"Passi la proposta di accorpare le Province trasformandole in “nano regioni” autonominate, passi la necessità del Presidente Rossi di non lasciare indietro nessuno in questo dibattito assolutamente autoreferenziale, ma a quest'ultima boutade del Governatore rispondiamo che adesso è necessario farla finita con questi comportamenti. Nelle ultime settimane si sono avvicendate tutte le ipotesi immaginabili rispetto alla riorganizzazione delle Province toscane. Credo che le linee espresse dal Governo vadano purtroppo rispettate anche se la nostra Provincia avrebbe tutte le carte in regola per continuare a svolgere il suo ruolo nel territorio. Trovo interessante ma “tiepida” la proposta di accorpamento della zona Toscana Sud (Siena, Grosseto, Arezzo) che rappresenta la continuità rispetto alle scelte di aggregazione di servizi che in questi anni si sono susseguite. Dico tiepida perché se le nuove Province si aggiungeranno agli enti di secondo livello, e quindi non più direttamente controllate attraverso il voto popolare, corriamo un grave rischio: quello di aggiungere e non diminuire il peso burocratico sulle spalle dei cittadini. A cosa serve un consesso di nominati in mano ai comuni? Molto poco. Purtroppo si è persa l'ennesima grande occasione di sburocratizzare il nostro paese, eliminando un organo democraticamente eletto per creare un altra scatola cinese. Nei panni di Enrico Rossi, invece di far partire il toto - capoluogo, titolo che tra l'altro dovrebbe essere assegnato al comune più popoloso e già capoluogo di una già Provincia (Arezzo), inizierei a rispettare gli impegni elettorali come la modifica di questo sistema di voto anti – democratico, assolutamente in linea con il criterio dei nominati utilizzato per le nuove Province, interverrei per rispondere alle esigenze di semplificazione dei cittadini e non per saziare di potere chi, a quanto pare, ne ha fatto cattivo uso”.
