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L’interporto all’esame del Consiglio comunale

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E i nuovi Presidenti della commissione bilancio e scuola

Nuovi presidenti per due commissioni consiliari: per bilancio, finanze, tributi, partecipate, presieduta prima dall'attuale assessore Barbara Bennati, è stata eletta con 24 voti Cinzia Scartoni (Pd) mentre per scuola, politiche sociali, integrazione, già presieduta dalla dimissionaria Aurora Rossi, è stato eletto Gianni Mori (Sinistra per Arezzo) con 17 voti. 

Roberto Barone ha poi illustrato il suo atto di indirizzo sull'interporto: “nome poco adatto perché quello è uno scalo merci. Nel 2003 fu sottoscritta la convenzione fra Comune e la società aggiudicataria dell'area logistica che doveva essere bi-modale, ovvero con scambio gomma-rotaia. La società di impegnava per realizzare le relative infrastrutture. La convenzione aveva una validità di 10 anni. Il progetto subì modifiche che approvammo in Consiglio Comunale tra cui la previsione dell'inserimento del nuovo mercato ortofrutticolo. Il punto attuale è il deserto del Sahara tranne, appunto, l'edificio prefabbricato destinato ad accogliere quel mercato. L'effettiva realizzazione dello scalo merci avrebbe un effetto domino su altre situazioni, dal Polo del Digitale all'area container presso la stazione. È stato giusto domandarsi solo l'anno scorso: quale fine avrebbe fatto quell'area? Ora però dobbiamo parlarne. Ecco allora questo atto di indirizzo per un dovere verso i cittadini di Indicatore e di tutta Arezzo. Propongo di impegnare sindaco e giunta, prima di procedere a ogni eventuale proroga della convenzione, a verificare lo stato dei lavori ed eventuali opportunità economiche derivanti dall'opera realizzata secondo il progetto originario. Se tali opportunità venissero riscontrate, chiedo che sia verificata la piena attuazione delle opere previste e l'impegno anche da parte di RFI di rispettare gli obblighi derivanti da un protocollo d'intesa. Se tutti questi punti avessero esiti negativi, sindaco e giunta individuino nuove soluzioni di utilizzo dell'area, che siano valide alternative economiche non impattanti. Chiedo ovviamente che di tutti questi passaggi siano costantemente informati il Consiglio Comunale, i cittadini e il gruppo di lavoro costituitosi a Indicatore”.

 

Alessio Mattesini ha ribadito che “già a leggere i cartelli si nota la scritta: 'scalo merci'. Poi con gli anni abbiamo potuto ammirare una spianata senza opere. L'atto di indirizzo è condivisibile, con una serie di domande: che fine farà lo scalo merci di Arezzo? Quanto è già stato speso? Quali sono le soluzioni che la società ha pensato di realizzare? Chiedo comunque un'integrazione all'atto di indirizzo con un emendamento che riserva una particolare attenzione alla viabilità di Indicatore, dalla rotonda di Ponte a Chiani a una bretella specifica di congiunzione con il raccordo autostradale. Opere di viabilità che chiedo siano realizzate antecedentemente e indipendentemente dallo scalo merci perché è certo che lo spostamento del mercato ortofrutticolo ed eventuali ulteriori insediamenti provocheranno sicure difficoltà”.

 

Lucio Bianchi: “parto dalle linee programmatiche di mandato dov'è scritto: promuovere Arezzo in un grande progetto intermodale stradale e ferroviario nord-sud ed est-ovest. Ditemi voi se tale idea è stata mantenuta. Poi intermodalità, stazioni sulla direttissima, nodi stradali nazionali, nel programma di mandato si trovano impegni eccezionali che stridono con la realtà dei fatti. Per l'interporto sono già stati spesi 1,5 milioni di euro dalla Regione Toscana. Da scambi bi-modali che dovevano fare Arezzo il cuore della mobilità nazionale, siamo arrivati a un immobile con una tettoia peraltro da 1 milione di euro. Avremo nell'area, temo, un'attività di scambio merci minima ma sufficiente a incrementare il traffico pesante”.

 

Marco Tulli: “questo non è un problema per noi ma per tutti quanti. L'interporto è il paradigma di una situazione, di ciò che succede qua dentro. È un paradigma del deficit democratico che stiamo vivendo. Mi dite che rappresenta quel posto lì? Siamo 'lungimiranti', costruiamo i capannoni per l'anno 3.000? Per questo atto di indirizzo, che doveva essere a responsabilità condivisa, abbiamo usufruito del lavoro dei comitati che rappresentano il territorio e non interessi particolari. La commissione consiliare trasporti convochi questi comitati e mi auguro monitori fin da subito, passo dopo passo, l'attuazione di questo atto di indirizzo”.

 

Pilade Nofri: “manca la viabilità innanzitutto in quel luogo, ed è vero. Ma dovevamo togliere dal centro uno scalo merci. Oggi, le ferrovie, fatti i conti, hanno scoperto di rimetterci e hanno detto: l'opera non interessa più. Allora cosa fare? Dal momento che oggi c'è un assessore regionale, attraverso la regione studiamo la soluzione giusta per l'intera provincia”.

 

Daniele Farsetti: “pongo due interrogativi legati al passato, alle vicende che hanno portato a questo spiazzo di desolazione. Come si è potuto spendere tanti soldi, anche del Comune di Arezzo, semplicemente per mettere in moto un meccanismo, sulla base di una lettera d'intenti. Il secondo riguarda i finanziamenti regionali”.

 

Francesco Francini: “cattedrale nel deserto costruita con soldi pubblici spesi male. Prima bisognerebbe pensare alla viabilità e poi agli interventi. Qua si fa il contrario. Mi auguro che la questione Indicatore non si concluda con questo atto di indirizzo, qualunque sia il suo esito. E la società privata mi auguro tiri fuori adesso mille idee, magari spronata dall'amministrazione”.

 

Luigi Scatizzi: “in questo paese continuiamo a fare previsioni di investimenti con scarsa certezza dei progetti e dei tempi. Più con spirito speculativo. Ora anche Arezzo sembra coinvolta in questa prassi. Oggi quell'opera, di cui ho cominciato a sentire parlare negli anni Novanta, è inutile nel contesto in cui viviamo. La politica dovrebbe richiamare le ferrovie alla loro responsabilità, tutti assieme, dal sindaco ai parlamentari di ogni estrazione”.

 

Alessandro Arcangioli: “la storia delle città non è che nasca improvvisamente. Arezzo era fuori da qualunque infrastruttura nazionale. Dopo la costruzione dell'autostrada, è rimasta fuori da altre ipotesi. E come fare uscire Arezzo da questo isolamento è sempre stata la domanda di fondo. Anche l'interporto va inserito in questo ragionamento. Oggi Arezzo sta vivendo una situazione di oggettiva difficoltà e questa deve essere una preoccupazione. Lo scambio intermodale era un'occasione. E un'area idonea oggettivamente era quella prescelta. Il buco vero che si è creato negli anni ed è stato il disimpegno delle ferrovie dello stato. Il realismo non devo comunque mancare”.

 

Matteo Bracciali: “alcuni consiglieri hanno utilizzato la questione per una polemica verso sindaco e giunta. Ma i tempi amministrativi nella vicenda hanno giocato un ruolo rilevante, senza considerare il quadro economico completamente mutato. Il tema che propongo è: troviamo una soluzione adeguata che interessa la comunità e questo atto di indirizzo va in questa direzione. Andrà fatto una valutazione ampia, coinvolgendo le categorie economiche”.

L'emendamento Mattesini è stato fatto proprio da Roberto Barone. L'atto di indirizzo è stato approvato all'unanimità con 24 voti.

 

Mercoledì, 1 Maggio, 2013