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Quattro anni fa la prima edizione degli Stati generali della sanità aretina

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Il vicesindaco Lucia Tanti: “quel giorno lanciammo l’idea di Arezzo modello innovativo. Da allora, un nuovo rapporto con la Regione: dalla sindrome di Stoccolma al confronto tra pari”

“Sono passati quattro anni dalla prima edizione degli Stati generali della sanità aretina. E tre dalla seconda edizione, che decidemmo di allargare al sociale: ci aspettavamo che da quegli appuntamenti arrivasse la spinta per consentire alla Regione di programmare compiutamente la soluzione delle criticità del sistema sanitario. Ed era nostra intenzione fare degli Stati generali un appuntamento fisso, con cadenza annuale, imperniato sulla verifica, sul confronto, sulla valutazione del sistema sanitario aretino, tra problemi e punti di forza. Una ‘casa di vetro’ nel segno della trasparenza e della chiarezza. Poi, purtroppo, la pandemia ha fermato la macchina organizzativa ma, sottolineo, non ha fermato l’idea.

Dunque, torneremo a lavorare su un evento di questo genere e pensiamo che la data giusta possa essere il 31 marzo 2023. Festeggeremmo due anniversari: il primo anno dall’uscita dello stato di emergenza causato dal Covid, il quinquennio del cambiamento. Voglio aggiungere, in merito a quest’ultimo, alcune considerazioni ‘politiche’: al momento dell’insediamento della prima amministrazione Ghinelli, Arezzo registrava una situazione in cui il Comune era totalmente supino rispetto ai desiderata regionali. Con il centrodestra è subentrato un cambio di prospettiva, con un approccio certamente più dinamico, a volte di confronto serrato.

Ma crediamo che sia stata proprio questa interlocuzione dialettica, oltre che la spinta simbolica e di proposta che venne dagli Stati generali, a garantire certi risultati: lo sblocco delle prime assunzioni all’ospedale, una parziale attenzione al ‘turn over’ delle professionalità più elevate, i fondi per il San Donato, la cittadella della salute al Pionta, le due case della salute, una nuova e una da ristrutturare, la presa di coscienza che Arezzo aveva pagato un prezzo alto a causa delle scelte regionali. Alcuni sono stati ottenuti prima dell’emergenza sanitaria mentre le recenti risorse sono anche frutto della presa di coscienza nazionale dell’importanza degli investimenti nella sanità. Oggi, le esigenze sono maggiori, l’asticella si è alzata ancora di più soprattutto in ordine a risorse e personale: partiremo proprio dal post-Covid per proiettarci ancora una volta nel futuro.

Resta il nodo della ‘aslona’, un gigante amministrativo non funzionale e non adatto alle esigenze dei territori. Se da una parte ci fa piacere notare che anche a livello regionale si cominci a prendere atto di questo stortura, il superamento di questo scoglio è di difficile previsione temporale. Ma di certo da Arezzo non retrocederemo di un millimetro dal continuare a richiederlo”.

Lunedì, 14 Marzo, 2022