Sono stati sorprendentemente duri i toni usati stamani dal Presidente dell’Arezzo calcio. E’ evidente che siamo di fronte ad un’aggressione verbale finalizzata a scelte, come quella di Castiglion Fiorentino, progettata da tempo e adesso messa in atto. Evidentemente con qualche imbarazzo: da qui l’attacco al Comune di Arezzo in un periodo particolarmente delicato e considerato, probabilmente, particolarmente propizio.
L’Amministrazione ha sempre sostenuto non solo con lealtà ma con il massimo delle risorse, sia finanziarie che umane, la società amaranto. Solo negli ultimi anni il Comune si è fatto carico di investire una media di 130mila euro all’anno. Non solo: dinanzi alla recente richiesta di strutture per gli allenamenti abbiamo fatto precise e puntuali proposte.
Sinceramente diventa però difficile proporre di ragionare su cosa è stato fatto e su cosa è possibile fare. Gli elenchi sono stati fatti più volte ma la Società ha costantemente rialzato l’asticella. Ci sembra che si sia quindi allentato il rapporto tra il Presidente e la città di Arezzo.
Il Comune di Arezzo intende sostenere le associazioni e i gruppi che promuovono l’attività motoria e sportiva tra i bambini e i giovani. Ad essi mette a disposizione impianti e, quando è possibile, contributi di modesta entità. Questa è la priorità. Il mondo dello sport professionistico sta cambiando e con esso il meccanismo di proprietà e di gestione degli stadi. In una visione strategica è complicato pensare che un Comune possa possedere e gestire uno stadio da solo: la tendenza nazionale e internazionale è tutt’altra. Non solo: non ci sono più le risorse per applicare questa scelta anche nel caso fosse considerata giusta. Pensiamo quindi che si possa gestire con reciproco rispetto una fase di transizione verso modelli che appaiono destinati ad affermarsi. Quindi il Comune ha fatto e continuerà a fare la sua parte perché ritiene che la squadra e i tifosi siano importanti per la città e rappresentino un capitale sportivo e sociale da tenere nella massima attenzione.
Ma ognuno deve fare la sua parte. Anche chi sceglie di fare l’imprenditore nel settore del calcio.
Nota a margine: non esiste alcun rischio che le ultime due partite vengano giocate a porte chiuse.