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De Robertis: “Le nostre scuole rimarranno comunali. La gestione sarà nella logica del servizio integrato. Le priorità sono esclusivamente le famiglie e i bambini”

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Dichiarazione dell'assessore alle politiche educative

Vorrei assolutamente evitare che la polemica politica di queste settimane offuscasse e quindi rendesse meno chiaro il futuro dei servizi per l’infanzia.
Cominciamo dalle premesse che presumo largamente condivisibili: i servizi del Comune di Arezzo rappresentano un’eccellenza nel panorama nazionale e lo sono dagli anni ottanta del secolo scorso; questa amministrazione comunale intende continuare, senza la benché minima eccezione, a governare il sistema dei servizi per l’infanzia.
Passiamo alle premesse sulle quali la condivisione è probabilmente meno larga: la crisi economica costringe non solo il Comune di Arezzo ma lo Stato e il sistema delle autonomie locali a rivedere l’organizzazione di questi servizi. Mi dispiace ma non posso essere d’accordo con chi ritiene che il modello degli anni ottanta sia eterno e intangibile. Indipendentemente da quello che ciascuno di noi pensa, questo modello è già stato ampiamente messo in discussione dalla crisi. L’obiettivo di questa amministrazione è evitare che venga addirittura frantumato. I rischi sono concreti e reali. Oggi e non domani.
Ed eccoci alle possibili soluzioni. Stile di questa amministrazione e di questo assessorato non è rimpiangere il buon tempo andato ma cercare le migliori soluzioni per l’oggi e per il domani. La prima amministrazione Fanfani ha messo a punto il sistema integrato e cioè un’organizzazione dei servizi scolastici che, con la supervisione del Comune e quindi dell’ente pubblico, mette a valore e in sinergia tutte le alte professionalità che, nel settore, sono presenti nello Stato, nel privato sociale, nel sistema cooperativo. E non solo nel Comune di Arezzo. Mi permetto di non considerare un “rischio”, per i bambini e le loro famiglie, un nido gestito da soggetti non pubblici ma altamente qualificati. Considero un rischio gravissimo, invece, l’ipotesi (che confermo assolutamente inesistente) di una rinuncia da parte del Comune alle funzioni di programmazione, supervisione e verifica dei risultati.
La strategia dell’Amministrazione comunale è quindi quella del sistema integrato che riconosce ai partner la qualità e la professionalità dei servizi resi proprio perché discussi, condivisi e verificati.
Dichiarare che le esternalizzazioni servono a bloccare le assunzioni, vuol dire rovesciare, in modo perfetto, la realtà. E’ infatti il blocco delle assunzioni a determinare le esternalizzazioni. Molte maestre comunali sono andate e stanno andando (Governo permettendo) in pensione. Il blocco delle assunzioni (protagonista anche in questo caso il Governo) non consente di rispettare pienamente il turn over. Potremmo avviare una lunga ed estenuante discussione sulla possibilità di assumere, nelle pieghe della normativa, una, due o tre maestre. Il problema è che un nido comporta un numero di maestre sotto il quale non si può scendere e non saremmo mai nelle condizioni di garantire tutte le scuole e quindi tutti i bambini e quindi tutte le famiglie.
La scelta che abbiamo fatto, proprio nel rispetto della logica del sistema integrato, è di esternalizzare due sole sezioni di nidi comunali per potere concentrare il personale nelle altre.  Non ritengo, come ventilato da alcune parti, che la soluzione possa essere rappresentata da assunzioni provvisorie e a termine nel segno del precariato.
La scelta dell’Amministrazione è chiara e trasparente, fatta nell’interesse dei bambini e delle loro famiglie, svincolata da pregiudizi di natura ideologica e improntata alla massima efficienza. I nidi esternalizzati continueranno ad essere comunali, ad essere controllati dai dirigenti del Comune e la responsabilità del loro funzionamento sarà dell’Amministrazione comunale. Ci sarà personale qualificato delle cooperative sociali. Se qualcuno ritiene che la loro professionalità non sia adeguata, allora lo dica. Altrimenti la polemica non ha ragion d’essere.

Venerdì, 1 Giugno, 2012