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A scuola ma senza cittadinanza. 800mila alunni “diversi”

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Ad Arezzo il XVI Convegno nazionale dei centri interculturali il 10 e 11 ottobre alla Borsa Merci e alla Casa delle Culture

Ottocentomila. Tanti sono gli allievi delle scuole italiane che non hanno la cittadinanza italiana. Ad essi, ai loro problemi e al loro futuro, è dedicato il XVI Convegno nazionale dei centri interculturali che si terrà ad Arezzo, nella sala della Borsa Merci e nella Casa delle Culture, il 10 e l’11 ottobre. Il tema sarà “Inter-generazioni. I nuovi italiani insieme nella scuola e nella città”.

Promotori il Comune di Arezzo e Oxfam Italia, insieme alla Rete Nazionale dei Centri interculturali, al Network europeo delle Città del Dialogo, al Centro di Documentazione Città di Arezzo, al Centro COME di Milano e al Centro Interculturale di Torino.

Ottocentomila allievi e migliaia di storie diverse. C’è chi ha raggiunto l’Italia da solo e chi con la famiglia, chi è stato spinto a lasciare il proprio paese da necessità economiche e chi lo ha fatto perché in fuga da conflitti e persecuzioni. Ci sono soprattutto i bambini che nascono in Italia da genitori stranieri e che tuttavia, per la legislazione vigente, non sono riconosciuti come “cittadini” a pieno titolo, almeno fino ai diciotto anni. Particolarmente rilevante è anche la presenza di studenti stranieri nelle scuole aretine.

I dati rilevano una percentuale dell’ 8,4 % di presenza di alunni stranieri a livello nazionale mentre nel territorio aretino la percentuale sale al 13,7%. A fronte di un contesto che vede la presenza dell’11.3% di immigrati nel territorio aretino, il dato regionale fermo invece al 9,7%. 

Il tema, al centro del convegno nazionale, sarà il ruolo determinante che i giovani stranieri o di origine immigrata possono vivere e giocare nella città, nei servizi, nei luoghi di tutti e per tutti

Sembra importante in questo momento di crisi diffusa e di rischio di arretramento sui temi dei diritti e del riconoscimento di ciascuno, percorrere una via di speranza, allargare lo sguardo verso il presente e il futuro che il “qui e ora” prefigura – commenta l’assessora all’integrazione del Comune di Arezzo, Stefania Magi.  - E gli apporti di creatività, innovazione culturale, impegno civico, domande di appartenenza… che ci vengono dai giovani “nuovi cittadini” possono rappresentare un messaggio positivo di ricominciamento e di cammino aperto al protagonismo di tutti. Sui giovani dobbiamo investire, perché siano tutti risorse, tutti crescano per avere e dare il meglio, costruire una società intelligente e coesa. Il convegno mette insieme istituzioni, scuole, esperti di intercultura e coesione sociale per individuare le migliori soluzioni, anzi per far conoscere le migliori soluzioni già individuate nelle città, nelle scuole, nei centri interculturali, compatibili con l’attuale situazione economica e normativa italiana, per dare a tutti i nostri giovani l’opportunità di crescere bene, di esprimere i loto talenti a vantaggio di tutti”. 

“Una ampia letteratura evidenzia il profondo divario tra studenti autoctoni e studenti di origine immigrata nelle performance, negli esiti e nelle scelte dei percorsi scolastici successivi alla licenza media – afferma Alessandro Bechini, responsabile area intercultura di Oxfam Italia - Questa situazione di svantaggio e vulnerabilità, come evidenziano rapporti istituzionali e ricerche a livello europeo, nazionale e locale, è frutto di un insieme di fattori che hanno a che fare con le motivazioni del singolo alunno, il contesto scolastico e territoriale, le risorse familiari. Particolare attenzione occorre prestare alla situazione scolastica di forte vulnerabilità degli adolescenti stranieri soprattutto nel delicato e “cruciale” momento di passaggio tra la scuola secondaria di I e II grado. Sono possibili azioni e attenzioni per “curare” i passaggi scolastici. Ad esempio la figura del “tutor interculturale”, quale compagno più grande, sia autoctono sia soprattutto di origine immigrata, che aiuta, accompagna e sostiene gli allievi in situazione di bisogno”. 

Tanti i progetti a carattere interculturale sperimentati in città diverse, anche attraverso linguaggi espressivi variegati: dall’accompagnamento educativo e scolastico (tutoring e mentoring), all’impegno civile e sociale (attraverso il servizio civile o il volontariato nei quartieri “multitenici”), alla riscoperta delle città e dell’appropriazione dei luoghi comuni.

Tutti esempi di cittadinanza attiva e di protagonismo dei nuovi cittadini. 

Per il programma completo e le altre informazioni si veda al link: http://www.oxfamitalia.org/evento/xvi-convegno-nazionale-dei-centri-interculturali?sp_events=xvi-convegno-nazionale-dei-centri-interculturali

La partecipazione al convegno è gratuita. Iscrizioni entro e non oltre venerdì 4 ottobre.

Segreteria organizzativaOxfam Italia - intercultura@oxfam.it - Tel. 0575/182481 (Fabiana Zanotti, dalle 9 alle 13) 

La Rete Nazionale dei Centri Interculturali

Alla Rete Nazionale dei Centri Interculturali, costituitasi informalmente nel 1998, fanno riferimento oltre 120 realtà presenti nelle varie regioni italiane. Molti Centri Interculturali sono espressione diretta dell’ente locale; altri invece sono frutto di un accordo tra soggetti pubblici e privati; altri ancora sono espressione del privato sociale. Accanto alla Rete “ampia” (è sufficiente partecipare al Convegno per farne parte), è attiva una Rete nazionale “ristretta” composta dai Centri interculturali e dalle città (ente locale) che hanno co-promosso l’annuale convegno e che hanno sottoscritto, nel 2007, un protocollo di intesa per la costituzione della Rete medesima. I soggetti sottoscrittori sono: Centro COME (Milano), Centro Interculturale Città di Torino (Comune di Torino), Centro di Documentazione Città di Arezzo, Centro di Documentazione Educativa (Comune di Venezia), Centro Millevoci (Provincia di Trento), CREMI (Comune di Fano), MEMO Modena (Comune di Modena), Prometeo (Provincia di Reggio Emilia), Centro Interculturale Città di Bari (Comune di Bari), Laboratorio Migrazioni (Comune di Genova), DARI ( Comune di Padova), Rete regionale dei centri interculturali (Ancona), CD/LEI Bologna (Comune di Bologna); Dedalus (Napoli).

Martedì, 1 Ottobre, 2013