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Francini: “Le associazioni dei genitori hanno ragione: le priorità della scuola sono altre. Anzi: di altro genere”

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Dichiarazione del capogruppo Fi / PdL, Francesco Francini

Le preoccupazioni espresse in questi giorni da un gruppo di associazioni locali, che hanno denunciato i potenziali rischi di indottrinamento che caratterizzano alcuni percorsi rivolti a bambini e studenti della nostra provincia, hanno sollecitato un vivace dibattito. A distanza di alcuni giorni ritengo opportuno esprimere la mia solidarietà e la mia gratitudine al Forum delle associazioni familiari per l’iniziativa intrapresa e denunciare quella che giudico, finora, la mancanza di risposte soddisfacenti sul merito delle obiezioni sollevate.

Ogni istituzione di governo, specie a livello locale, ha il dovere di individuare in modo trasparente e partecipato le proprie priorità di intervento. Condividiamo a pieno la necessità di avviare i nostri ragazzi, fin dall’asilo, al rispetto e all’accoglienza delle diversità, ma non con percorsi difficili a conoscersi e, soprattutto, che si prestino a perseguire doppi fini, ovvero a mettere in discussione il concetto di famiglia costituzionalmente riconosciuto ed ad avviare bambini e ragazzi ad una cultura smaccatamente ideologica quale quella del gender. Che a tali fini corrano il rischio di piegarsi i progetti approvati dalla Provincia non lo dimostrano solo alcuni discutibili passaggi dei documenti che li descrivono, ma soprattutto l’eloquente immagine pubblicata dal Forum delle famiglie nel suo secondo comunicato (una lavagna di una media aretina, ove si rappresenta un’assai discutibile “separazione” fra cervello e organi sessuali): su quei passaggi e su quella immagine ci saremmo aspettati parole di chiarezza da parte della Provincia, ma non ne abbiamo trovate in mezzo alla tanta retorica – per altro largamente condivisibile – dei suoi comunicati.

Vi è poi una seconda priorità che gli amministratori locali sono chiamati a perseguire, specie in tempo di crisi: quella di una razionale gestione del denaro pubblico. Se è vero che sono state “investite” ben 40.000 euro per i progetti e che questi impegneranno i nostri studenti per un numero assai contenuto di ore (una fredda divisione fa emergere il costo per la collettività di due di questi progetti: ben 327 euro all’ora!), è forse il caso che la Provincia si faccia portavoce, presso la Regione Toscana, dell’esigenza di indirizzare una parte di queste risorse (se non adesso, almeno l’anno prossimo) alla soluzione di problemi forse ancor più gravi, che riguardano ad esempio le condizioni strutturali e la sicurezza degli edifici scolastici: riusciremmo ugualmente a fare i percorsi, ma li faremmo in aule più decorose. Anche su questo secondo punto, purtroppo, la Provincia ha continuato e continua a tacere. Come opposizione di un comune che non molto tempo fa sospendeva le gite degli asili, piangendo i serbatoi vuoti dei propri scuolabus, non possiamo che augurarci più attenzione alle gestione dei soldi dei contribuenti.

Domenica, 1 Marzo, 2015