Tu sei qui

“Lui è Rossi. Che ci rende rossi… di rabbia”

Share button

Dichiarazione del consigliere comunale Roberto Bardelli (Fi-Pdl):

Oramai bisogna prenderci l’abitudine: il presidente Enrico Rossi, ricandidato dal Pd alla presidenza della Regione Toscana, nonostante i grandi disastri riportati nella sua carriera, non dimentichiamo il passaggio all’assessorato alla sanità toscana, spara sempre annunci all’impazzata giusto per vedere l’effetto che fa e poi, alla bisogna, corregge il tiro.

Ora, memore della sua esperienza con le Asl toscane, quando non si accorse del megabuco creatosi nel bilancio dell’azienda di Massa, pensa a un rimescolamento di questi enti al solo scopo di favorire le fatidiche tre sorelle mangiatutto: Firenze, Siena, Pisa.

Sono anni che i consiglieri regionali Mugnai e Ammirati hanno indicato la strada per come operare e agire correttamente senza intaccare la qualità dei servizi sanitari, ma sono stati sempre ignorati. La giunta regionale di centrosinistra ha preferito non vedere e rimandare il problema a dopo le elezioni. Solo che le elezioni in Italia ci sono sempre per cui a rimando è seguito rimando. Magari succederà così anche in questa occasione.

Ma parliamoci chiaro: il governatore Rossi non vuole bene alla nostra città, al nostro territorio, alla nostra gente. Quando c’era l’idea delle macro-province (già, ci pensate alla buffonata messa in piedi da questi fenomeni sulle provincie?), eliminò subito Arezzo; quando c’era da accorpare il servizio di emergenza del 118, gli venne in mente di eliminare la centrale di Arezzo; quando c’è stata la fusione delle aziende locali per la gestione dei rifiuti in Sei Toscana, ha scelto Siena come sede amministrativa. Il pontederese Rossi non aiuta il nostro territorio.

Ma al Pd locale figuriamoci se importerà questo florido curriculum. I “signorsì” piddini aretini lo inviteranno in città prima delle elezioni regionali, lo accoglieranno in pompa magna lucidandogli pure le scarpe, lui stringerà mani e dispenserà sorrisi, qualche promessa per calmare le acque, poi da aprile 2015 avrà dinanzi a sé 5 anni per fare e disfare come meglio crede. Scommettiamo che per noi aretini… non ci resta che piangere? O arrabbiarci veramente cacciandolo dalla presidenza della regione.

Mercoledì, 1 Ottobre, 2014