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L’europarlamentare Silvia Costa alla Casa delle Culture

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Le prospettive della cultura nell’Europa del 2020

Nell’ambito dell’iniziativa “Notte dei Ricercatori” che avrà il suo clou venerdì 27 settembre, si è svolto alla Casa delle Culture il convegno “L’alba dell’Europa 2020: prospettive e temi del prossimo ciclo di programmazione europea” al quale ha partecipato l’eurodeputato Silvia Costa.

Hanno introdotto i lavori l’assessora alle politiche internazionali del Comune di Arezzo Stefania Magi e la direttrice del dipartimento universitario di Arezzo Loretta Fabbri.

“Spesso si parla di Europa - ha sottolineato Stefania Magi - pensando ai vincoli finanziari ma la nostra presenza qui dimostra che noi guardiamo all'Europa non come una matrigna ma come un'istituzione che va verso l'inclusione e la promozione della cultura. Come vede l'Europa i suoi cittadini nel 2020? Noi vogliamo partecipare a questa sfida e contribuire a rispondere a questa domanda”.

Loretta Fabbri: “grazie della partecipazione dei relatori a questa Notte dei Ricercatori che Arezzo ospita per la prima volta. Come dipartimento abbiamo voluto aderirvi per tre obiettivi: il primo è fare conoscere la ricerca, come attività utile all'innovazione e allo sviluppo del territorio. Il secondo obiettivo è fare capire che la ricerca è una proprietà di tutti, si parla infatti di ‘open science’, quindi queste giornate consentono alle diverse forme della ricerca di contaminarsi fra loro. Terzo obiettivo è mettere i giovani nella condizione di apprendere. Perché è necessario democratizzare gli accessi, sia alla ricerca che alle risorse a essa destinate, proponendo continue occasioni di apprendimento”.

“Il Trattato di Lisbona - ha ricordato Silvia Costa - ha introdotto nuove competenze europee nell’ambito delle politiche culturali fino a quel momento sempre riservate agli Stati membri. Adesso si parla di complementarietà fra Europa e singoli paesi su materie quali la diversità linguistica, patrimonio culturale europeo e sostegno all’industria culturale europea. Nell’ambito della nuova programmazione che abbraccia un arco temporale dal 2014 al 2020, sulla quale il Parlamento Europeo si è distinto per importanti integrazioni rispetto al quadro proposto dalla Commissione, ritengo sia necessario valorizzare proprio la sostenibilità culturale perché la cultura non si rigenera. Il programma del settennato parla di cultura ma anche di creatività culturale e di altri ambiti quali gli audiovisivi e fissa una serie di risorse che ovviamente dovranno essere distribuite fra i 28 paesi membri. Altre risorse possono essere reperite per progetti specifici alle voci ‘sviluppo rurale integrato’ e ‘risorse ambientali’. L’importante è adesso fare sistema fra i vari attori a tutti i livelli, serve una nuova governance dove sia chiaro capire chi fa cosa e con quali risorse e tutti gli attori siano responsabilizzati. Consideriamo poi che i fondi strutturali europei sono sempre co-finanziamenti, integrano cioè fondi nazionali e locali per creare valore aggiunto e occasione di sviluppo, non sono meramente compensativi dei tagli alle risorse. Un aspetto positivo è stato quello della creazione del dipartimento della coesione territoriale, un punto di coordinamento fra stato e regioni nella gestione degli accordi di partenariato, lo strumento individuato dalla commissione per la gestione dei vari progetti”.

Domenica, 1 Settembre, 2013