Su iniziativa dell'amministrazione comunale si svolge venerdì 15 novembre alle 18 al Teatro Pietro Aretino una cerimonia di commemorazione di Franco Paturzo recentemente scomparso: verrà proiettato un filmato con immagini montate da Piero Comanducci.
L'assessore alla cultura del Comune di Arezzo Pasquale Macrì introdurrà la serata: “sia chiaro che non è una commemorazione privata, quindi spero vi partecipino non solo gli amici. Con Franco Paturzo siamo dinanzi a una figura che con la cultura ha unito aspetto personale e aspetto sociale. È utile ricordare questo principio: che la vita nella cultura è utile a noi stessi e agli altri. Un uomo mite e poliedrico, capace di spaziare dalla musica alla storia del territorio. Ricordo le sue trasmissioni alla scoperta della città, con riflessioni fruibilissime, e che aveva aderito con entusiasmo al nostro progetto di aprire i luoghi dell'arte aretina, gli scrigni, che ospitavano le opere di Icastica. Paturzo si era, come dire, ‘adattato’ al ruolo e via via che descriveva San Francesco o Casa Vasari stava prendendo dimestichezza con l’arte contemporanea”.
Claudio Santori ha ricordato Paturzo “docente dell'Università dell'età libera, dove teneva un corso molto frequentato su argomenti nodali della storia di Arezzo e si riprometteva di farne uno quest'anno sugli sviluppi urbanistici del secolo scorso, e presidente della Brigata degli amici dei monumenti. Era poi organista e direttore d'orchestra, si è esibito al Petrarca con il 'Barbiere di Siviglia' con risultati di grande professionalità”.
Piero Comanducci: “ho avuto la fortuna di riprendere alcuni suoi concerti che teneva a prescindere dal pubblico partecipante. Perché era una persona che si prestava con modestia. Paturzo batteva, danzava, sui pedali dell'organo come un pilota di rally con freno e acceleratore. Sembra un paragone incredibile o azzardato e invece non lo è”.
Gianni Brunacci: “30 fra libri e saggi sulla storia locale sono un curriculum di grande rispetto, 3 hanno visto la mia collaborazione: il volume sulla cittadella di Arezzo, quello sul duomo di Arezzo e quello sulle pievi. Ultimamente, e questo non è risaputo, aveva scritto romanzi pubblicati da case editrici spagnole che hanno venduto molto in quel mercato”.