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La Pieve di Franco Donnini al Benvenuti ad Arezzo

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Due anni per giungere a un raffinato modello del momumento

Un’opera in compensato e balza tutta a traforo manuale. Due anni di lavoro per Franco Donnini, aretino, appassionato e paziente creatore di oggetti di questo genere. Adesso fa bella mostra di sé al centro di accoglienza turistica Benvenuti ad Arezzo di piazza della Libertà: si tratta di un modello di Pieve perfino “illuminata” internamente.
Franco Donnini è recentemente scomparso e, a dire dei familiari, ha scelto la Pieve perché abitando sempre in Corso Italia, non poteva non ispirarsi a questa chiesa millenaria, uno degli esempi più belli e solenni del romanico europeo nonostante le manomissioni cinquecentesche e ottocentesche.
Un ruolo decisivo nella scoperta di quest’opera lo ha svolto l’assessore Stefania Magi: “Franco Donnini ha lavorato alla ‘sua’ pieve mentre assisteva la madre anziana gravemente ammalata. Si tratta dunque di un oggetto cresciuto accanto a un sentimento molto bello che ha permesso alla madre di usufruire di un’amorevole compagnia e di una maggiore serenità in un momento difficile. Poi, Franco, nella sua modestia non aveva certo pensato di metterla in mostra. A me, invece, l’idea è venuta non appena l’ho vista”.
“Bella l’opera e bello il gesto – ha sottolineato il Sindaco Giuseppe Fanfani – perché al di là delle capacità tecniche, già di per sé notevoli, c’è soprattutto tanta umanità. Noi vorremmo tenerla il più possibile al centro di accoglienza turistica perché ci sembra la sede migliore per mostrarla a cittadini e visitatori. Ovviamente anche i familiari sono affezionati, per questo propongo loro un ‘patto’: visto che la sorella sta cimentandosi con Santa Maria delle Grazie, sempre con compensato e balza, finché non l’avrà ultimata noi custodiremo la Pieve di Franco”.
Patto accettato.

Mercoledì, 1 Febbraio, 2012