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Papa Benedetto XVI in città

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Il testo dell'intervento di saluto del Sindaco Giuseppe Fanfani
Santità, è un grande onore darLe il benvenuto ad Arezzo in questo antico e stupendo giardino, prossimo alla Fortezza Medicea, che rappresenta non solo l’acropoli della città ma anche il suo cuore antico. Qui c’è la storia di Arezzo, qui ci sono i suoi cittadini, qui ci sono i fedeli dell’intera Toscana con le Autorità civili, religiose e militari. Un ringraziamento particolare al Presidente del Consiglio Mario Monti che è oggi qui con noi nella sua prima visita in veste istituzionale nella nostra città. A me, Santità, spetta l’onore di ringraziarLa e di esprimerLe la gioia che la sua visita provoca in tutti noi. E la certezza che la nostra comunità saprà trarre dalle sue parole, stimolo e alimento per la propria crescita. Nell’affannosa vita quotidiana, infatti, siamo spesso portati ad avere attenzione solo ai problemi che ogni ora ci troviamo davanti e attenuiamo la nostra capacità di guardarci intorno, di avere attenzione agli altri, di comprendere l’assoluta necessità, etica e politica, di costruire insieme un futuro migliore per tutti, soprattutto per i bambini, per le donne e per gli uomini che vivono situazioni di povertà, malattia, guerra. Ognuno è chiamato a svolgere un proprio ruolo e in questa azione sono importanti le riflessioni a cui le sue parole ci hanno indotto e ci possono indurre. Quando, ad esempio, affrontiamo il tema della crisi economica, elenchiamo fattori economici, politici, finanziari; ad essi, come Lei ci ha più volte ricordato, dobbiamo aggiungere anche quelli morali. Le sue parole e il suo insegnamento ci consentono di alzare la testa dalla quotidianità, di assumere una visione più ampia dei problemi e della vita. Noi amministratori pubblici siamo chiamati ad agire nell’interesse generale e individuare quali priorità la garanzia della vita e del futuro dei più deboli. Penso ai bambini, agli anziani ma soprattutto ai giovani che rischiano di diventare adulti privi della cosa più importante e cioè di una speranza e di un progetto per il futuro. I Sindaci, gli amministratori pubblici operano ogni giorno con la consapevolezza di questi problemi. Nelle condizioni che sono consentite, con le capacità di cui dispongono. Affermando una cultura della legalità che, come Lei ha scritto, aiuti “i cittadini a comprendere che le leggi servono per incanalare le tante energie positive presenti nella società e così permettere la promozione del bene comune”. A Lei, Santità, il saluto della città di Arezzo. A Lei, Signor Presidente del Consiglio, il ringraziamento per essere qui oggi. A Lei, Monsignor Riccardo Fontana e alla Chiesa Aretina la riconoscenza per aver reso possibile questo grande evento spirituale che ci apprestiamo a vivere oggi. Benvenuto, quindi, ad Arezzo. A Lei, Santo Padre il dono della città che ho l’onore e il privilegio di consegnarLe. E’ il simbolo della storia antica e contemporanea di Arezzo e della speranza per il suo futuro. Un “formale” realizzato dalla UnoAerre che ha fatto la storia industriale della nostra città e che adesso, dopo un lungo periodo di crisi, si prepara a scrivere una pagina nuova e positiva grazie alla capacità degli imprenditori e all’impegno di tanti lavoratori. Il nostro dono è quindi nel segno non solo della speranza ma dell’impegno di tutti per un futuro migliore.
Martedì, 1 Maggio, 2012