Quello di oggi sarà un appuntamento importante non solo per gli orafi ma per Arezzo, la sua economia, il suo futuro. Il manifesto degli Stati generali dell’oreficeria può diventare un capitolo fondamentale del progetto di sviluppo del territorio.
La nostra è la città dell’oro: lo è stata, ha rischiato di non esserlo più, deve tornare ad esserlo con forza ancora maggiore. Con una proiezione non solo italiana ma internazionale. Gli imprenditori e le categorie economiche hanno delineato il perimetro che racchiude le azioni importanti e possibili: il credito, l’innovazione, le fiere, l’internazionalizzazione, la sicurezza, il lavoro. E infine l’immagine: Arezzo città dell’oro.
All’interno di questo perimetro, ognuno è chiamato a fare la sua parte.
Il tema della concertazione tra gli enti fieristici e la promozione del made in Italy all’estero può trovare un interlocutore interessante nel Ministero dello Sviluppo economico: il coordinamento, sia nelle iniziative nazionali che in quelle internazionali, può essere elemento di maggior forza dell’intero sistema orafo. E il Governo rimane punto di riferimento nelle controverse questioni dei dazi doganali.
La Regione Toscana ha svolto un ruolo fondamentale in tema di sicurezza delle imprese orafe, mettendo a disposizioni consistenti risorse. Una strada sulla quale proseguire, creando ulteriori opportunità su innovazione e credito.
L’Amministrazione comunale è chiamata ad un confronto concreto sul tema che non è solo immagine ma anche sostanza. L’oro è una peculiarità che Arezzo, a questi livelli, condivide solo con un paio di città italiane. L’oro è un prodotto universale, legato alla moda: non ha limiti di espansione. Può essere veramente uno dei perni sui quali delineare, in un giusto equilibrio tra manifatturiero e servizi, il futuro economico del nostro territorio.
Le produzioni orafe sono un vettore fondamentale della promozione di Arezzo nel mondo. E, come sollecitano gli imprenditori, l’oro deve essere anche una delle chiavi dell’accoglienza dei turisti in città. Il percorso espositivo dell’arte orafa è da approfondire sia dal punto di vista strutturale che gestionale ma si tratta di un’occasione imperdibile che può fare solo del bene alla città.