Le notizie sulle pressione fiscale a cui sono sottoposti gli aretini meritano un commento. Arezzo si collocherebbe tra gli ultimi posti in Toscana ma dietro le cifre c’è un trend indiscutibile che ha coinvolto gli aretini, loro malgrado, durante questa amministrazione. Ovvero l’aumento costante di tasse e imposte. Un trend confermato dall’ultima manovra partorita dalla maggioranza, chiamata “ritocchino”, con un termine dunque diminutivo. Ma che nasconde un aumento dell’Imu per uffici e professionisti, la comparsa dell’Imu sui terreni agricoli, manovra voluta da Roma e passata ad Arezzo senza alcuna opposizione come avvenuto in altre realtà, e un più 9% della Tares che si accumulerà ai già programmati aumenti dell’imposta sui rifiuti per i prossimi anni.
Se allarghiamo poi lo sguardo oltre le imposte propriamente comunali, con dati che andrebbero dunque integrati nel quadro generale degli esborsi, non possiamo non ricordare le vicende Nuove Acque e Consorzi di bonifica: partite pregresse, contribuiti, balzelli su balzelli sui quali la tanto osannata asse Roma-Firenze-Arezzo ha fatto valere le sue ragioni. Ma con un comune denominatore: l’indifferenza verso le famiglie già oberate che non hanno altra soluzione che pagare.