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La presentazione del libro di Francesco Susi sulla scuola

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“Scuola, società, politica, democrazia. Dalla riforma Gentile a decreti delegati”

L’istruzione è spesso considerata un tema che interessa solo alcuni insegnanti e alcune famiglie. Naturalmente è un errore: occuparsi delle sorti dell’educazione è fondamentale per promuovere e garantire lo sviluppo e la crescita culturale delle nostre comunità.

Ecco le ragioni del libro di Francesco Susi,  “Scuola, società, politica, democrazia. Dalla riforma Gentile a decreti delegati”, che verrà presentato VENERDI’ 25 OTTOBRE, presso la Biblioteca Città di Arezzo alle ore 16.45. Interverranno l’assessore comunale alle politiche educative, Barbara Bennati, il Direttore del Dipèartimento scienze della formazione dell’Università di Siena, Loretta Fabbri, Alessandro Rapezzi, segretario Flc Cgil Toscana. Modererà Mara Pepi, Direttore del Servizio sociale e dei servizi scolastici del Comune di Arezzo.

 Il libro offre l’occasione di analizzare il ruolo che la scuola italiana ha avuto nella storia del XIX secolo, attraverso un esame attento allo sviluppo parallelo della storia politica del Paese - dal fascismo alla antifascismo, dal ruolo della scuola nella nuova Costituzione repubblicana - del rapporto Stato-Chiesa, in altri termini, nel quadro generale di la storia, l'evoluzione, la metamorfosi e involuzioni della società civile.

In particolare, il libro si pone nella prospettiva di una rinnovata attenzione verso il rapporto tra la scuola e la realtà delle associazioni politiche e sindacali. Nel volume si ricostruiscono i momenti più significativi della storia della scuola italiana dall'Unità al Fascismo, dalla Resistenza alla Repubblica, sino alla stagione delle grandi conquiste democratiche degli anni Sessanta-Settanta, con il processo di scolarizzazione di massa. Quella scola­rizzazione che, prodottasi in gran parte per istanze di marcata valenza politica, ha consentito, da un lato, l’affermazione della scuola come canale privilegiato di eman­cipazione civile e sociale, e, dall’altro, la sua penalizzazione culturale  per  il decadimento della qualità dell’istruzione e la scarsità di investimenti ad essa dedicati.

 

Martedì, 1 Ottobre, 2013