L'assessore alla cultura del Comune di Arezzo Pasquale Macrì ha presentato due mostre che si terranno a Palazzo Chianini Vincenzi e nella sala Sant'Ignazio: “forse, bisogna cominciare a curare le radici della pianta dell'identità. È vero che l'offerta culturale che l'amministrazione sta dando, giunge dopo un periodo di quiescenza. Ma oggi presentiamo due mostre, figlie di una contemporaneità contaminata, dopo avere inaugurato una grande esposizione alcuni giorni fa, quella di Lucio Fontana. Sono troppe? No, il continuum culturale è un ossigeno, deve essere permanente, esiste solo un'attività culturale per cui bisogna lavorare in vista di attività senza sosta. Le conferenze stampa possono andare deserte ma questo obiettivo sento di raggiungerlo. E i risultati che provengono dai cittadini sono confortanti: la mostra 'Novecento' è stata visitata da 2.500 persone, alla inaugurazione di Fontana ce n'erano 500. Gli aretini rispondono.
Palazzo Chianini sta inoltre affermandosi come sede per i giovani creativi messi assieme in un momento di riflessione collettiva. Tra questi giovani ci sono molti aretini e anche questo è importante perché non si pensasse che questi sfuggissero all'attenzione dell'amministrazione comunale.
Per quanto riguarda Sant'Ignazio – ha concluso Macrì – la sala propone la continuità di una lingua artistica europea tra l'arte storicizzata e l'arte contemporanea. Due artisti come Corpora e Scanavino che sono stati degli 'eroi' in quanto in tempi difficili hanno scommesso sull'arte e su questo percorso informale. Attorno a Piazza San Francesco, a Fontana, c'è adesso un percorso autentico, denso, artisticamente vario”.
Partiamo con “Dall'alto in basso”, mostra collettiva a palazzo Chianini-Vincenzi a cura di Matilde Puleo che verrà inaugurata sabato 19 maggio alle 18. Durerà fino al 23 giugno. È il secondo intervento del progetto IN CONTEMPORANEA e propone una riflessione critica nata dal confronto con l’attuale situazione di crisi nazionale e internazionale, cercando un nuovo coinvolgimento tra società e artista. La mostra presenta il lavoro di 42 artisti, chiamati a elaborare due immagini esemplificative delle suddette opposte categorie di pensiero, in modo da realizzare un incontro di creatività accomunate dall’intento di esplorare il pensiero a partire dalla realizzazione di opere come esito di un percorso condiviso.
Oltre 80 opere e una ventina di commenti e riflessioni filosofiche, con un reading musicale strettamente connesso al concept della mostra e una lezione aperta tra filosofia e musica, da realizzare nei giorni che seguiranno l’inaugurazione. L’evento multidisciplinare più simile a un’agorà che a una esposizione, intende parlarci di cosa è alto, nobile o imposto e di cos’è basso, indegno o semplicemente umano, prima che la crisi economica non diventi anche una crisi di pensiero che taglia anche quelle teste pensanti di cui siamo ancora fortunatamente dotati.
Gli artisti: Adriano Annino, Luiza Avellar, Silvia Baglioni, Beatrice Bartolozzi, Marcello Bianchi, Stefano Bonazzi, Laura Burroni, Marco Buzzini, Jonathan Calugi, Cyro Cappello, Andreina Giorgia Carpenito, Meri Ciuchi, Fabrizio De Masi, Maurizio Di Feo, Francesco D’Isa, Leonardo Ermini, Alessandro Faralli, Simonetta Fratini, Luigi Gaudioso, Eleonora Giunchi, Ilaria Gradassi, Barbara Lachi, Virginia Lopez, Flavia Luglioli, Manuela Mancioppi, Guta Matai, Antonella Mercati, Enrique Moya Gonzalez, Muzakiller Foundation, Otar, Cristina Pancini, Imma Pi, Marta Primavera, Vanessa Rusci, Giuseppe Scapigliati, Baba Scarhead, Tony Tadino, Gea Testi, Paolo Toci, Andrea Vannini, Claudia Vincenzi, Amelia Von Grüne. Artisti provenienti dal panorama creativo toscano, che si confrontano con la tecnologia e la creatività digitale per un universo di icone tra desiderio, surrealtà, denuncia e civiltà.
Appuntamenti in mostra: reading Due sorelle | Ortensia e Anemone con Chiara Renzi, Chiara Luccianti e musiche di Aldo Gentileschi / sabato 26 maggio, h. 18,00. Incontro/dibattito legato al tema della mostra con Pietro Beni (musicista), Alessandra Pazzagli (matematica) e Matilde Puleo (curatrice della mostra e moderatrice) / sabato 09 giugno, h. 18,00. Orari e giorni d’apertura: dal venerdì alla domenica h. 16,30 – 19,30. In concomitanza con la Fiera Antiquaria apertura anche la mattina di sabato e domenica h. 10,30 – 12,30 e h. 16,30- 19,30. Ingresso gratuito.
“Informale”, di Antonio Corpora ed Emilio Scanavino, alla sala Sant'Ignazio, fino al 29 luglio, sarà inaugurata domenica 20 maggio alle 18 ed è curata da Fabio Migliorati.
Tra la fine dei Sessanta e la metà dei Settanta nel periodo della loro piena maturità, e dopo una feconda esperienza riconducibile all’informale più classico, Antonio Corpora (Tunisi, 1909 - Roma, 2004) ed Emilio Scanavino (Genova, 1922 - Milano, 1986) raggiungono la stabilità linguistica, rivolta, per l'uno, alla manifestazione della luminosità espressiva tramite il colore (Corpora), per l'altro all’interpretazione del peso esistenziale mediante il segno (Scanavino). Venti le opere in mostra, molte delle quali di rilevante formato.
Attraverso INformale non si ha la pretesa di condensare l'esperienza dell'arte informe italiana, ma riattualizzare un connubio espressivo che è stato ed è confronto stilistico compiuto: da una parte il colore di Antonio Corpora, freddo e vibratile perché tagliente, fatto di incroci tra piani e superfici; dall'altra il segno di Emilio Scanavino, rappresentazione di rapporti tra vita e mondo, condizione umana e possibilità, esistenza e futuro, per una semiotica della realtà destinata, dell'esperienza obbligata, del ruolo universale, finalistico, teleologico. Orari visite: venerdì 17-20, sabato e domenica 11-13 / 17-20.