Alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea, con inaugurazione domenica 16 dicembre alle 18 e fino al 27 gennaio 2013, si tiene la mostra organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo con protagonista il raffinato rigore di un maestro della contemporaneità: Sergio Fermariello. Collabora alla esposizione Flora Bigai Arte Contemporanea. Ingresso libero.
La mostra presenta uno spaccato del percorso dell’artista, fatto di grafie leggiadre e di codici espressivi evoluti anche se ispirati ad alfabeti antropologici primordiali. Dice Fabio Migliorati, direttore per le attività espositive del Comune di Arezzo e curatore: “la concezione creativa dell’artista si rifà al rito del mito: coagulo di memoria pittorica ed estremità minimalista, per accezioni simil-rupestri recuperate nell’ambito di un’indagine ritmica della profondità universale. Ad Arezzo si celebra la voce di un artista tra i più apprezzati perché ‘esportabile’; una di quelle personalità italiane che, con soddisfazione, si sanno ancora far comprendere internazionalmente”.
“È la mostra conclusiva delle attività espositive dell’anno 2012 – precisa l’assessore Pasquale Macrì. Abbiamo raccolto 40 opere di Fermariello. Ancora, qualcuno attento agli inquadramenti e colpito dai lavori in metallo che lo contraddistinguono, potrebbe definirlo uno scultore. Io preferisco dire: artista. Per la sua ricerca del segno e sul colore, per i suoi bianchi, per la sua capacità di riduzione del ‘3D’ e, in definitiva, di colmare le distanze tra i generi. Un artista, dunque, che può essere accostato ad altri grandi nomi, tipo Giuseppe Capogrossi e Carla Accardi”.
L’esposizione consta di lavori bianco e nero: carta su acciaio, tela, scultura… La ricerca è sempre quella che, già con gli anni Ottanta (per la galleria Lucio Amelio di Napoli), muove dalla reiterazione di un segno parossistico, descrivendo il profilo stilizzato e arcaico di un guerriero con lancia e scudo. Di recente, invece, il lavoro di Fermariello, oltre alla ricerca grafico-pittorica del segno in superficie, affronta il rapporto fra questa e il suo fondo: in ombra, realizzazione volutamente oscillante tra colore e volume, tra pittura e scultura.
In un’intervista rilasciata ad Alessandro Buganza - per Flash Art, in cui si domandava da dove nasce l’interesse per la figura del guerriero - Sergio Fermariello risponde: Dal senso che ha per me la sua liquidazione, la sua “sparizione” sulla scena del mondo... Il guerriero, per millenni, ha rappresentato l’emissario del “tempo”, il suo braccio armato - nel senso che ogni crociata era giustificata in nome di quel divenire salvifico che Cristo aveva saputo indicare quale meta. Oggi che la salvezza non se l’augura più nessuno - ed è venuto meno tutto il senso progressivo della storia - i cavalieri o i portatori di valore non sono più troppi, ma sono ormai “di troppo”: licenziati osservatori di noi testimoni oculari di questa fine.
Sergio Fermariello ha proposto i suoi lavori in numerose gallerie e musei internazionali. Nel 1989 vince il Premio Internazionale Saatchi & Saatchi per giovani artisti e, all’età di trentadue anni, è invitato da Achille Bonito Oliva a partecipare alla 45° Biennale di Venezia (1993), con una sala personale nel Padiglione Italiano. Negli anni Ottanta espone presso Lucio Amelio, Napoli (1989); Il Capricorno, Venezia (1990); Yvon Lambert, Parigi (1992); Metropolis at the International Kunstausstellung, Berlino (1991); Musée de l’Abbaye Sainte-Croix, Les Sables d’Olonne (1991); In Arco, Torino (1995); Castel Sant’Elmo, Napoli (2004); Certosa di San Michele, Capri (2004); Istituto Italiano di Cultura, New York (2005); Pier 17 Waterfront, New York (2005); Flora Bigai, Pietrasanta (2008); Niccoli, Parma (2008); MAC di Niteroi, Rio de Janero (2009); PAN, Napoli (2009); Ronchini, Terni (2011); Studio Trisorio, Napoli (2012); Ronchini Gallery, Londra (2012). Le sue opere sono esposte, inoltre, nel Museo di Capodimonte a Napoli, nell’università Bocconi a Milano, nell’aeroporto Capodichino a Napoli.