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Festa della Toscana: i perché e la memoria

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L’ufficio di presidenza del Consiglio Comunale ha ricordato il 30 novembre e dunque la ricorrenza della festa della Toscana, giunta alla quindicesima edizione. Il pensiero va sempre all’abolizione della pena di morte avvenuta nel 1786 a opera del granduca Leopoldo di Toscana, la prima volta nella storia che uno Stato cancellava la pena capitale dal suo ordinamento. A distanza di 229 anni resta come spunto di riflessione sui diritti umani.

“Il tema è di attualità – ha sottolineato il presidente Alessio Mattesini – visto che la dignità dell'uomo è inviolabile. L'Italia unitaria seguirà l'esempio toscano con il codice Zanardelli di un secolo dopo. La Toscana è ancora in prima fila nella difesa del diritto umano alla vita, ricordo il recente appello lanciato alle autorità egiziane affinché non giustiziassero persone sospettate di terrorismo. Il recente catechismo della chiesa e le parole del papa sottolineano il valore perenne dell'abolizione della pena di morte e della condanna di tutte le forme di morte procurata come è stato da parte degli attentatori parigini, sia nel caso di Charlie Hebdo sia nel caso delle stragi del 13 novembre”.

“L'avanguardia del codice leopoldino – ha ricordato il vicepresidente del Consiglio Comunale, Angelo Rossi – è sottolineata dalla mappa attuale dei paesi che applicano la pena di morte. In Cina, secondo i dati dell’associazione Nessuno tocchi Caino, ci sono 4.000 esecuzioni sui 5.000 casi annuali al mondo. Quarantatre sono state le esecuzioni negli Usa nel 2014. Lapidazione, decapitazione, impiccagione: i sistemi per uccidere sommano barbarie alla barbarie. Secondo nel 2014 è stato l’Iran con 687 casi e non tutti per reati gravi ma direi futili secondo la nostra scala di valori. Altri paesi applicano la pena di morte in casi eccezionali. La notizia interessante è che dal 21 al 23 giugno 2016 si svolgerà a Oslo il VI congresso contro la pena di morte nel mondo e verrà coordinato da un aretino, Antonio Stango, un esperto di diritti civili. Invito il Comune di Arezzo e la Regione Toscana a sostenere questo evento anche partecipandovi”.

Egiziano Andreani del gruppo misto: “ieri a Montevarchi c'è stata una festa in memoria del 30 novembre 1786, mi auguro che il prossimo anno anche ad Arezzo ci sia qualcosa del genere per ricordare questo momento della storia. La Toscana è stata la culla del Rinascimento, i valori che ancora stanno mandando avanti la cultura occidentale. E va notato che i paesi di matrice cristiana non prevedono oggi la pena di morte. La Toscana è stata dunque l'area nella quale questa vittoria civile è riuscita a resistere nonostante le vicissitudini storiche e l'alternarsi delle dinastie. Certo, dalla nostra parte ha agito anche l'omogeneità storica che si è affermata fin dal medioevo, la Toscana è un'entità riconoscibile da secoli e secoli. Credo che questa identità, molto forte, non vada annacquata e né confusa in una macro-area dell'Italia di mezzo, di cui si sente parlare in questo periodo”.

Tiziana Casi, capogruppo della Lega Nord ha ricordato che “in questa celebrazione la Toscana si riappropria di un orgoglio e del valore della sua storia. La Toscana sta subendo politiche che sviliscono le sue esigenze, specificità e richieste, politiche che si disinteressano sistematicamente dei bisogni del territorio. Le aziende nostrane sono svantaggiate dalla concorrenza sleale che colpisce i prodotti tipici, come miele e olio, a causa di decisioni sovranazionali e interessi europei che le penalizzano e continuano a creare danno, rendendo sempre più difficoltoso il loro lavoro quotidiano. Occorre invece rendere competitive le nostre eccellenze, a partire da quelle culturali e arrivando alle nostre realtà imprenditoriale e artigianale. Cito adesso due diritti: diritto alla sicurezza e alla salute. Il primo messo a repentaglio perfino all’interno delle nostre abitazioni, colpite da crimini insopportabili. Sul secondo ricordo invece che bisogna aprire gli occhi sulla riforma che colpisce la sanità regionale, pensata solo per garantire sostenibilità al sistema attraverso l'uniformità nelle spese a prescindere dai risultati di salute. Come possibile continuare a erogare le prestazioni attuali con tagli di simili proporzioni? Il vero obiettivo è smantellare il servizio sanitario pubblico. E come non ricordare i 30.000 risparmiatori toscani che si sono trovati con qualcosa che adesso vale zero a seguito della vicenda di Banca Etruria? E come non aprire gli occhi sul riordino delle province, con la Regione che ha deciso di riprendere il massimo delle funzioni delegate in precedenza attribuendone solo una minima parte ai Comuni? Un accentramento eccessivo a discapito dei territori che allontana istituzioni e servizi dal cittadino. Non è questo il modo di festeggiare la Toscana, vorremmo invece festeggiare quell'identità di lingua, cultura e popolo che ci rende unici e irripetibili, punto di riferimento per tutto il territorio nazionale”.

Domenica, 1 Novembre, 2015