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Consiglio Comunale 30 giugno 2020 / Interrogazioni inchiesta giudiziaria

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Il consiglio comunale ha poi discusso le interrogazioni riguardanti l'inchiesta giudiziaria in corso sulle partecipate del Comune.

Luciano Ralli: “Un plauso ai media aretini che hanno consentito ai cittadini aretini di capire quale sia la natura dell'amministrazione di centrodestra. Non mi interessano i risvolti giudiziari, ma solo quelli politici. Dico sì alla trasparenza e no alla compensazione politica: la legalità non è un vezzo ma un presupposto irrinunciabile. Il centrodestra si è distinto per volgarità dei toni, senso di impunità, mancanza di rispetto per le istituzioni, il centrodestra non è classe dirigente ma solo un gruppo di persone che si spartisce poltrone e incarichi pubblici. Per questo Arezzo non ha risolto i suoi problemi e per questo il centrodestra rappresenta una minaccia per i cittadini. Sindaco, quali criteri ha usato per nominare i vertici delle partecipate? Perché non ha informato le forze dell'ordine dei colloqui oggi oggetto di indagine? Perché, nonostante il suo ruolo, non è intervenuto personalmente per riportare la situazione nella legalità? Perché non ha ancora usato i mezzi di comunicazione per dire ai cittadini se lei quagli atti li ha compiuti? La risposta non è difficile: sì o no?”.

Francesco Romizi: “Il sindaco ha fatto il Fabrizio Frizzi della situazione grazie alle dirette facebook. Adesso spieghi perché, assieme all’assessore al bilancio del Comune di Arezzo, al presidente del Cda di Coingas e all’allora consigliere Francesco Macrì, si sarebbe accordato, secondo quanto rilevato dalla indagine giudiziaria, per la nomina di quest'ultimo a presidente di Estra, violando l'articolo 7 comma 2 lettera D del decreto legislativo n.39 del 2013 e dell'articolo 78 comma 1 del decreto legislativo 267 del 2000. In sostanza queste norme vietano di conferire incarichi di amministrazione in enti privati in controllo pubblico, come Estra appunto, a chi avesse avuto un ruolo di consigliere comunale nell'arco dell'anno precedente alla nomina. Dal momento che massima trasparenza, scrupoloso rispetto delle regole, rigore morale, genuino spirito di servizio, sono le precondizioni e il discrimine tra buona e cattiva politica e che da questa indagine emerge un quadro desolante dell’amministrazione aretina, con proprie pesanti responsabilità politiche del sindaco, non ritiene opportuno e coerente rassegnare le proprie dimissioni per consentire il ripristino di un quadro di trasparenza, correttezza amministrativa e fiducia nella gestione della cosa pubblica?”.

Massimo Ricci: “Sono passati quattro anni da quando presentai un'interrogazione riguardante la nomina di Francesco Macrì alla presidenza di Estra. Non ebbi mai risposta alle mie domande sulle incompatibilità con quell'incarico. O meglio, ne ebbi una pilatesca da parte del segretario Diego Foderini, che guarda caso dopo tre mesi rassegnò le dimissioni... Quella nomina, e lo pensa anche il pm Claudiani, non ci sarebbe mai dovuta essere. Io non devo assolvere né condannare nessuno, ma dal punto di vista politico e morale la censura è netta. Dalle registrazioni emerge disprezzo per le istituzioni e chissà cosa succedeva nelle riunioni che non sono state registrate. Chissà quanti altri atti sono stati votati e approvati senza averne verificato la legittimità. A pagare saranno soprattutto i cittadini e per questo chiedo le dimissioni immediate del sindaco e della giunta, in modo che sia nominato un commissario in grado di far luce sulla vicenda prima delle prossime elezioni. E chiedo al sindaco se non pensa sia il caso di ritirare la sua candidatura, visto che una condanna in primo grado, in virtù della legge Severino, ne comporterebbe l'immediata decadenza dalla carica, se rieletto”.

Matteo Bracciali: “La mia interrogazione è rivolta al vicesindaco Gamurrini, agli assessori Magi, Nisini e Sacchetti. A loro chiedo se non pensano che i cittadini non abbiamo diritto a un chiarimento e se non ritengono opportuno prendere le distanze dal sindaco Ghinelli e dimettersi”.

Il sindaco Alessandro Ghinelli ha risposto con un intervento che verrà inviato a parte e la cui premessa è stata questa: “Faccio solo un preambolo riguardante le parole etica e onore. Su questo non accetto insegnamenti. Non li accetto per caratteristiche familiari, personali e per storia professionale e politica. La mia onorabilità non è nelle mani del consigliere Romizi o di altri, è solo dentro di me. Il passo indietro che mi viene chiesto sarebbe, quello sì, un tradimento della fiducia e dell'onorabilità: io sono stato eletto e ho il dovere di portare avanti il mio mandato. Ho sulle spalle l'amministrazione della città, lasciarla a un commissario sarebbe un peccato di ignavia imperdonabile”. ​

Martedì, 30 Giugno, 2020