L’euforia della vittoria a questo punto va messa da parte. Capisco che piace coltivarla, molto più della depressione per la sconfitta, ma mentre il centrodestra esultava, i cieli si sono oscurati e la terra si è scossa. Altrimenti non si spiega lo stato pietoso delle strade cittadine: come se perfino l’asfalto si ribellasse a risultati elettorali così orribili. Piove sul bagnato, peraltro, verrebbe da dire: la situazione attuale dipende anche dalla scarsa cura riservata in questi anni dalla giunta.
A ogni urlo di gioia, a ogni eccitato comunicato stampa, a ogni bottiglia di spumante aperta, non di champagne che ha già retrogusto d’Europa, fa da corrispettivo un’altra apertura: quella di una buca o forse è meglio dire voragine. Il richiamo della natura alle responsabilità amministrative.
Le responsabilità della giunta Ghinelli, dove il civismo e il berlusconismo, come magnificamente certificato dal topless della signora al seggio milanese, risultano decotti a favore del leghismo. Vedremo cosa questo riequilibrio comporterà per Arezzo. Dove ritengo apertissima la partita in vista del 2020. E vi comprendo anche il terzo incomodo a 5 stelle.
Nel frattempo restano apertissime le suddette buche. Una palettata di catrame qua e là rende le vie qualcosa di simile a una pelliccia di leopardo ma dopo un giorno quello stesso catrame si liquefa e rispuntano i crateri.
Pare che la primavera tarderà ad arrivare. Forse dovremo attendere addirittura i giorni successivi alla Pasqua. Più o meno quelli in cui verrà conferito il primo incarico per formare il governo. Noi, più modestamente, aspettiamo che qualche ditta o quei pochi residui addetti comunali ricevano da questa amministrazione l’incarico di procedere a una seria manutenzione urbana. Prima che fiocchino le denunce causate da seri infortuni a ciclisti, motociclisti e pedoni.