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Un piano contro “antenna selvaggia”. La tutela dai campi elettromagnetici

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Approvata la proposta dell'assessore Fulini

 

Era stato adottato il 28 febbraio 2011 e disciplina l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, soprattutto derivanti dalle antenne di telefonia. Nel frattempo sono state presentate 46 osservazioni e adesso il Consiglio Comunale, dopo l’esame delle stesse, ha definitivamente approvato il piano territoriale su proposta dell’assessore Paolo Fulini. I voti a favore sono stati 17, 2 i contrari e 2 le astensioni.

 “I criteri ai quali ci siamo attenuti sono quelli di garantire la salute dei cittadini e la qualità dell’ambiente, di consentire l’efficiente erogazione del servizio di telefonia mobile ed infine di definire e attuare un nuovo rapporto tra l’Amministrazione comunale e i gestori dei servizi”.

 L’obiettivo è un basso valore del rapporto volt / metro quadrato. “Per minimizzare l’impatto dell’energia elettromagnetica, la legge italiana prevede un massimo di 6 volt/metro.  In molti paesi europei questo limite sale a 20 volt su metro. Con il nostro piano, Arezzo avrà tra 3 e 4 volt/metro. Quindi un rapporto che sarà la metà di quello nazionale ed almeno cinque volte inferiore a quello di molte realtà continentali”.

 Per raggiungere questo obiettivo è necessaria una scelta: postazioni meno potenti ma più diffuse. Il Piano del Comune di Arezzo prevede quindi una dozzina di nuove localizzazioni che porteranno a 31 le postazioni per la telefonia mobile distribuite sul territorio del Comune di Arezzo.

 

Critiche sono state sollevate da Roberto Barone: “mi sembra che il piano sia stato pensato per dare più risposte ai gestori di telefonia che ai cittadini. Le zone non idonee, quelle dove le antenne sono assolutamente incompatibili, potevano essere più estese. Inoltre, non si parla di micro-celle, la cui bontà è una mia convinzione tecnica sia per l'impatto visivo sia per la scarsità di emissioni il cui raggio è di pochi metri. Sarebbero ottime per il centro storico”. Il consigliere Barone ha chiesto di ampliare le zone non idonee (anche gli edifici storici e architettonici ricadenti nel territorio urbano, asili, scuole, ospedali, case di cura, parchi pubblici) e di prevedere zone idonee purché il gestore accetti la realizzazione di impianti di telefonia a certe condizioni (come obbligo di minimizzazione della esposizione e solo in subordine la mimetizzazione).

Il problema è l'attuazione pratica del Regolamento del quale stiamo discutendo. La legge Merloni prevede che il progettista preveda diverse opzioni: un tecnico non può prevedere una sola scelta. “Chiedo che venga utilizzato appieno il Regolamento affinchè i tecnici individuano soluzioni alternative per le aree più complesse”.

Barone ha quindi chiesto di ritirare la proposta di Regolamento per un'ulteriore rielaborazione perchè ci sono “estremi di miglioramento”.

  

Luigi Scatizzi ha chiesto il contenimento dell'impatto delle antenne e la difesa dell'ambiente e della salute.  “Bisogna lavorare affinchè non ci siano alte concentrazioni senza creare allarmismi”.

 Andrea Lanzi ha sottolineato che una distribuzione più razionale, evita la sovraesposizione di alcune aree che sarebbero costrette a sopportare un carico eccessivo. “L'Amministrazione comunale deve fare scelte nell'interesse generale e non seguendo le indicazioni di chi è capace di organizzare la protesta”

 Roberto Bardelli ha espresso un appello: “trovare una soluzione diversa per l'antenna localizzata alla Marchionna. Vanno evitate le antenne fortemente impattanti”.

 Marco Tulli ha dichiarato che “due categorie sono comunque a rischio: bambini e anziani”. Nel 2008 l'Amministrazione aveva individuato alcune zone non compatibili: asili, scuole, ospedali, case di cura. Esiste un piano di schermatura? Ci sono zone vincolate? Va applicato un principio di precauzione: tutelare anche se non ci sono certezze.

 Il Sindaco Giuseppe Fanfani: “la demagogia non è modo per affrontare questo problema. Mi sono semprfe interessato di questo problema. Siamo partiti da una situzione non gestibile: la legge Gasparri consentiva e consente agli operatori telefonici di collocare le antenne dove vogliono. Il solo Comune di Arezzo ha perduto tre cause tentando di far valere le sue ragioni. Tentammo anche di bloccare la localizzazione in via Cagli appigliandoci ad una violazione urbanistica.

Abbiamo imboccato la strada del Regolamento per salvaguardare territorio e salute. Senza di esso, l'alternativa è “antenna selvaggia”. Adesso tutti vogliamo utilizzare telefonini e sistemi elettronici e giudichiamo indispensabile la copertura totale. Ci preoccupiamo dell'antenna ma non del telefonino che rischia di produrre problemi ben più seri delle antenne”.

 Roberto Ruzzi: “uso il telefonino da 21 anni. Non ne possiamo fare a meno e il rischio deve essere suddiviso tra tutti. Bisogna decidere e farlo presto: non si può sempre rinviare. Pensavo di astenermi ma dinanzi al rischio di un rinvio, voterò a favore”.

 L'assessore Paolo Fulini: “il limite emissivo in Europa è di 24 volt su metro, in Italia 6 su metro.  Quando il nostro telefonino ha due tacche ed è in ricezione, la sua emissione è di 34 volt su metro. Se schermiamo esternamente un ambiente, non risolviamo quindi il problema. Con altri comuni della Toscana stiamo tentando di fare “cartello” per un confronto sia con la Regione che con gli operatori telefonici. Le antenne finora collocate sono “intoccabili” a causa della legislazione nazionale. Più tempo attendiamo per il Regolamento, più antenne intoccabili verranno collocate. L'obiettivo del nostro Piano è quello di portare il livello di emissione sotto i 3 volt su metro. E di farlo in modo diffuso e generalizzato. Ogni anno il Piano dovrà essere aggiornato per renderlo adatto alle trasformazioni che nel frattempo si saranno verificate. Ogni anno gli operatori presentano un piano di sviluppo della telefonia e in mancanza di una nostra risposta, possono muoversi come vogliono”.

 Al termine della discussione, il consigliere Roberto Barone ha presentato un atto d'indirizzo relativo alla sospensione dell'implementazione dell'antenna di via Anconetana con lo studio di un'ipotesi alternativa utilizzando le microcelle. Ha anche rivolto un appello personale al Sindaco affinchè facesse suo l'atto presentato. L'atto è stato condiviso dai consiglieri Bardelli, Mori e Tulli.

Il documento è stato comunque respinto con 13 voti contrari, 4 favorevoli e 3 astensioni.

Martedì, 1 Ottobre, 2013