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Il futuro della sanità toscana: confronto Regione, Comuni, Asl

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Macroaree, governo della sanità, ruolo dei Comuni, la tutela della salute dei cittadini. Conferenza dei Sindaci con l’assessore regionale Marroni e il direttore generale Desideri

Conferma delle scelte, rassicurazioni sull’impatto che avranno sui cittadini. L’assessore regionale alla salute, Luigi Marroni, ha confermato la strategia della Giunta Regionale: macroaree (in questo caso Arezzo, Siena, Grosseto), divisioni territoriali che ricalcheranno le attuali Asl, un governo del sistema che vedrà la presenza sia delle Conferenze territoriali dei Sindaci che quella dell’area vasta, un percorso di confronto che la Regione realizzerà su due binari, quello con i professionisti della sanità e quello con le istituzioni locali.

Marroni ha rassicurato i Sindaci della provincia di Arezzo che le (future) ex Asl “non verranno abbandonate” e che saranno mantenuti i servizi. È allo studio una sorta di loro piano regolatore che individui, a seconda della dimensione dei Comuni, quelli che dovranno essere erogati.

Quanto ai confini di vecchie  e nuove Asl, Marroni ha precisato che il tema è noto ma che non verrà affrontato in questa fase: per ora, quindi, rimangono i perimetri tracciati dalle province.

 

Prima del suo intervento nella Sala Rosa del Comune, molti sindaci avevano evidenziato una fitta serie di preoccupazioni: mantenimento dei servizi esistenti, incertezze sui piccoli ospedali, marginalità dei Comuni minori, velocità nell’accorpamento delle Asl e lentezza nel potenziamento dei servizi territoriali, problemi nella definizione dei confini soprattutto in alcune zone come il Valdarno e la Valtiberina.

 

Nella sua introduzione, l’assessore Marcello Caremani, aveva sottolineato che “la delibera della Giunta regionale pone, tra le altre, tre questioni fondamentali: la qualità e la quantità dei servizi sanitari erogati ai cittadini; la distribuzione sul territorio regionale delle eccellenze in tema di tutela della salute; la logica politica e amministrativa che presiede alle scelte della Regione in materia di servizi pubblici (quindi non solo sanità ma anche acqua, energia, ambiente). Le logiche di razionalizzazione e risparmio sono naturalmente condivisibili ma non possono mettere in discussione i principi essenziali che hanno finora guidato il Servizio Sanitario Nazionale”.

Caremani si è soffermato sui servizi (gli ospedali e  i servizi territoriali non  possono fare passi indietro), sulla distribuzione territoriale (“non condividiamo l’identificazione luogo di eccellenza – sede universitaria e Arezzo non può accettare una marginalizzazione reale, provocata dalla perdita di professionalità importanti che sono punti di riferimento dei cittadini) e infine sulla localizzazione delle direzioni delle aziende che erogano servizi pubblici, quindi non solo Asl (“Arezzo, in questo contesto, è stata sufficientemente penalizzata ed è necessaria, da parte della Regione Toscana, una politica di riequilibrio territoriale che salvaguardi il ruolo e la dignità di ogni singola realtà territoriale”).

Sul rapporto tra ospedali e territori si è soffermato, in modo particolare, il direttore generale della Asl 8, Enrico Desideri: “i distretti contano più degli ospedali. L’80% delle risorse viene destinato alle cure della cronicità, alla disabilità, ai servizi socio-assistenziali. In questo senso Arezzo è un laboratorio nazionale: le attività che abbiamo spostato sul territorio hanno consentito di ridurre e di molto l’uso inappropriato dell’ospedale”. E ha sottolineato due ruoli fondamentali dei sindaci: contribuire alla pianificazione strategica e alla programmazione operativa; verificare l’attuazione e la concretizzazione di quanto deciso”.

 

Sia Desideri che Marroni hanno evidenziato come la Toscana sia prima in ogni classifica nazionale relativa agli indicatori di salute e sanità: quindi un ottimo punto di partenza con l’ammissione che c’è ancora molto da fare.

Giovedì, 1 Gennaio, 2015