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Consiglio Comunale 7 ottobre 2015: mozioni e atti di indirizzo

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Il consigliere comunale Pasquale Macrì (Pd) ha illustrato una mozione per istituire un premio dedicato alla memoria di Silvano Grandi. Un premio che riporti il nome del musicista aretino recentemente scomparso e un’occasione per incentivare e motivare la diffusione del jazz di cui Silvano Grandi è stato grande interprete. Pasquale Macrì: “amico e co-interprete musicale di straordinari artisti, socio fondatore del Jazz Club Arezzo, protagonista di innumerevoli serate e concerti, Silvano Grandi conoscerebbe così un debito omaggio alla sua figura, amata e apprezzata per l’entusiasmo che sapeva suscitare. Con tenacia e capacità di persuasione ha 'sdoganato' il Jazz come genere musicale. Penso a un premio da individuare nelle forme migliori per coinvolgere i giovani aretini e che sia un primo momento che richiami tutti sul significato civico della musica”. Approvato all'unanimità con 28 voti. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia-Alleanza per Arezzo Giovanna Carlettini ha presentato un atto di indirizzo con cui chiedere alla giunta di adottare ogni provvedimento amministrativo e sanzionatorio per limitare il fenomeno dell’accattonaggio molesto per le strade e in alcuni luoghi specifici della città come stazione, parcheggi, supermercati e parchi. “Si tratta di garantire standard di sicurezza e decoro – ha sottolineato Carlettini – talvolta sono pratiche, quelle in questione, messe in atto da minori evidentemente sfruttati ma il problema maggiore è che l’accattonaggio si traduce in atteggiamenti aggressivi e molesti nei confronti dei cittadini e se tali fenomeni di manifestano in zone isolate o poco illuminate le conseguenze e le reazioni possono essere violente”. Angelo Rossi: “vi invito a riflettere su un fatto: l'accattonaggio è consentito dalla legge. Messo così questo atto di indirizzo non va bene, incide su aspetti anche umani della questione, per cui ne chiedo una riformulazione o il suo ritiro. Potrebbe incorrere anche in problemi di compatibilità giuridica con l'ordinamento. Il mio voto è negativo”. “Esigenza sentita dalla cittadinanza – invece per Meri Cornacchini – e chiedo l'estensione del dispositivo al bivacco e al pernottamento all'agghiaccio”. “Mi preoccupa se un barbone dorme al freddo non se rovina il decoro a una piazza – per Francesco Romizi – è l'aspetto umanitario che deve risaltare. L'atto di indirizzo propone un modello alla Tosi, stile amministrazione a guida leghista. Si deve rispondere a questi fenomeni chiedendoci perché accadono”. “Non vorrei che questo atto fosse travisato – ha specificato Francesco Macrì – stiamo parlando di soggetti che ricadono nelle maglie di organizzazioni criminali. Non abbiamo a che fare con barboni che hanno bisogno ma con pezzi di società che si organizzano individuando strutture che funzionano come covi di refurtiva o di disperati”. Paolo Lepri: “ben venga una regolamentazione di queste situazioni. Non possiamo però dimenticare i senzatetto o i senza-lavoro costretti a comportarsi così per stato di necessità. Questi non possono essere sanzionati”. Marco Casucci: “io sono per il modello Bitonci e non Tosi ovvero: divieto di accattonaggio. Lo hanno adottato anche amministrazione 'illuminate' come Modena nel 2011. Mi pare che su molte questioni, l'opposizione oltre a pretendere di dare lezioni si diletta in un ostruzionismo sterile e fine a se stesso”. Donato Caporali: “da anni il terzo settore specie del mondo cattolico è impegnato nel sostegno di queste persone. Per dire che è un fenomeno sociale e non di criminalità. Così importata la questione diventa una corsa alla repressione che non garantisce alcun reinserimento”. “La carità – ha specificato l'assessore Lucia Tanti – segna indubbiamente la nostra civiltà. L'aspetto va però distinto dall'accattonaggio molesto: è mancanza di rispetto per il territorio e per chi lo vive. Dunque, chi lo fa con spirito di aggressione va perseguito con rigore e anche per chi è l'ultimo anello di un racket massima attenzione. Ho notato inoltre, nei miei primi mesi da assessore, che chi è povero spesso chiede aiuto con discrezione”. “L'esclusione dai contesti sociali – per Massimo Ricci – è una ferita nella carne delle persone, a volte quello che resta loro è il rovistare”. Cesare Bircolotti: “ho sentito definire questi atti come 'politicamente indirizzati', questa è un'assise laica, non voglio essere accusato di ideologismi. Dobbiamo ottenere il rispetto delle regole e queste ci sono già, anche sull'accattonaggio molesto. Vorrei che si potessero affrontare argomenti con spirito libero anche perché l'assistenzialismo della sinistra ha voluto adattare vari fenomeni, compreso questo, alle sue esigenze. Ora tale assistenzialismo ha trovato il suo limite, le regole appunto”. Federico Scapecchi: “è indubbio che ci sono persone che scelgono volontariamente di vivere in strada. Non stiamo parlando di questo. L'atto va a incidere su comportamenti lesivi della sicurezza altrui messa in discussione dall'insistenza di chi esercita l'accattonaggio”. Matteo Bracciali: “dare mandato alla Giunta di colpire l'accattonaggio mi sembra molto aleatorio. È un fenomeno complesso, vorrei capire meglio le misure e gli atti con i quali darne attuazione. Al di là di ordinanze o regolamenti, questioni formali, la domanda è: cosa facciamo a queste persone? Chiamiamo la PM per un riconoscimento dell'identità personale oppure altro? In questa delibera emerge un esigenza di sicurezza ma di specifico non c'è nulla per cui mi rimane difficile giudicarla”. “Nel paese più tollerante d'Europa come l'Olanda – ha concluso Roberto Bardelli – chi sgarra le regole esistenti è sanzionato. Le regole ci sono, saranno contenute in norme di legge, di ordinanze municipali ma ci sono e vanno rispettate”. Un emendamento di Francesco Macrì ha integrato l'atto di indirizzo: “chiedo interventi con misure di sostegno sociale laddove si verifichi che tali comportamenti siano generati da reali condizioni di sofferenza ausiliabili”. L'atto emendato da Meri Cornacchini e Francesco Macrì è passato con 18 favorevoli, contrari 9 e astenuti 2. “Le amministrazione comunali di Roma e Torino hanno promosso nel 2006 la nascita di Ready, una rete di amministrazioni pubbliche ed enti locali che si occupano del contrasto a ogni forma di discriminazione basata sugli orientamenti sessuali e l’identità di genere. Vi hanno aderito 7 Regioni, 63 Comuni e 11 Province”. Così Francesco Romizi di Arezzo in Comune ha introdotto il suo atto di indirizzo per impegnare anche Arezzo ad aderire alla carta di intenti della rete. “Si tratta di esprimere una posizione chiara e forte a favore di pari opportunità per tutti, anche per gay, lesbiche e transessuali, contrastando ogni forma di violenza fisica e psicologica a cui sono sottoposti. E se non è violenza è quanto meno discriminazione riconducibile all’omosessualità o bisessualità, come rilevano gli annuali rapporti Istat”. L'atto è stato respinto con 17 voti contrari. Tiziana Casi della Lega Nord ha presentato una mozione per impegnare sindaco e giunta a diffondere gli effetti negativi che l’introduzione della teoria gender avrebbe sulla formazione di bambini e ragazzi. “Occorre intervenire nelle scuole di competenza del Comune affinché non siano introdotti o vengano ritirati i libri o il materiale informativo che promuovono tale teoria. Nell’educazione all’affettività dei figli si deve rispettare il ruolo predominante della famiglia, così dicono anche la Costituzione e il diritto internazionale. Negli ultimi anni si è venuta ad affermare invece questa pericolosa tendenza a utilizzare progetti di educazione sessuale che prevedono l’insegnamento della cosiddetta teoria del gender nella quale l’educazione all’affettività ha la tendenza a diventare sinonimo di un’educazione alla genitalità priva di riferimenti etici, dove si vorrebbe equiparare qualsiasi forma di famiglia e normalizzare ogni comportamento sessuale. Si arriva al paradosso che la famiglia composta da un uomo e una donna è uno stereotipo da superare o a quell’altro paradosso che non si nasce maschio o femmina per questioni genetiche ma si diventa uomo o donna, o nessuno dei due, per fattori culturali”. Paolo Lepri: “il ministero dell'istruzione ha smentito l'esistenza di questa fantomatica teoria mentre la lotta alla discriminazione di genere e il rispetto della persona sono state poste come obiettivi scolastici. L'associazione italiana di psicologia ha detto di ritenere opportuno un rasserenamento degli animi e l'inconsistenza scientifica della teoria del gender. Sui generi e gli orientamenti sessuali esistono semmai pregiudizi e stereotipi che vengono appresi da piccoli. L'Unicef ha rimarcato di intervenire contro le discriminazioni specie nei contesti scolastici dove devono regnare scambio, amicizia e non violenza. Mi sembra davvero una caccia alle streghe da medioevo. È una vergogna essersi ridotti a parlare di questo argomento in aula”. “Credo che Babbo Natale sia più in grado di rispondere meglio di me a questo atto di indirizzo – ha sostenuto Francesco Romizi – protagonista di una teoria falsa che replica a una teoria falsa. Chiedo di fornirmi una bibliografia di questa teorie, quali università ne hanno finanziato le ricerche, vorrei capire chi sono i teorici e come fanno queste teorie a entrare nelle scuole. Questo Consiglio Comunale vuole imporre quali libri adottare nelle scuole, lo facevano il fascismo e lo stalinismo. La programmazione scolastica compete allo Stato, lo dice la Costituzione. Provo vergogna per questa discussione, si parla di barzellette come di Babbo Natale, appunto”. “L'atto di indirizzo – ha aggiunto Donato Caporali – è in contrasto con una circolare ministeriale per cui ne metto in dubbio la stessa legittimità. È possibile approvarlo? Noi non portiamo delibere simili, semmai interrogazioni per dare risposte ai cittadini. Per cui non potete accusare l'opposizione di ideologismo quando poi presentate atti del genere. Il governo cittadino perde la sua connotazione civica per una deriva conservatrice o non tollerante”. Marco Casucci: “questo atto parte da una raccolta di firme che ha visto partecipare anche insegnanti. Ciò che a una certa parte della sinistra pare un avanzamento verso le libertà personali è invece la fine delle differenze tra uomo e donna. Sarebbe bene che la scuola si concentrasse sulla formazione degli allievi e il sesso rimanesse un fatto naturale e non un dato culturale. Sarebbe sufficiente che le famiglie educassero davvero e un bambino deve essere educato da maschio e una bambina da femmina. Secondo la teoria gender, che esiste, il sesso è uno stereotipo della cultura cattolica. Combatteremo sempre i falsi miti di progresso di una certa sinistra”. Angelo Rossi: “pur riconoscendo alla Lega l'impegno e il lavoro sul campo, per le strade, nelle piazze, chi vota questa mozione non ha alcun diritto di dichiararsi liberale, faccio questo appello a chi si sente tale. È l'espressione di un pensiero reazionario, non fate modo che io sia l'ultimo baluardo di questa maggioranza che si erge a difensore della bandiera del liberalismo e della laicità”. “L'autonomia didattica – ha sostenuto l'assessore Lucia Tanti – è fuori discussione dopo di che il pacchetto formativo aggiuntivo va discusso con le famiglie, qualunque genitore ne deve essere informato. Sulle altre scuole non abbiamo diritto di intervenire, credo sia dovere comunque delle scuole superiori informare di quello che trasmettono ai ragazzi. In questa città ancora non è accaduto nulla di questo, e va detto. Credo sia un dato di civiltà. Il mio convincimento è che non si debbano trattare questi argomenti alle materne o alle elementari e nelle suole ulteriori sempre con grande prudenza. Sto facendo un giro delle scuole comunali perché sia portato avanti un lavoro articolato con i genitori. Il presidente Federico Scapecchi porti in commissione scuola il problema perché si possa avere un quadro complessivo per capire cosa accade davvero nelle nostre scuole”. “Su questi argomenti ci vengono fatte le campagne elettorali – ha dichiarato Paolo Lepri – mentre dovrebbero essere affrontati da personale competente. Affrontarli così, in questa assise, mi pare inconcepibile. Mia figlia quando va a scuola non vede le differenze. È semmai dai preconcetti nascono i bullismi. Vietare l'informazione è abominevole. Chiunque può scegliere per contro proprio ma dopo essersi informato autonomamente”. Matteo Bracciali: “questa rischia di essere una discussione raffazzonata, al di là dei contributi portati da vari consiglieri, tenerla qui dentro e votarla per appartenenze mi sembra riduttivo. Per cui mi parrebbe opportuno utilizzare la commissione scuola per ragionare sui progetti che vanno fuori dalla didattica e costruiamo insieme un percorso. Vi chiedo di ritirare questo atto, in questa formulazione non è votabile e facciamo una discussione sul problema. L’atto contiene un indirizzo forte, se approvato porrebbe una pregiudiziale sulla nostra partecipazione a una discussione futura”. Una proposta ribadita anche da Elisa Bertoli: “ogni essere umano si veste come meglio crede, esistono progetti in Regione Toscana legati alla cittadinanza di genere che non possono essere messi in discussione”. Francesco Macrì: “la cosa più importante è che questa discussione non si interrompa. Pericoli non ne viviamo, è importante proporre una linea e personalmente sono d'accordo con la Lega però non abbiamo nulla da temere, credo che questa materia abbia bisogno di un approfondimento. Per cui votiamo pure l'atto di indirizzo però lavoriamo sui principi enunciati e arriviamo a risultati maggiori”. Federico Scapecchi: “accetto di convocare una commissione in merito con annessa discussione. Il lavoro della commissione è stato fondamentale anche nella delibera sugli asili, siamo pronti a svolgerne uno importante anche adesso”. Al termine del dibattito Tiziana Casi, ha ribadito di portare al voto la mozione e svilupparne in commissione i temi. Francesco Romizi: “l'idea di Bracciali ci permetteva di andare avanti. Il fatto che non ritirate la mozione dimostra che la vostra è una posizione ideologica. Rinnovo l'invito alla Lega di fornirmi la bibliografia della teoria gender. Il mio voto sarà negativo. Invito le donne della Lega a vedere cosa fanno in questi percorsi: è una bella esperienza”. Dichiarazione di voto del consigliere Giovanni Bonacci: “la lista civica Ora Ghinelli ha deciso di votare secondo coscienza”. Matteo Bracciali nella sua dichiarazione di voto ha espresso “rammarico rispetto alla proposta rigettata della maggioranza. Ci troviamo a votare in maniera contraria a questa proposta”. Approvato con 17 voti a favore e 10 contrari.
Giovedì, 1 Ottobre, 2015