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Consiglio Comunale 25 settembre 2013

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le interrogazioni sulla sicurezza

La prima interrogazione della giornata è stata del consigliere comunale Roberto Bardelli e ha avuto per oggetto la rissa in zona Guido Monaco, “solo la punta di un iceberg costituito da una situazione fuori controllo dovuta alle mancate azioni della Giunta che non ha neanche mai risposto alle nostre sollecitazioni. Arrivati a questo punto non si può più tergiversare, a rischio è il tessuto sociale della città. Occorre un Consiglio Comunale urgente con il prefetto e le forze dell'ordine presenti per rispondere ai problemi della sicurezza e del degrado di Arezzo”.

Anche Luigi Scatizzi ha parlato di criticità ma per Piazza Sant'Agostino “già oggetto due anni fa di medesima interrogazione. La zona e le strade limitrofe come Via de Mannini hanno bisogno di particolare attenzione. Si registra la mancanza di rispetto delle regole minime di convivenza e i residenti sporgono le loro lamentele per orari dei locali prolungati fino all'alba, abitudini igieniche poco ortodosse, frequentazioni notturne, diffusioni musicali e rilascio di rifiuti. Le piazze non sono solo un aspetto architettonico. Quali misure concrete sono in vista per limitare questo degrado?”.

Gianni Cantaloni ha sottolineato “come viviamo un'emergenza-sicurezza e l'incolumità dei cittadini è a rischio. Non è pensabile che i nostri pur validi vigili possano affrontare minacce di queste dimensioni, portate anche con armi da fuoco come al Ponte alla Chiassa pochi anni fa, occorre una gestione collegiale del problema con il contributo di tutte le forze dell'ordine coordinate dal prefetto. Al Sindaco spetta il diritto-dovere di mettere a punto tutti i sistemi di intervento a sua disposizione e controllare se gli esercizi dove queste persone bivaccano tutto il giorno sono in regola. I residenti e gli commercianti della piazza e delle zone limitrofe vivono nella paura che da un momento all'altro scatti la molla della violenza. Proponiamo: un punto di riferimento stabile per i vigili, il potenziamento dell'illuminazione, telecamere nei punti a rischio. Cosa sta avvenendo in questa città, più in generale, sul piano della criminalità comune e di quella organizzata? Che coinvolgono ormai la zona Giotto, i giardini del Porcinai, via Tagliamento, la zona del Campo di Marte”.

Con una seconda interrogazione Cantaloni ha rilevato intanto “l'esito positivo di molte operazioni contro lo spaccio di stupefacenti, condotte dalle forze dell'ordine. Crediamo che le tante interrogazioni in materia dei consiglieri abbiano dato un stimolo importante così vogliamo segnalare come giornalmente e alla luce del sole si svolge lo spaccio in via Romana mentre sotto il ponte del Vingone si assume tranquillamente la droga. È al corrente l'amministrazione di questo grave problema?”.

Alessio Mattesini: “le telecamere non funzionano, gli interventi di questa giunta sono limitati a dichiarazioni dove si auspicano corsi di autodifesa personale. Il problema andrebbe affrontato preventivamente quindi chiedo cosa intende fare da ora in avanti l'amministrazione”.

Marco Tulli: “sono comparse dichiarazioni del Sindaco che se confermate supererebbero la decenza e se fossero vere dovrebbero portare alle sue dimissioni. 'Un fatto del genere non appartiene alla nostra civiltà'; 'L'integrazione in Europa è avvenuta troppo in fretta'. Non voglio credere che queste frasi siano il suo pensiero sennò mi viene da chiedere qual è la nostra civiltà, quella delle stragi di stato, di Genova e della mafia? Ancora: 'È in atto uno scontro fra culture: la nostra e le altre che non disdegnano la violenza'. Come può essere considerata una frase del genere degna di un amministratore che dovrebbe credere nel dialogo e nella convivenza? Parlare di scontro tra culture o di civiltà è molto grave. Pochi giorni fa c'è stato un ragazzo pestato per il Saracino: perché non sono state usate dichiarazioni del genere? Chiedo di smentire pubblicamente quanto riportato, un coacervo di demagogia e senso comune”.

Il Sindaco ha risposto che “le preoccupazioni della città sono le mie preoccupazioni. Sono cresciuto in un paese dove la notte si lasciavano le chiavi nella toppa, dove c'erano rispetto e generosità di fondo che creavano una collettività. L'ordine pubblico: noi abbiamo affrontato un periodo difficile caratterizzato dalla liberalizzazione delle frontiere e dalle pressione non controllata dai paesi del Mediterraneo e dai paesi di recente ingresso nella Unione Europea. Nel nostro ordinamento ci sono state poi una serie di depenalizzazioni di fattispecie minori, dall'accattonaggio all'ubriachezza molesta, che rendono difficile anche l'intervento delle forze dell'ordine e l'applicazione delle misure di sicurezza. Constato poi che la reazione giudiziaria di fronte a fatti gravi è inadeguata ai problemi sociali che questi fatti portano con sé.

Io le dichiarazioni le confermo una per una: quando dico che certi fatti non appartengono alla nostra civiltà dico la verità, perché noi siamo persone laboriose e disposte al sacrificio che non risolvono le loro questioni con coltelli, mazze e piede di porco. Lo scontro tra due bande non appartiene alla cultura di Arezzo. Intorno alla prostituzione e allo spaccio di droga, vere fonti di guadagno, si stanno organizzando delle bande e questo è un salto di qualità della criminalità e non può essere riconducibile ad Arezzo e agli aretini. Possibile che non ci sia modo da parte di chi ha mezzi, strutture e dovere di gestire l'ordine pubblico di andare a fondo per contenere e stroncare questi fenomeni? E le scelte legislative potrebbero essere più coraggiose e meno ipocrite, anche sulla prostituzione.

Ho detto anche che l'integrazione è avvenuta in fretta ed è vero perché fare entrare nel nostro paese persone a cui non sappiamo dare niente se non la raccolta di pomodori attorno al Vesuvio è fare doppia violenza. E qui ci sono responsabilità enormi di chi ha gestito i flussi. Dunque dobbiamo creare le condizioni affinché a livello di politica nazionale si possa discutere di risorse e attenzioni da rivolgere all'immigrazione, clandestina e comunitaria, che non deve essere così indisciplinata.

Le telecamere: non funzionano senza fibra ottica. C'erano diversi problemi di passaggio della stessa ma entro novembre avremo in funzione il sistema di 80 telecamere che manderanno informazioni alle tre centrali di questura, carabinieri e polizia municipale. Poi vorremmo rafforzare quest'ultima: c'è la possibilità di assumere alcune persone il prossimo anno e ne destineremo la maggioranza agli organici della PM. Prego i commercianti di darci una mano adottando un sistema di telecamere per le quali il Comune aveva anni fa aveva previsto un finanziamento pubblico consistente. Se potessimo disseminare in punti strategici telecamere con una minima spesa sarebbe un fatto di grande collaborazione da parte dei cittadini. E al prefetto, dal quale mi sto recando per una riunione del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, girerò la richiesta fatta da Cantaloni di una sua presenza in Consiglio Comunale”.

 

Domenica, 1 Settembre, 2013