il sistema deve vedere una selezione delle domande di accesso: chi prescrive (e conosce quindi la gravità del problema) deve essere anche quello che prenota.
Infine il piano degli investimenti per il periodo 2012 – 2015. Per Arezzo sono previsti 22 milioni e mezzo di euro (ristrutturazione anello interno, locali preparazione radio farmaco, blocco parto, ristrutturazione sale operatorie, hospice); 5 milioni e mezzo per la Valdichiana (casa salute Foiano e Camucia, progetto aziendale odontoiatria,); 5 milioni e 150mila euro per la Valtiberina (ristrutturazione secondo piano ospedale, elisuperficie); 5 milioni e 250mila per il Casentino (casa salute Ponte a Poppi, parcheggio ospedale); 14 milioni e 900mila euro per il Valdarno (struttura riabilitativa Terranuova, ristrutturazione pronto soccorso, nuova radioterapia).
Negli interventi dei sindaci in rappresentanza delle vallate, oltre ad un generale apprezzamento per il lavoro svolto dall’Azienda nei tre anni alla cui guida è Enrico Desideri, non sono mancate domande e sollecitazioni indirizzate essenzialmente alla Regione. Dal destino delle società della salute, alle liste di attesa, dal futuro dei piccoli ospedali, fino alle garanzie sulle risorse economiche.
“Per noi, adesso, è finalmente chiuso il problema legale per le Società della Salute – ha esordito nel suo intervento Daniela Scaramuccia - e procediamo su questa strada poichè riteniamo fondamentale fare sistema e integrare le risorse con i comuni, specie adesso che le risorse sono diminuite”.
Per quanto riguarda poi il fondo per la non autosufficienza, l’assessore ha ricordato che la Toscana se ne è fatta carico rifinanziando con 80 milioni all’anno (di cui quelli del 2012 a carico della sanità): “so bene che non riusciamo a rispondere a tutti, ma siamo certi che rispondiamo alle famiglie che hanno situazioni più gravi.”
Sulla rete ospedaliera e l’ipotizzata chiusura dei piccoli ospedali, per Scaramuccia “la nostra rete è sicuramente capillare e ci ha consentito di garantire equità e accesso ai servizi che riteniamo fondamentali. Nelle linee per il patto sulla salute c’era stata una proposta per la chiusura degli ospedali sotto 120 post letto. Noi abbiamo detto no! Il problema non è il numero, ma la qualità dei servizi che si fanno dentro. In ogni punto ci deve esser sicurezza, questo è quanto va perseguito. Per restare a parlare di risorse – ha insistito - proprio ieri a Roma ci hanno detto che risorse non ce ne sono. Restano quelle stabilite da Berlusconi, con la previsione di ulteriori ticket dal 2014 per 2 miliardi di euro. Vi dico che se diminuiscono le risorse noi siamo in difficoltà a seguire la nostra politica sanitaria. E se dopo 10 anni dovesse saltare il patto con il governo, ogni regione andrebbe per conto suo, creando forti disuguaglianze nel Paese. Noi abbiamo fatto una scelta di qualità ed equità dei servizi ed abbiamo la responsabilità di dimostrare che il sistema regge. Siamo soggetti – ha dichiarato - a parecchi attacchi al nostro servizio sanitario universale.
Dobbiamo lavorare molto sulla buona gestione delle risorse. A dicembre abbiamo approvato una previsione di bilancio per la sanità, che a parità di risorse si fonda su tre pilastri:
appropriatezza, con una riduzione delle risorse non utilizzate in modo non efficace e non necessarie, ed anzi anche dannose. Sia sulla diagnostica che sulla farmaceutica. nei dispositivi (compresi interventi sui servizi strategici, laboratori, cup, 118, ecc) che non toccano direttamente le prestazioni date ai cittadini.
qualità. riorganizzazione delle rete ospedaliera perchè ci sia sempre il medico giusto al posto giusto
investimenti, un piano importante, sui presidi ospedalieri ma anche sul territorio a partire dalle case della salute. Un piano che con le risorse attuali ci da una prospettiva. Ma se ci sono tagli, signori sindaci, vi dico che dobbiamo ridiscutere. Dobbiamo saper superare due anni che saranno difficili. Le risorse sono in diminuzione. Per Arezzo 10 milioni nel 2012 che sono certa saprete recuperare in un bilancio di 600 milioni e senza incidere sui cittadini”.
In chiusura l’assessore Scaramuccia ha colto una serie di commenti che sono scaturiti dagli interventi degli amministratori locali: “Fa piacere anche sentire complimenti dei sindaci, perchè qui sono stati raggiunti obiettivi condivisi. L’azienda aretina è una azienda solida, i migliori pagatori della Toscana (60 giorni data fattura), risultati importanti nel rapporto medico-paziente. La diminuzione di accessi al pronto soccorso (che si registra in tutta la Toscana in controtendenza con il resto d’Italia) è grazie al lavoro sul territorio. I Nas a febbraio hanno visitato tutti i pronto soccorso della regione senza trovare praticamente nulla. È andata bene – ha proseguito l’assessore – grazie al lavoro svolto sul territorio ed oggi abbiamo una realtà solida sotto i profili sanitario, economico e finanziario, che dovrà affrontare un paio di anni molto difficili. La Toscana ha però tutte le carte in regola per dimostrare che un servizio sanitario universale, pur messo sotto attacco, è in realtà un sistema sostenibile e perseguibile. Esco da questa riunione con una impressione assai positiva, contenta di aver trovato qui un quadro istituzionale in grado di collaborare con noi anche in questi momenti difficili.”