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Consiglio Comunale 27 febbraio 2014 / Atti di indirizzo

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IL SERVIZIO IDRICO

 

Il primo atto di indirizzo di Roberto Barone si proponeva “con un appello urgente, purtroppo datato aprile 2013”, di sollecitare un'azione di contrasto della tariffa transitoria proposta per il servizio idrico dall'Agenzia dell'energia elettrica e il gas per i prossimi anni.

Marco Tulli vi ha collegato un suo atto di indirizzo che muove dalla sentenza del giudice di pace di Arezzo che ha riconosciuto che spetta agli utenti ricorrenti il rimborso di quanto corrisposto a Nuove Acque spa a titolo di remunerazione del capitale dal 21 luglio 2011: “Sindaco e Giunta devono impegnarsi a intervenire presso Nuove Acque affinché cessi di inviare lettere con minaccia di sanzioni penali e distacco delle forniture agli utenti che hanno legittimamente aderito alla campagna di obbedienza civile e presentato istanza di rimborso delle somme indebitamente inserite in tariffa”. Tulli ha aggiunto che il direttore dell'Autorità Idrica Toscana ha autorizzato la società Nuove Acque a rimborsare una piccola parte, 161.000 euro, degli oltre 2 milioni e mezzo incassati indebitamente: “contro tale provvedimento, è stato presentato ricorso al Tar Toscana dal Comitato acqua pubblica, dal Forum toscano per l'acqua, dall'Associazione acqua bene comune e da sei utenti. Chiediamo che il Sindaco consideri un'azione del Comune di Arezzo accanto ai ricorrenti”.

Anche Matteo Bracciali ha presentato un atto di indirizzo del Pd che “sollecita azioni su tre fronti: la riforma della legge sul servizio idrico, il sostegno alla modifica della disciplina del tariffario idrico, la discussione in Consiglio Comunale sul Piano di ambito. È un atto di indirizzo che attualizza quello di Barone, non alternativo a esso. Annuncio una posizione favorevole all'atto di indirizzo di Tulli perché è tempo che la politica si riappropri di certi spazi, specie su un tema come l'acqua che parte dall'assunto della limitatezza della risorsa”.

Alessio Mattesini ha ricordato che sono passati “3 anni dal referendum, nel mezzo avete provato a costituire una commissione consiliare che è stata, è il caso di dire, un buco nell'acqua. Avete visto o letto una sua relazione? Speriamo che la maggioranza si renda conto di quello che è successo con il voto dei cittadini del 2011 e si adoperi per la riduzione delle tariffe”.

Daniele Farsetti: “all'ordine del giorno c'è un nostro atto di indirizzo in materia e vorrei che venisse inserito all'interno di questa discussione”. La proposta è stata accolta dal presidente Luciano Ralli.

Roberto Ruzzi: “tutti vogliamo la riduzione delle tariffe, tutti siamo d'accordo che non possiamo aspettare un tempo illimitato. Ora proviamo a fare bella figura con una fila di atti di indirizzo dell'ultimo minuto ma sono preoccupato dai ritardi”.

L'assessore Francesco Romizi: “intanto il Comune di Arezzo non ha approvato il piano tariffario frutto della delibera di fine 2012 dell'ex Ato 4. Poi stiamo per inviare una lettera alle autorità competenti i cui contenuti ricalcano le azioni che stiamo portando avanti in ogni sede. Vogliamo un piano degli interventi e un piano tariffario 2014-2015 da parte degli enti di ambito entro marzo. Altrimenti invochiamo il potere sostitutivo del gestore. Chiediamo che Parlamento e Regione Toscana facciano la loro parte per la riorganizzazione del servizio idrico in Toscana che valorizzi il ruolo dei Comuni. In questa battaglia ci troviamo accanto Pistoia. L'indirizzo politico di questa amministrazione è chiaro”.

“Francamente tutta questa chiarezza da parte dell'amministrazione non la vedo – ha replicato Farsetti – le parole di Romizi sembrano al più far balenare un'inversione di tendenza. Il nostro atto di indirizzo chiede una cosa banale, molto semplice: Acea è entrata in maniera legittima o meno in Nuove Acque? Vogliamo saperlo. Un atto concretissimo che dimostrerebbe se il Comune di Arezzo abbia o meno l'intenzione di raggiungere un risultato”.

“Fino a un certo punto – per Barone – l'amministrazione ha dato dimostrazione di non voler toccare certi argomenti, quelli che ci portarono fuori dalla maggioranza. Oggi sentiamo un primo impegno, forse concreto, a fronte dell'immobilismo del passato. Ben venga la lettera ma non basta, meglio se seguita da azioni concrete. Ad esempio io non ho capito perché questa amministrazione non mette un pizzico di coraggio per capire se davvero ci sono sono o no margini per un'azione legale forte contro Nuove Acque e presupposti per la ripubblicizzazione del servizio idrico. Intervenite, diamo riscontro ai cittadini”.

“Nell'anno zero del renzismo – ha rincarato Tulli – ripartiamo sempre da zero: per le cave, per l'inceneritore, per Arezzo Wave, per Nuove Acque... perché mai si fanno delle cose che hanno conseguenze concrete? Ho qui in proposito una risposta a un'interrogazione mia sulle cave in cui mi si diceva che 'scriverò una lettera'. Ecco qua, ora spunta una seconda lettera su un'altra questione delicatissima. Quando finirete di scrivere lettere?”.

Il Sindaco Giuseppe Fanfani: “non mi si rimproveri mancanza di impegno e coerenza a me. Se non si raddoppia l'inceneritore lo si deve a me. Se da 8 anni non si aprono nuove cave a Quarata lo si deve a me. Sull'acqua sono stato il primo sindaco d'Italia, credo, a firmare il referendum. Il primo passo che feci 8 anni fa fu chiedere a una commissione di tecnici presieduta da Silvano Anania, magistrato in pensione, di farmi i conti per capire si si poteva procedere a una ripubblicizzazione. Questa commissione mi rispose che serviva una cifra improponibile da chiedere ai cittadini. Poi ho cercato di fare assumere a Giuseppe Caroti un ruolo importante in Nuove Acque, frutto di un'operazione di fine anni novanta con clausole contrattuali difficili da sciogliere. Non tutte le battaglie possono essere vinte, però io le combatto senza fare la banderuola”.

Francesco Romizi ha replicato: “la lettera annuncia un'azione politica: la contrarietà a una delibera che fissa le tariffe. Non abbiamo inoltre votato il piano economico e finanziario per i prossimi anni dell'autorità idrica. Ci siamo fatti promotori di un comitato di associazioni che affiancherà con potere consultivo gli organi regionali che hanno competenza in materia. Insomma, quello che possiamo fare, che è in nostro potere, lo facciamo”.

“Una soluzione per gestire questa frase potrebbe essere la rivisitazione dei patti para-sociali, peraltro scaduti, ed è su questo terreno che il pubblico potrebbe provare a riguadagnare una presenza. Comunque, almeno i rappresentanti del Comune di Arezzo in quella società dovrebbero dare risposte importanti su alcune questioni, non ultima quella dell'accesso agli atti del cda che come noto hanno portato a una vicenda che ha coinvolto un nostro collega”.

“Rilancio – ha aggiunto Lucio Bianchi – una proposta: lavoriamo insieme, come gruppi consiliari, a una lettura dei patti para-sociali. Facciamo poi un'audizione del signor Enrico Valentini per capire quel che Nuove Acque fa: a leggere i suoi comunicati emergono mirabolanti azioni a favore dell'ambiente. Bene, quali? Ce le dicano”.

Gianni Cantaloni: “possiamo votare tutti gli atti di indirizzo del mondo ma vorremmo avere la garanzia che il Sindaco li farà propri e si muoverà per rendere effettivi i loro propositi. Segnando una chiara discontinuità rispetto al passato. Servizio scadente e tariffa aumentata, questa è la realtà attuale. La nostra volontà dovrebbe essere proporre intendimenti nuovi che vadano a costituire il contenuto dei futuri patti para-sociali”.

La proposta di Cantaloni di arrivare alla redazione di un atto di indirizzo unico non ha avuto seguito.

Gli atti di indirizzo hanno così avuto i seguenti esiti: Barone 12 favorevoli e 14 astenuti, approvato. Tulli 24 favorevoli, approvato. Bracciali 19 favorevoli e 1 astenuto, approvato. Farsetti 23 favorevoli, approvato.

 

 

MOZIONE DI CENSURA

 

Roberto Barone ha letto la sua mozione di censura nei riguardi del Sindaco: “nel regolamento del Consiglio Comunale che vale per chiunque vi è riportato un adempimento: che il sindaco illustri e metta in discussione annualmente lo stato di attuazione del programma. Non farlo è un'inadempienza statutaria, una omissione sulla quale si può chiedere una censura consiliare. Il Sindaco deve rispettare questa cosa, io ho presentato questa mozione un anno fa, poteva essere uno stimolo a che venisse meno questo atteggiamento irrispettoso verso l'aula e i suoi componenti”.

Il Sindaco Giuseppe Fanfani: “rilevo che la Giunta è sopraffatta dal lavoro e che le singole relazioni chieste agli assessori, ciascuno per le deleghe di competenza, hanno avuto un ritardo nella redazione”.

Luciano Ralli, nei panni di consigliere, ha rilevato che per “spirito di attenzione ai regolamenti, seppur con l'attenuante dei lavori della giunta, un richiamo al Sindaco e alla Giunta vada fatto. Non procederei però a un atto di censura ma a un invito, appunto, a che al 31 gennaio 2015 sia comunque rispettato il termine di presentazione del documento riferito all'anno in corso e che per il 2013 lo stato di attuazione del programma venga illustrato durante il prossimo Consiglio”.

L'impostazione data da Luciano Ralli è stata condivisa sia da Gianni Cantaloni che da Luigi Scatizzi.

“Devo dire – ha replicato Roberto Barone – che mai in 8 anni è stato presentato questo documento, mi pare sia la prova che il Sindaco non abbia intenzione di adempiere a tale disposto. In ogni caso, ritiro volentieri la mozione di censura, resta però il caldo invito a presentare la relazione in aula per il 2013 nella prossima seduta. Mi auguro sia l'inizio di una prassi positiva che duri tutta la consiliatura”.

 

 

GIOCO D'AZZARDO

 

Ancora Roberto Barone: “pare aumentato l'interesse a contrastare il gioco d'azzardo. Lotto, superenalotto, gratta e vinci, win for life, tototris sono già gioco d'azzardo. Il problema è che si tratta di gioco d'azzardo legalizzato. Poi ci sono le slot machine. Il fenomeno è molto più ampio, si può giocare da casa con il computer. Alcuni dati: 76 miliardi di euro spesi in giochi legali nel 2011 dagli italiani a cui vanno aggiunti 10 miliardi in circuiti illegali. La ludopatia colpisce un milione di persone, spesso ai margini sociali. Chiedo di mettere in atto con la Asl 8 campagne di sensibilizzazione e informazione sui rischi e i danni di questa dipendenza. Prevedere nel regolamento della PM norme ad hoc. Ci sono poi disegni di legge in materia e chiediamo al Presidente del Consiglio Comunale di inoltrare ai Presidenti delle Camere la presente mozione come sollecito. Ribadisco che esistono proposte giacenti in Parlamento, andrebbero resuscitate prima di cominciare una nuova raccolta firme”.

L'assessore Marcello Caremani ha rilevato che “ci sono in Italia varie azioni per limitare il gioco d'azzardo patologico. Quest'ultimo è quello che crea ludopatia, oltre al milione citato di chi ne soffre, ce ne sono altri 3 a rischio. Ho qui davanti il manifesto dei sindaci del nord-est su ciò che stanno facendo, poi esiste la campagna nazionale Mettiamoci in Gioco. L'aspetto fondamentale è la prevenzione”.

Lucio Bianchi: “il gioco d'azzardo è la medaglia di bronzo tra le industrie nazionali. Si alimenta colpevolmente la depressione di certe persone, 1.200 euro a testa per italiano, in media, va a finire nel gioco d'azzardo. Il crimine organizzato controlla questa industria. Mi chiedo anche cosa spinge il Parlamento ad agire in modo a volte irresponsabile. Mi chiedo anche che cosa ha fatto il Comune al di là delle ordinanze del Sindaco che hanno uno spettro d'azione limitato. Qualcosa di più è certamente possibile fare. Non basta spostare queste attività fuori dal centro. Perché non subordinare la concessione di licenze a corsi di formazione su questi temi?”.

Sindaco Giuseppe Fanfani: “sono d'accordo con l'atto d'indirizzo e con la necessità di affermare una cultura diversa. Il fenomeno del gioco d'azzardo è così radicato che lo troviamo rappresentato nell'arte greca ed etrusca. Ma questo non ci deve indurre alla rassegnazione. Per lo Stato, il volume del gioco d'azzardo si attesta sui 15 miliardi di euro all'anno. E a questa cifra bisogna aggiungere quella del gioco illegale. Non è pensabile che lo Stato possa partecipare a un'azione che da tutti viene riconosciuta patogenetica e in grado di coinvolgere in Italia circa 1 milione di persone. Noi abbiamo escluso la possibilità di far aprire nuove sale giochi nell'area urbana di Arezzo, grazie al limite di vicinanza con una serie di attività. Ma non possiamo impedire la collocazione di slot machine nei bar. Bisogna intervenire nei confronti dello Stato per far cessare questa fonte di finanziamento”.

Assessore Marcello Caremani: “si inizia a giocare a 16 anni, quando si mette in atto la trasgressione. Fondamentale è quindi lavorare nei confronti dei giovani, limitare la pubblicità del gioco, consentire la tracciabilità dei flussi finanziari”.

Elisa Bertoli: “sono circa il 70% gli italiani che giocano d'azzardo. Persone che finiscono per diventare automi che giocano contro un altro automa. Le grande aziende del gioco si stanno riorganizzando puntando su un nuovo target e cioè i giovani. Dietro al giocatore c'è quasi sempre una famiglia, chiamata poi a pagare i debiti. Vorrei che fosse posta maggiore attenzione a questo rischio. Lo slot machine non devono essere nei centri di aggregazione sociale: né 3 né 1 soltanto. Il Comune non deve poi erogare contributi o concedere patrocini a quelle strutture che hanno slot machine”.

Roberto Barone: “le slot non devono essere nei centri sociali ma questa è una piccolissima parte del problema. La situazione generale sta rapidamente peggiorando. Sostengo la proposta di legge di iniziativa popolare”.

Marco Tulli: “una proposta parlamentare del M5S era quella di eliminare la mini Imu compensando la minore entrata con la tassazione del gioco d'azzardo. Proposta bocciata dalla maggioranza. Prima ancora Berlusconi aveva proposto di liberalizzare il gioco per sostenere la ricostruzione di L'Aquila. Molti partiti predicano contro il gioco d'azzardo e poi fanno scelte che lo mantengono e conservano”.

Roberto Ruzzi: “bisogna prendere esempi da altri Comuni. Facciamo subito quello che possiamo fare nella nostra città. Dall'utilizzazione della Pm a maggiori controllo e prevenzione”.

Gianni Cantaloni: “importante è non essere ipocriti: niente slot nei circoli. È un esempio di coerenza che bisogna dare. Analogo impegno e coerenza dobbiamo chiedere ai nostri parlamentari. Inoltre gli episodi di Ceciliano, Marchionna e Saione confermano che il problema non è solo quello della ludopatia ma anche quello del gioco”.

Cinzia Scartoni: “perché non effettuare corsi di formazione nelle nostre scuole, sia per gli alunni che per le loro famiglie?”.

Luigi Scatizzi: “dobbiamo evitare che le persone cadano nella trappola della dipendenza. Il mondo del gioco, per chi ha conosciuto il vecchio Totocalcio, è radicamene cambiato”.

Renato Peloso: “molte persone affette da ludopatie sono anziani e sarebbe quindi necessaria una capillare campagna di informazione nei centri sociali”.

Assessore Barbara Bennati: “una classe della Tricca ha già affrontato il tema del gioco d'azzardo. Il punto più debole del sistema del gioco è il web che consente di scommettere nella propria casa. Stiamo lavorando con i circoli e con il Sert iniziative sul territorio”.

Gianni Mori: “l'aspetto etico del problema è rilevante. Lo sviluppo di questi giochi ha trovato una leva di sviluppo nelle nuove tecnologie ma rimangono questioni etiche e culturali: si enfatizza la possibilità del ‘colpo di fortuna’ capace di risolvere i problemi di una vita. In realtà si tratta di comprendere che la soluzione è ben altra ed è legata alla capacità di essere all'interno di un contesto sociale”.

L'emendamento Bertoli all'atto di indirizzo è stato approvato all'unanimità e stessa sorte per l'atto emendato.

Sabato, 1 Febbraio, 2014