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"No all’aumento delle indennità a sindaco, assessori e presidente del Consiglio Comunale: decisione fuori dalla realtà

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Nota dei consiglieri comunali Alessandro Caneschi e Giovanni Donati (Pd)

La nostra contrarietà all’aumento delle indennità che il sindaco e la giunta hanno deliberato non è populismo ma è realismo. La città è allo sbando: le strade sono disastrate, i servizi sociali sono inesistenti, i lavori pubblici, con costi che lievitano ogni mese, sono fermi, le case popolari sono in condizioni inaccettabili e sono stati persi 10 milioni di euro di finanziamento per ristrutturarle profondamente.

Il sindaco, senza più stimoli, è riapparso dopo due anni di assenza. Questo è quello che i cittadini di Arezzo quotidianamente hanno sotto gli occhi: eppure ogni mese Ghinelli, i suoi assessori e il presidente del Consiglio Comunale costano alle tasche degli aretini ben 70.000 euro. La legge di stabilità 2022 ha consentito questo aumento ma non era obbligatorio e si poteva decidere per una percentuale ridotta: ad Arezzo la giunta ha invece puntato al massimo consentito a partire dal primo gennaio 2024.

In un momento cosi particolare per le famiglie, dopo due anni caratterizzati dal Covid e dalle grandi difficoltà economiche che hanno dovuto affrontare, riteniamo che sarebbe stato giusto, per rispetto degli aretini, non raddoppiarsi gli stipendi Anche in considerazione del fatto che, come denunciamo ormai da anni, la giunta è guidata da un sindaco assente e composta da assessori che hanno dimostrato, nei fatti, di non essere in grado di amministrare.

La decisione di aumentare le indennità dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, arroganza: di fronte ai cittadini che gli contestano la privatizzazione di Villa Severi, i problemi del cattivo e insopportabile cattivo odore presente in tante frazioni del Comune o il regolamento del sistema integrato per i servizi all’infanzia, sindaco e giunta vanno avanti senza ascolto, come se la città fosse la loro.

L’inopportunità rispetto al momento storico e la valutazione sui modesti risultati raggiunti ci portano, pertanto, a essere fortemente contrari all’aumento delle indennità.

Giovedì, 1 Febbraio, 2024