Cerimonia di donazione dei Ceri al Beato Gregorio X / Centro storico e Cattedrale di Arezzo, sabato 14 gennaio 2023 dalle ore 18.
Si celebrerà quest'anno, il 14 gennaio, una delle tradizioni più vive e sentite dagli aretini: la cerimonia dell'offerta dei ceri al Beato Gregorio X. Chi, del resto, recandosi bambino in cattedrale con i propri genitori, non ebbe a chiedere chi fosse quell'austera figura, sontuosamente vestita e ricomposta supina, dentro una teca di vetro. Non tutti si saranno sentiti rispondere che era Tebaldo Visconti, designato papa mentre era in Terrasanta e deceduto poi ad Arezzo nel 1276, reduce dal Concilio di Lione dove profuse ogni sforzo per riunificare la Chiesa d'oriente e d'occidente. Ma tutti, al di là della biografia, conservano scolpiti, in modo indelebile nella memoria, il ricordo delle sue sembianze e l'emozione di quell'incontro.
Una memoria quella di Papa Gregorio, riconosciuto Beato e conpatrono insieme a San Donato, che travalica i secoli dopo aver assunto i connotati di un culto pubblico e istituzionale a partire dall'anno 1327, allorquando la città di Arezzo inizia a commemorarne la morte con una solenne cerimonia in Duomo e l'offerta di ben 100 libbre di cera. Un omaggio doveroso a chi, oltretutto, ebbe a donare un cospicuo lascito di 30000 fiorini d'oro per la costruzione della nuova cattedrale da sempre tanto cara agli aretini. Da allora sono cambiati alcuni protagonisti della cerimonia - ieri le famiglie aristocratiche, il Podestà comunale, il Consiglio dei Quattrocento, oggi i quartieri della Giostra del Saracino, il Sindaco, le attuali autorità ecclesiali - ma il sentimento popolare di devozione è rimasto esattamente lo stesso. Con questo spirito la città si appresta a festeggiare la XXV^ edizione della ricorrenza nell'era moderna avendo, peraltro, incassato con soddisfazione la recente inclusione della stessa nell'albo ufficiale delle rievocazioni storiche della Toscana. Un marchio importante di autenticità che potrà contribuire a valorizzare la tradizione oltre i confini di casa a tutto vantaggio del turismo religioso e culturale.
Superati dunque i momenti critici della Pandemia, che hanno indotto modifiche e persino l'annullamento del cerimoniale, la donazione dei ceri torna finalmente alle origini con il concentramento delle rappresentative storiche del Comune e della Giostra in piazza San Jacopo, alle 18, seguito dall'esibizione degli Sbandieratori e dei Musici di Arezzo. Alle 18.25 le varie compagini (Fanti, Vessilliferi Valletti, Quartieri, Musici, Sbandieratori) muoveranno alla volta della Cattedrale passando per Corso Italia, via Cavour, via Cesalpino con tappa in Piazza della Libertà dove il Sindaco, l'Araldo, la Magistratura ed una rappresentativa della Fraternita dei Laici si uniranno al resto dello schieramento. Un'ulteriore e suggestiva coreografia degli Sbandieratori, scandita dal suono dei tamburi e delle chiarine, farà da preludio al rituale liturgico vero e proprio in Cattedrale, durante il quale i Quartieri e le autorità cittadine, attorniati da fedeli e curiosi, offriranno in omaggio al Beato Gregorio i ceri pregevolmente decorati, come consuetudine, da Rita Rossella Ciani.
Da qualche anno, per accentuare il significato della ricorrrenza, alla dimensione spirituale e liturgica fa eco quella della solidarietà terrena ispirata dal parroco della cattedrale e puntualmente corrisposta dai Quartieri cittadini con la devoluzione di un contributo finanziario al Caritas Baby Hospital, l'ospedale pediatrico di Betlemme gestito dalle suore. Vola dunque lontano la generosità del popolo aretino dedicata al papa di Piacenza che proprio in Palestina, per un singolare disegno del destino, depose la vesti di cappellano dei crociati per indossare quelle, ben più solenni, del successore di S. Pietro e guida suprema della chiesa romana. A ben vedere quella che da Gregorio arriva ai giorni nostri è anche la parabola di una fede religiosa che, dai tempi della guerra agli infedeli in Terrasanta, riscopre l'originaria vocazione alla pace fraterna e a stare dalla parte dei diseredati e di chi soffre.