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Scuole statali: nasce la rete degli istituti comprensivi

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Dal prossimo anno modalità di iscrizione unica per tutte le materne statali

Formalizzata dall’assessore alle politiche sociali del Comune di Arezzo Lucia De Robertis e dai dirigenti scolastici delle sei scuole di primo ciclo di Arezzo, la rete degli istituti comprensivi. Quando si parla di primo ciclo si intendono le scuole dell’infanzia, le primarie e le medie.
“Le scuole statali si consorziano - afferma soddisfatto il dirigente scolastico Aldo Pampaloni - per poter offrire all’utenza migliori servizi, razionalizzare le risorse, parlo specialmente dei docenti specializzati e dei precari, ed eliminare le dispersioni. Questa unione pensata per consentire agli istituti comprensivi di ‘parlare’ nelle funzioni generali a una sola voce, non impedisce ovviamente di differenziare le risposte quando questo diventa necessario”.
Il primo atto della rete è stato quello di stabilire che i criteri di iscrizione alla scuola materna siano uguali in tutti i comprensori scolastici. “Una scelta di grande trasparenza - aggiunge ancora Pampaloni. Altro aspetto: ci ritroviamo periodicamente come dirigenti scolastici e direttori amministrativi per discutere assieme e in un’unica sede le questioni concernenti la gestione delle scuole statali. Ad esempio, ci stiamo ponendo l’obiettivo di arrivare a una convenzione di cassa con gli istituti bancari valida per tutti. Anche per quanto riguarda il rapporto con l’amministrazione comunale, la nostra scelta garantirà maggiori vantaggi all’interlocutore istituzionale perché esso potrà rapportarsi non più con sei scuole in competizione ma che collaborano concretamente”.
E a proposito di Comune ecco i propositi dell’assessore Lucia De Robertis: “dal prossimo anno scolastico funzioneranno questi criteri unificati per l’iscrizione alle materne statali. Riconosco come da parte dei presidi ci sia stato un sforzo importante in direzione dell’equità. L’obiettivo diventa a questo punto un’unica lista di attesa cittadina comprendente scuole statali e comunali. Proveremo ad avvicinarci il più possibile perché vogliamo che per ogni bambino le proprie specificità personali o familiari, che siano la condizione economica dei genitori o il fatto che sia figlio di madre vedova o ragazza-madre, non pesino più o meno a seconda della zona ove vive”.

Sabato, 1 Dicembre, 2012