Gli scenari attuali, dove si affacciano prepotentemente le ‘nuove povertà’, ci obbligano a confrontarci e a rivedere, con rinnovata attenzione, tutto quello che riguarda le politiche abitative e le varie soluzioni. Il deperimento del patrimonio edilizio residenziale pubblico è un dato oggettivo come la difficoltà per alcuni, nell’ambito del mercato immobiliare, ad avere un tetto sopra alla testa. Perché, quindi, non pensare ad un’idea di nuova edilizia, attualmente poco usata nel contesto locale, e cioè la cosiddetta Edilizia Abitativa Sociale.
Un complesso abitativo di Edilizia Abitativa Sociale, detta anche Housing sociale, può accogliere contemporaneamente inquilini con contratti differenti in ragione del reddito, delle esigenze personali e di tanti altri fattori.
Si può scegliere se stare in affitto, se aderire ad un affitto con patto di futuro acquisto o addirittura comprare l'immobile con varie agevolazioni.
Dal punto di vista della progettazione sono coinvolti in egual misura soggetti pubblici e privati, quindi Comuni, Fondazioni, SGR (società di gestione del risparmio), cooperative e fondi di investimento.
Le nuove costruzioni sono progettate e realizzate con alti standard di qualità, spesso in bioedilizia e ad alta efficienza energetica.
Insomma, una e vera e propria rivoluzione in ambito abitativo che scuoterebbe dal torpore l'edilizia in generale e che darebbe la possibilità di avere un’abitazione dignitosa ad un prezzo equo e giusto a tutti coloro che sono giocoforza esclusi dai normali mercati immobiliari.