E’ una scoperta destinata a cambiare la storiografia aretina. Ne sono consapevoli gli esperti: Soprintendenza archeologica toscana, Soprintendenza di Arezzo, Università di Firenze. Ne è consapevole il Comune di Arezzo. E anche la Diocesi aretina. Tutti decisi a continuare i lavori di scavo e a farlo insieme. Tanto da indurre il professor Maurizio De Vita, docente alla facoltà di architettura di Firenze e direttore dei lavori in Fortezza, a definire quello di Arezzo “uno degli esempi più forti e positivi di collaborazione tra enti e soggetti diversi”.
Una collaborazione che ha portato alla scoperta dell’antica chiesa di San Donato in Cremona e che è destinata a svilupparsi nei prossimi mesi. “Per la metà di gennaio – ha annunciato l’assessore ai lavori pubblici, Franco Dringoli – contiamo di organizzare un incontro per definire le strategia di recupero e di valorizzazione di questo eccezionale patrimonio della città”. Il problema più rilevante sarà ovviamente quello dei finanziamenti. “Anche perché le sorprese che la Fortezza ci riserva non sono certamente finite – ha pronosticato il professor De Vita. E questa si prepara a diventare il museo della città”.
Una prospettiva che scalda il cuore degli amministratori ma soprattutto degli archeologi. “Già nel 2008 avevamo evidenziato le presenze della chiesa – ha ricordato Silvia Vilucchi, della Soprintendenza archeologica toscana. Con i recenti scavi, abbiamo riportato a vista il lavoro di quattro anni fa, scoperto le tracce delle mura perimetrali nonché di un ossario seicentesco, dei silos granari e di una fornace da campana”. Un lavoro ma anche un’emozione: “è un grande onore intervenire in uno spazio come questo”. Un’area nella quale lavora, ogni giorno, un giovane archeologo aretino, Hermann Salvadori.
“Quello della Fortezza – ha affermato il Soprintendente ai beni culturali, Agostino Bureca – è oggi il cantiere più significativo del nostro territorio. Qui è concentrata la storia di Arezzo”. E l’impegno della Chiesa aretina è stato confermato dall’Arcivescovo Riccardo Fontana: “la scoperta è in grado di incentivare ulteriori studi, ad esempio sul fatto che la chiesa scoperta fosse quella di una parrocchia medievale. E Donato è un santo conosciuto nel mondo: sono 364 le diocesi che lo venerano”.