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Nuovo Piano Strutturale e primo Piano Operativo del Comune di Arezzo

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Il Consiglio Comunale approva con Delibera n. 134 del 30/09/2021

Il Consiglio Comunale con Delibera n. 134 del 30/09/2021 ha proceduto all’approvazione - ai sensi dell’art. 19 e 31 della L.R. 65/2014 - del nuovo Piano Strutturale e del primo Piano Operativo del Comune di Arezzo.

Il primo Piano Operativo di Arezzo, segna un’evidente discontinuità con il passato e rappresenta la sintesi progettuale delle istanze promosse dalla città nel suo complesso, coniugate con la visione politica dell’Amministrazione Comunale. La sintesi del percorso progettuale fin qui seguito potrebbe essere la seguente :dall'espansione al recupero” ossia verso l’invarianza del consumo di suolo.

Si tratta quindi di un percorso pienamente orientato alla sostenibilità ambientale e al recupero del patrimonio edilizio esistente in linea con la normativa regionale e con il PIT in considerazione del fatto che, contrariamente al passato, l'espansione edilizia ha un ruolo residuale e tutti gli interventi sono finalizzati all’invarianza del consumo di suolo attraverso demolizioni di elementi incongrui o degradati, bonifica e ripristino delle caratteristiche originarie e di naturalità dei suoli.

La prima caratteristica del piano operativo consiste nella definizione del perimetro urbano all’interno del quale è stato circoscritto l’ambito di trasformazione del territorio già edificato. Quindi, forte limitazione a nuovo consumo di suolo e classificazione dell’edificato stesso sulla base dei diversi livelli di trasformabilità: basso, medio, alto. Gli interventi che comportano nuovo impegno di suolo esterno al perimetro edificato o introducono la grande distribuzione o l’aggregazione di media distribuzione sono soggetti alla conferenza di copianificazione. Per ciascuno dei tre livelli sono disciplinati gli interventi consentiti, gli incentivi previsti e le destinazioni d’uso non ammesse. Ad esempio negli ambiti a media trasformabilità l’ampliamento di edifici esistenti fino al 20% è sempre ammesso mentre la nuova edificazione è possibile solo con volumi derivanti da compensazione urbanistica o demolizione di altri edifici. Particolare attenzione è stata rivolta agli edifici di pregio e ai contesti rurali. In questi ultimi è stato ampliato il novero degli interventi ammissibili per le aziende agricole, funzionali allo sviluppo della loro attività. Nessun nuovo insediamento di attività produttive in territorio rurale. Negli ambiti specializzati del commercio è stata esclusa unicamente la residenza e negli ambiti specializzati della produzione oltre alla residenza è stata esclusa anche la media e grande struttura di vendita. Stop per quest’ultima anche negli ambiti caratterizzati dalla cosiddetta mixitè.

Per incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente e nell’ottica di favorire i processi di rigenerazione urbana e riqualificazione degli assetti insediativi sono state individuate forme di trasferimento volumetrico. Nel merito su tutto il territorio a tutti gli edifici privi di valore in stato di abbandono o di degrado è stata riconosciuta una capacità edificatoria sotto forma di credito edilizio, da trasferire negli ambiti specializzati a destinazione produttiva o da utilizzare per l’ampliamento di edifici produttivi esistenti, ovvero da trasferire in zona residenziale in lotti liberi o per l’ampliamento di edifici residenziali esistenti. Previsti inoltre alcuni istituti per la cessione gratuita all’amministrazione comunale da parte dei privati delle aree su cui realizzare interventi pubblici, quali la perequazione, la compensazione e le misure di incentivazione.

Venendo alla parte strategica, ossia le aree ad alta trasformabilità, il piano operativo si attua attraverso interventi urbanistici: il piano riduce dalle 160 del precedente regolamento urbanistico alle attuali 54 le suddette aree. Ecco le principali: piazza Amintore Fanfani e aree limitrofe, asse ferroviario, magazzini comunali a Saione, via Carlo Pisacane, area Unoaerre e Valli Zabban, area Catona 1, Catona 2, Catona 3, area Madonna di Mezzastrada. Focus specifico è rivolto alla riqualificazione della zona della Carbonaia con apertura al commerciale e al completamento dell’area ex scalo merci di Indicatore con apertura alla destinazione logistica e produttiva.

Per quanto riguarda le infrastrutture, obiettivo del piano è l’individuazione dei tracciati di completamento della Fano-Grosseto e del raccordo Arezzo-Battifolle. Capitoli a parte per l’assetto e l’equilibrio idro-geo-morfologico, al fine di evitare nuove situazioni di rischio e identificare compiutamente le principali criticità, e le aree soggette a vincolo nell’ambito delle quali spicca sia la Carta del grado di tutela archeologico e le Leopoldine della Val di Chiana aretina.

Lunedì, 4 Ottobre, 2021