Il Bilancio Consuntivo è il quadro esatto di come sia stata condotta la macchina comunale, nell’ultimo anno, dalla giunta Fanfani, la cartina di tornasole di una situazione deficitaria. In questo percorso la giunta ha perso molti assessori per strada, solo recentemente surrogati, e questo ha ulteriormente penalizzato la sua azione amministrativa, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. L’infinita odissea alla ricerca del nome giusto per reintegrare i posti vacanti ha certificato che ad Arezzo non contano i progetti e le idee ma bensì il rispetto dei veti incrociati e l’area politica da soddisfare con una poltrona, quello è il requisito essenziale.
Quello che si legge nel consuntivo è lo specchio di un Comune che viaggia con la marcia più bassa strozzato tra vincoli esterni, il patto di stabilità, ed interni i lavori del PIUSS che lungi dall’essere frutto di un progetto ed una visione d’insieme della città regalano opere inutili ed appesantiscono il bilancio di un fardello pesante di spese da sostenere. La casa delle energie, che nessuno vuol prendere in gestione, il Gold and Fashion building che al di là del bel nome ancora non si sa cosa dovrà ospitare, la fortezza: un contenitore rinnovato per il nulla e, se vogliamo continuare a farci del male, extra PIUSS, la “bella” incompiuta pista ciclabile di via Calamandrei o l’accampamento “Sioux” vicino ad un noto centro commerciale.
Le entrate sono state tutte basate sul'IMU, 38 milioni, di cui 25 a favore del Comune. Equità fiscale non pervenuta. Forte la flessione dei trasferimenti correnti che deriva essenzialmente da minori fondi europei. Ma i fondi bisogna saperli intercettare, vanno richiesti, non arrivano da soli. Dai 920.000 euro 2011 siamo passati ai solo 18.000 del 2012. Gli utili della partecipate precipitano drasticamente, siamo passati dai ricavi medi per più di 2.000.000 milioni di euro annui ai 417.000 dell’esercizio 2012. Atam, la formidabile azienda, quest’anno non ha elargito alle casse del Comune nemmeno un euro. Forse i mutui per costruire la cattedrale nel deserto del parcheggio Mecenate e la sua non brillante gestione l’hanno “leggermente” appesantita? Coingas con i suoi miseri 300.000 euro, rispetto agli esercizi precedenti, fa caso a se stante. Il business dell’energia dovrebbe dare lauti dividendi o forse le vicende pratesi di Estra, e la miriade di scatole cinesi in cui si è scissa, portano in dote qualche “buco” che si riverbera poi nelle tasche dei cittadini aretini? Nuove Acque, che l’utile in senso referendario stretto non dovrebbe farlo, consegna nelle casse comunali, grazie ad una quota di possesso del 15%, la bellezza di 46.000 euro. Anche questa società, tanto prodiga nel promuovere la propria attività e difendere il segreto dei propri conti tanto quanto una banca Svizzera, quando si tratta di dividere la pagnotta con il socio pubblico si rivela particolarmente arcigna.
Erano questi i grandi benefici paventati nel 1999?
E’ un comune che non investe. Complessivamente l’ Amministrazione ha provveduto ad impegnare nell’ esercizio 2012 solo 5.007.671,91 euro per spese investimenti, di cui euro 2.780.000,00 per le sole opere di riduzione del rischio idraulico da tanti criticate e contestate come sostanzialmente inefficaci. Tanto per dare qualche riferimento nel 2010 erano stati investiti 33 milioni e nel 2011 ne erano stati investiti 11. Il 50% degli oneri di urbanizzazione/concessioni edilizie invece che utilizzato per investimenti, come dovrebbe essere per loro natura, è stato destinato alle spesa corrente. Nel 2008 gli investimenti pro capite per aretino erano di 188 euro, oggi la cifra è drammaticamente scesa a 49 euro, sempre è soltanto colpa di fattori esterni?
Ovviamente dobbiamo saper scegliere tra investimenti ed interventi di facciata, quelli utili per fare una bella foto al taglio del nastro. Di questa seconda categoria ne abbiamo già citati alcuni, delle priorità, che invece rimangono sempre sullo sfondo, ci sono una miriade di piccole opere di messa in sicurezza del territorio, di valorizzazione energetica o ripristino del patrimonio edilizio comunale. Questi interventi avrebbero anche il non trascurabile riflesso di favorire l’economia locale.Un Comune che non sa programmare il futuro con politiche organiche ed invece insegue l’emergenza del momento non fa un buon servizio ai propri cittadini.
I temi sono tanti e solo accennati, rimane il segno di un bilancio al ribasso ed ampiamente deficitario che non da prospettive per il prossimo, speriamolo almeno nei tempi, bilancio preventivo.