“Ora approfittiamo del buon senso della Consulta per cambiare davvero; in Italia e in Toscana. Se c’è una cosa che più di ogni altra ha connotato il degrado politico e istituzionale dell’Italia di inizio millennio è proprio la legge elettorale.
Di quanto il Parlamento fosse succube degli interessi di parte si era già avuto ampia prova con le varie leggi che si erano susseguite dal 2001 al 2006; ma la legge elettorale approvata alla fine del 2005 ne fu l’emblema, ipocritamente chiamata Porcellum, di cui negli anni a venire tutti i partiti in sostanza approfittarono. Io ero in Parlamento e non la votai.
È sintomatico che durante gli otto anni successivi nessun vero tentativo di cambiarla vi sia stato, mentre tutte le gerarchie pensavano solo a perpetuare se stesse attraverso la nomina di persone loro affidabili. Così è stato ed è ancora più antipatico che per realizzare una simile legge, si sia preso a modello la legge elettorale della Toscana.
Ora ringraziamo la Consulta per la decisione che, più che alla legge, suona censura ai partiti e al ceto politico in generale e prendiamo spunto dalla decisione per tre riflessioni: innanzitutto quelli che vollero questa legge elettorale e che da maggioranza la imposero dovrebbero stare zitti, fare un esame di coscienza ed essere conseguenti.
In secondo luogo il ceto politico dovrebbe evitare di analizzare le conseguenze della decisione della Consulta e immediatamente porre mano a una nuova legge elettorale vera e non finta, con la quale gli italiani abbiano la possibilità di decidere. È ovvio che i partiti dovrebbero avere dignità e forza per rinunciare al privilegio dei listini, delle quote extra ordinem e di quanto permette ancora loro di salvare gli intoccabili. E la forza maggiore dovrebbero averla nel convincere i loro nominati, che non hanno da parte loro nessuna voglia di affrontare il giudizio della gente.
In terzo luogo la Regione Toscana, che è stata la prima a inventare questo metodo, dovrebbe dare l’esempio e modificare la legge elettorale senza aspettare che qualche cittadino ricorra alla Consulta. Anche questo sarebbe buon senso.
Spero che la nuova classe dirigente si faccia carico di queste istanze”.