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La Lancia d'oro della Giostra di giugno

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La cerimonia di presentazione in Comune e l'inaugurazione della mostra dei bozzetti

È stata presentata questa mattina la lancia d’oro per la 125esima edizione della Giostra del Saracino. Sabato 22 giugno il trofeo,  adottato dal Centro Commerciale Setteponti e dedicato alla Fraternita dei Laici in occasione del 750esimo anniversario dell’approvazione dei primi statuti.

Alla cerimonia hanno partecipato il Sindaco Giuseppe Fanfani, l’assessore alla Giostra Francesco Romizi, il Presidente dell’Istituzione Giostra Angiolo Agnolucci, il presidente della galleria Centro Commerciale Setteponti, Massimo Boncompagni.

In prima fila come ormai è tradizione c’erano i rettori dei quartieri, il consulente storico della Giostra del Saracino Luca Berti e gli artisti Maria Bidini e Francesco Tenti vincitori del concorso di idee per l’impugnatura. Un bozzetto realizzato direttamente dagli ideatori che Francesco Conti ha poi completato con l'asta, dando così forma al trofeo.

“Anche quest’anno due dediche di importante valenza storica per la città – sottolinea il Sindaco Fanfani.La lancia della prima edizione, dedicata alla Fraternità dei Laici, è particolarmente evocativa e anomala nella sua messa in opera. Ringrazio gli ideatori, l’intagliatore e la galleria del centro commerciale Setteponti che per il terzo anno ne sostiene la realizzazione. Colgo questa occasione anche per ringraziare il giovane Saverio Crestini che ci regala un’ulteriore pubblicazione sulla Giostra dalle origini fino al 1940 e che rende onore anche al nostro concittadino Carlo Dissennati”.

Lo ‘storico’ Luca Berti  ha sintetizzato le motivazioni della dedica e l’intagliatore Conti ha spiegato le difficoltà tecniche nel “saper scolpire e sapersi anche fermare al momento giusto”.

Soddisfazione anche degli ideatori Maria Bidini e Giuseppe Tenti per aver potuto lavorare, e molto velocemente, sulla simbologia di un tema particolarmente sentito.

I Rettori dei Quartieri, insieme all’emozione di vedere per la prima volta la Lancia, ringraziano tutti e si augurano di poterla esporre nelle loro sedi. E Massimo Boncompagni, Presidente della Galleria Setteponti conferma che “siano sempre contenti di ‘adottare’ la Lancia d’oro della Giostra del Saracino. Valorizza il nostro Centro che, oltre ad essere luogo dove fare la spesa, è anche un momento di aggregazione e c’è sempre tanto interesse da parte dei clienti quando ospitiamo la Lancia”.

Conclude il Presidente dell’Istituzione Angiolo Agnolucci che ringrazia anche l’ufficio Giostra del Comune per l’impegno di tutto l’anno per la buona riuscita di questa manifestazione insieme al nuovo assessore Romizi e ai Quartieri che rendono visibili a tutti queste ‘opere d’arte’ nei Musei del loro Quartieri.

 

Al termine della cerimonia di presentazione della lancia d’oro, è stata inaugurata nelle sale espositive del Benvenuti ad Arezzo di Palazzo Comunale la mostra dei bozzetti del concorso della lancia d’oro con tutte le opere realizzate dagli artisti che hanno partecipato al concorso. La mostra rimarrà aperta fino al 1 di settembre dal lunedì a venerdì con orario 10-13 e 14-19 e nei giorni di sabato e festivi dalle 10 alle 19.

 

SCHEDE ARTISTI

MARIA BIDINI  nata ad Arezzo il 1.6.1950 membro del Cenacolo degli Artisti Aretini. Fin da piccola ha avuto la passione per il disegno e la pittura. Diplomata in Ragioneria, consegue la laurea in Scienze Politiche. Sposata con due figli svolge fino al 2009 l’attività di impiegato di banca senza dimenticare la pittura. Negli ultimi anni si è poi dedicata alla pittura con maggior assiduità,  realizzando così il sogno di una vita.

Dal 2003 ha frequentato  gli studi dei Maestri  Marrone e Meschini di Arezzo nonche’ corsi di disegno e nudo nell’ambito del progetto RADAR curato dal Maestro Enrique Moya Gonzales presso l’Istituto Superiore d’Arte di Arezzo. Bidini, disegna o dipinge qualsiasi soggetto che possa suscitarle “emozione”, nell’intento di  poterla fissare e trasferire ad altri, prediligendo la figura umana ed il ritratto.

Per questo e’ in continua ricerca di nuovi spunti e nuove  tecniche da apprendere,  approfondendo la sua conoscenza sia dell’arte classica che contemporanea.

 

GIUSEPPE TENTI nato ad Arezzo il 13.04.1960 membro del Cenacolo degli Artisti Aretini. Diplomato presso l’Istituto Superiore “Margaritone” di Arezzo, sposato con due figli, attualmente gestisce un’attività commerciale.

Da sempre appassionato di lavori manuali, dell’artigianato e artistici, da circa 15 anni pratica

la tecnica dell’intarsio, tutto manuale. Ha partecipato più volte in Casentino, alla Mostra Mercato “Le forme del Legno”  di Pratovecchio ed espone nell’ambito delle mostre organizzate al “Borro” di San Giustino Valdarno.

Nel 2003, tramite l’Assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo, ha esposto a Parigi  una sua opera raffigurante Piazza Grande, nell’ambito della mostra “Le piazze d’Italia”.


SCHEDA FRATERNITA LAICI   (a cura di Luca Berti)

Fraternita dei Laici (1263-2013) La ‘lancia d’oro’ della Giostra di San Donato anno 2013 (125a edizione dell’età contemporanea) è dedicata alla Fraternita dei Laici, nel 750° anniversario dell’approvazione dei primi statuti. Sorta nella prima metà del Duecento come congregazione penitenziale e poi di culto mariano, la Fraternita di Santa Maria della Misericordia, oggi Fraternita dei Laici, viene rifondata con gli statuti approvati dal vescovo Guglielmino degli Ubertini il 2 aprile 1263. L’istituzione – della quale fanno parte tutti i cittadini di Arezzo – assume allora uno spiccato carattere caritativo, dispiegando per secoli la sua attività in favore delle categorie e delle frange più deboli della popolazione (poveri, miserabili, vedove, orfani, ammalati, ecc.) ed occupandosi della sepoltura dei defunti. Destinataria di ricchi lasciti, nel secolo successivo la Fraternita potenzia ed estende la sua opera ed inizia la costruzione di una nuova, prestigiosa sede in Piazza Grande, alla quale lavoreranno artisti di primo piano, come Bernardo Rossellino e Giorgio Vasari, da un lato, Spinello, Parri di Spinello, Bartolomeo della Gatta, dall’altro, e Felice da Fossato, autore dell’orologio della facciata. Fra i benefattori va segnalato Lazzaro di Feo Bracci, detto “Lazzaro ricco”, morto nel 1410. Sullo scorcio del Quattrocento la Fraternita sostiene la nascita del monte di pietà (“Monte Pio”), per il prestito del denaro su pegno, che sarà attivo fino all’inizio del XIX secolo. Nel 1524 viene devoluto all’istituzione l'ospedale di sant'Agostino, le cui rendite eccedenti consentiranno di intensificare le attività di assistenza e beneficenza e di ampliare l’intervento in campo culturale, con la creazione di una scuola pubblica ed il sostegno agli studi dei giovani meritevoli, fra i quali Giorgio Vasari.

Nella seconda metà del Cinquecento, grazie anche alle eredità Gambiglioni e Cofani, viene costruito l'imponente Palazzo delle Logge destinato a chiudere il lato nord di Piazza Grande, che ospiterà al primo piano il teatro La Fenice, primo teatro stabile di Arezzo, utilizzato fino all’Ottocento inoltrato e poi trasformato in aula di Corte d’Assise; contemporaneamente si progetta e si attiva il primo acquedotto urbano, che sarà gestito dall’ente fino al pieno Novecento. Al pari di tutte le altre istituzioni cittadine anche la Fraternita passa sotto il controllo del patriziato locale, intensificando l’assistenza ai “poveri vergognosi”, cioè ai membri delle famiglie nobili incapaci di sostenere il tenore di vita aristocratico. Grazie alla donazione dei libri di Girolamo Turini (1602) si forma la “libreria” della Fraternita, aperta al pubblico nel 1680 e primo nucleo della biblioteca civica. Pochi anni prima (1674) l’istituzione aveva favorito l’insediamento di una tipografia in Arezzo, che ne era sprovvista.

Il riformismo leopoldino indirizza la Fraternita verso programmi di carattere collettivo, quali industrie manifatturiere e lavori pubblici, come il nuovo cimitero fuori della cinta muraria (1767). Successivamente l’istituzione crea una scuola di disegno per la formazione dei figli dei braccianti (1806) e, grazie ad Antonio Fabroni, il primo museo cittadino di Storia naturale e antichità (1823), dal quale nel Novecento sorgeranno i musei archeologico e medievale. Riceve poi l’eredità Sabatini (1828), che consente di inviare giovani medici aretini a perfezionarsi a Parigi, e la Collezione d’arte e archeologia dello scultore Ranieri Bartolini (†1856). Con la riforma del 1870 cade il privilegio nobiliare nel governo dell’ente, mentre dal 1882 la sede di Piazza Grande accoglie gli uffici giudiziari della città.

Sullo scorcio dell’Ottocento la Fraternita si trasforma in Istituzione pubblica di assistenza e beneficenza (Ipab), come previsto dall’apposita legge del 1890. Nel 1925 riceve il patrimonio lasciato dal commendator Giuseppe Ninci (oltre mille ettari di terreni nei comuni di Arezzo, Civitella della Chiana e Monte San Savino) e nel 1965 quello del cavalier Giovan Battista Occhini (oltre 400 ettari di terreni ubicati nei comuni di Arezzo e Castiglion Fibocchi), che, oggetto di interventi di miglioria e valorizzazione, costituiscono con le loro produzioni agricole una parte fondamentale delle entrate attuali dell’ente.

A partire dal 2006, la Fraternita si trasforma in Azienda pubblica di servizi alla persona, entrando a far parte del sistema integrato di zona per i servizi socio-sanitari; le attività di rilevanza economica ricevono nuovo slancio e vengono formulate nuove proposte in ambito sociale e culturale (Archivio storico, “Annali Aretini”, sezione didattica). Recentemente l’ente rientra nella sua storica sede di Piazza Grande.

 

                                                                                                          

Sabato, 1 Giugno, 2013