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Gli atti d'indirizzo nel Consiglio di oggi

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Dal menù vegano alle dimissioni in bianco
Menù vegano nelle scuole La proposta di un menù vegano per un giorno alla settimana nelle mense a gestione comunale e convenzionate è stata avanzata da Marco Tulli di Sinistra ecologia e libertà. “Nei capitolati di appalto per la gestione delle mense occorre inserire punteggi per le ditte che prevedono menu con preponderanza di prodotti locali, tipici e biologici rispettosi della stagionalità degli alimenti piuttosto che prodotti di origine animale”. Una posizione suffragata da dati ambientali, alimentari e sanitari che evidenziano fattori di rischio per chi non assume nelle forme dovute frutta, verdura, cereali integrali e oli vegetali. “Scelte virtuose sia eticamente sia per l'ambiente sia per la salute delle persone. La nutrizione è capire l'importanza della qualità del cibo e della sua preparazione, nutrire un bambino significa offrirgli un'alimentazione globale, non globalizzata. Iniziative di un giorno senza prodotti di origine animale nelle mense pubbliche sono adottate da città europee, Brema; italiane, Bolzano; del mondo, San Francisco e San Paolo, solo per fare alcuni esempi. Costruire un giorno alla settimana di questo tipo serve a fare apprezzare ai bambini piatti appetibili e diversi dal solito per dirigerci verso una educazione alimentare completa. È un modo per dare una svolta culturale di lungimiranza come lavorare sul fotovoltaico e la raccolta differenziata”. Marzia Fantana ha proposto un atto di indirizzo collegato per garantire questa alimentazione vegetariana e vegana ogni giorno “perché il diritto ad avere un'alimentazione completa di questo genere non può conoscere limitazioni: quindi pasti nutrizionalmente bilanciati e completi quotidianamente. Il vegetariano, ricordo, si salva perché esclude la carne e ricorre a un alimento alternativo. Sono i vegani ad avere maggiori difficoltà per trovare alimenti compatibili con il loro stile: soia, legumi, frutta secca. Quindi devono essere messi in condizione di trovare questi alimenti nelle mense”. “Per quanto riguarda l'atto di Fontana, si tratta di soluzioni già previste, a mio modo di vedere - ha sottolineato Francini. Per quanto riguarda l'atto di Tulli mi sorprende che si debbano obbligare le mense scolastiche a tenere un determinato menù senza che il genitore possa mettere bocca. La cultura sottesa a questa iniziativa è la negazione della libertà, soprattutto quella educativa del genitore. Un Comune che obbliga dei bambini a un'educazione e a un regime alimentare che ha per presupposto una precisa filosofia di vita è una forzatura etica e pedagogica. Non si può imporre una scelta che dovrebbe essere volontaria, io devo essere libero di poter educare i miei figli a mangiare proteine animali. Poi sarà mio figlio a dirmi se l'ho educato bene o no. Senza considerare che abbiamo la migliore dieta del mondo, quella mediterranea che ci invidiano in tutto il mondo e che è completa a detta degli esperti”. Il Sindaco Giuseppe Fanfani: “quando affrontiamo problemi di natura sociale andrebbero messi da parte gli opposti dogmatismi. Se dovessi sublimare il gusto della tavola non potrei non citare alcuni piatti tipici locali ma al di là di questa premessa ironica noi abbiamo un dovere in più che è di valutazione dei comportamenti sociali. Quando ci sono comportamenti che determinano costi sociali, l'obesità in America, tumori riconducibili a stili di vita, fumo o grassi animali, gli amministratori hanno il dovere di intervenire. I documenti di Tulli e Fontana sono sollecitazioni sagge tuttavia ciascuno dinanzi all'alimentazione deve avere il proprio approccio. Sostengo che debba esservi nei confronti del cibo estrema prudenza specie negli asili pubblici che coinvolgono quindi i bambini. E i nostri asili sono particolarmente attenti. Peraltro la raccomandazione ai dietisti che si occupano delle diete dei nostri bambini ci sono già”. L'assessore Lucia De Robertis, prendendo spunto da quest'ultima considerazione, ha aggiunto: “sono 4.000 i pasti che l'amministrazione offre al giorno, pari a 50 tipologie di menù che seguono le indicazioni dei medici fondate su precise patologie come celiachia o allergie. Raccomandiamo le verdure per cui se ci sono genitori che fanno richiesta di cibo vegetariano praticamente lo garantiamo. Teniamo conto di altri piccoli particolari: ad esempio, il giorno in cui serviamo il formaggio, mettiamo nel piatto due tipologie di questo cibo. L'organizzazione delle mense tuttavia non può garantire ogni giorno un menù vegano e vegetariano. Non possiamo garantirlo perché le diete vegana e vegetariana si fanno in completa autonomia, occorrerebbero cucine separate, cuochi separati, vassoi separati. Poi c'è l'aspetto dei costi, non trascurabile”. Il Consigliere Scatizzi ha evidenziato la necessità di coinvolgere con l'informazione e la formazioni i genitori sulle possibilità che hanno in relazione alla dieta vegana e vegetariana. In questo modo potranno essere affrontati numerosi problemi, a cominciare dal rischio obesità. Il consigliere Ruzzi ha confermato il valore della dieta mediterranea e dei prodotti a chilometro zero. Marzia Fontana ha sottolineato che la proposta del Pd è finalizzata a rendere libera la scelta dei cittadini e quindi delle famiglie. Tulli ha replicato che non siamo di fronte ad una questione di libertà ma alla necessità di dare un indirizzo alle scuole. Aurora Rossi ha ricordato come il Comune di Arezzo abbia sperimentato, oltre 20 anni fa, menù vegetariani. Non siamo, quindi, di fronte ad una questione di moda ma alla necessità di sperimentare nuove linee. L'atto d'indirizzo Tulli è stato bocciato con 6 voti a favore, 7 contrari e 12 astenuti. L'atto d'indirizzo Fontana è stato invece approvato con 13 voti a favore, 4 contrari e 8 astenuti Ampliamento orario Ztl Ancora Marco Tulli ha proposto l’ampliamento dell’attuale orario della ZTL dalle 8.30 alle 22.30 “per riqualificare il centro storico e agevolare la vita stessa dei suoi residenti che hanno sempre maggiori difficoltà a trovare parcheggio. Senza considerare i benefici ambientali che una misura del genere produrrebbe”. Ghinelli (PdL) ha accusato la maggioranza di non avere coraggio politico nella sue scelte e Lucherini (PdL) ha sottolineato che bisogna tenere conto delle necessità dei cittadini: non si può consentire l'accesso per portare i bambini a scuola e negarlo per andare a riprenderli. Barone (IdV) ha invitato tutti a votare l'atto nella prospettiva di rendere concreto il Pum e quindi l'indicazione della chiusura del centro storico alle auto. Bracciali (Pd) si è detto d'accordo con la proposta Tulli rinviando alla Commissione consiliare l'approfondimento del problema Scatizzi (Udc) ha chiesto che venga rivisto il Pum, incentivando il mezzo pubblico e diminuendo l'uso di quello privato. Farsetti (Movimento 5 Stelle): l'obiettivo è che l'auto non sia l'elemento irrinunciabile della mobilità. Questa deve essere integrata e pianificata e non si possono mettere in atto “interventi spot” come si è registrato con i recenti multipiano. Francini (Pdl) ha annunciato che il gruppo non partecipa al voto: il tema della mobilità non può essere affrontato con provvedimenti diversi e frammentati. L'atto d'indirizzo è stato approvato con 18 voti a favore e 1 astenuto. Strumenti di autotutela per gli agenti di PM Dotare di strumenti di autotutela gli operatori della polizia locale è stata la richiesta di Francesco Francini del Pdl: “a mero titolo esemplificativo cito gli spray irritanti e gli sfollagente estensibili. I nostri vigili hanno in dotazione solo armi da sparo. Vogliamo che il Sindaco si adoperi presso le autorità competenti, in primis la prefettura, perché il corpo della polizia locale sia autorizzato a dotarsi degli strumenti sopracitati. Propedeuticamente sia consentito ai nostri agenti di frequentare un corso di addestramento apposito”. Arcangioli (Pd) ha presentato un emendamento nel quale ricorda che la Giunta ha già approvato la dotazione di strumenti di autotutela per ridurre al minimo l'utilizzo di armi da fuoco. Tulli (Sel) ha presentato un altro emendamento in base al quale il manganello deve essere alternativo alla pistola. Barone (IdV) ha precisato che la sostituzione della pistola con il manganello potrebbe avere eccezioni in particolari casi di servizio. L'atto d'indirizzo Tulli è stato respinto con 5 voti a favore, 16 contrari e 1 astenuto L'atto d'indirizzo Francini è stato invece approvato con 19 favorevoli, 1 contrario e 4 astenuti Dimissioni in bianco Aurora Rossi di Sinistra per Arezzo ha chiesto di ripristinare il divieto delle dimissioni in bianco: esso prevede che il lavoratore sia costretto a firmare la lettera senza data di licenziamento al momento dell’assunzione. Le dimissioni in bianco restano così come una spada di Damocle sopra la testa del lavoratore, magari per anni. Recentemente la Cgil di Arezzo ne ha denunciato l’estensione e a subire più spesso questo trattamento sono le più giovani e le meridionali. Per quanto riguarda le lavoratrici costrette alle dimissioni per motivi di gravidanza, il reintegro nel posto di lavoro interessa solo 4 casi su 10. Paradossalmente abbiamo in Italia leggi molto avanzate in ambito di mercato del lavoro, come lo Statuto dei lavoratori e la legge sulla tutela delle lavoratrici madri. Ma se esistono leggi molto forti prese ad esempio in Europa vengono messi in atto tutti i tentativi per aggirarle, anche nelle aziende con più di 15 dipendenti, la soglia che fa scattare le tutele dello statuto. Questa è la realtà, di lavoratori sotto ricatto”. La mozione chiede di introdurre nei bandi e nelle gare per beni e servizi clausole che fin dal bando prevedano la possibilità di dimissioni solo se firmate in presenza del funzionario o del dirigente della pubblica amministrazione responsabile dell’atto. Tulli (Sel) ha sostenuto l'atto, tanto più utile in questa Europa nelle mani delle banche e della finanza. Arcangioli (Pd) ha ricordato la mobilitazione del Pd contro le dimissioni in bianco: raccolta di firme e manifestazioni. Barone (IdV) ha giudicato “vergognosa” la pratica delle dimissioni in bianco ed ha chiesto che il Comune faccia quanto possibile per contrastarla anche nei suoi bandi di gara. Bennati (Pd) ha chiesto chiarimenti alla Segreteria generale del Comune quali sono gli strumenti reali di un Comune per intervenire in questa materia. Nofri (Pd): nessun lavoratore deve essere penalizzato dall'arroganza di un datore di lavoro L'ordine del giorno è stato approvato con 16 voti a favore.
Domenica, 1 Aprile, 2012