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Consiglio Comunale 24 luglio 2012 / mozioni e atti di indirizzo

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Dal gioco d'azzardo all'alta velocità Torino-Lione

“Dieci anni e il gioco d’azzardo si è trasformato in industria, con incremento dei luoghi dove praticarlo, della spesa pro capite e di autentiche patologie”: così Barbara Bennati (Pd) ha presentato l’atto di indirizzo dal titolo “Azioni contro il gioco d’azzardo”.
Così ha proseguito: “i dati: 312 milioni di euro spesi nel 2010 in provincia, 945 a persona, 132 le famiglie prese in carico per trattamenti psico-socio-sanitari dal Dipartimento delle dipendenze della Asl 8 ma la quota di sommerso resta incalcolabile. La qualità della vita dei singoli e dei contesti familiari ove vivono è compromessa. Chiedo che sia effettuata una ricognizione delle slot machine e degli altri giochi video nei centri di aggregazione auspicandone una rimozione e che sia programmata una riunione congiunta delle commissioni consiliari Sanità, Sociale, Attività Produttive per dare un quadro del fenomeno, conoscere gli strumenti e le iniziative promosse dal Comune per contrastarlo e le esperienze dei Comuni capofila nella prevenzione come Empoli”.
L'assessore alle politiche sociali Lucia De Robertis ha sottolineato che “un apposito disciplinare, verrà portato in Giunta, e prevederà proprio questo, la fine nei centri sociali di slot machine e di tutte quelle macchine che possono produrre dipendenze del genere. D'altronde, sarebbe paradossale favorire tali fenomeni e poi in seconda battuta fare intervenire gli assistenti sociali”.
Il Sindaco Giuseppe Fanfani ha ricordato che “dei soldi che finiscono in queste macchine lo Stato ne prende la stragrande maggioranza, una parte va al gestore della macchina, una parte al gestore del locale che la ospita. Su internet ci sono dei siti dove si gioca 24 ore su 24. Il panorama è questo, complesso e di portata davvero ampia, credo che molti dei nostri sforzi saranno vani ma una cosa posso assicurarla: almeno nei luoghi in cui il Comune ha influenza diretta e che sono deputati alla socialità, queste macchine non devono esserci”.
Roberto Barone (Idv): “preoccupiamoci dei bar, dei circoli, delle tabaccherie dove si va esclusivamente a giocare. Discipliniamo questo fenomeno in forma generale, non soffermiamoci su tre centri sociali come ha dimostrato la discussione. Chiedo perciò un regolamento ad hoc per il gioco d'azzardo sul territorio comunale, altri enti lo hanno fatto, ne è nelle nostre competenze. Sollecitiamo inoltre i nostri parlamentari a prendere di petto proposte di legge giacenti in Parlamento sul tema. Tutto questo lo chiedo con un atto di indirizzo alternativo a quello illustrato”.
L'atto di Barbara Bennati è stato approvato con 19 favorevoli e 4 contrari. Conseguentemente l'atto di Barone è decaduto.

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Roberto Barone (Idv) ha chiesto di aderire alla campagna Obbedienza Civile e a tutte le azioni che portino all’eliminazione della “adeguata remunerazione del capitale investito”. È tornato dunque in Consiglio Comunale il dibattito sul riconoscimento della volontà popolare uscita dal referendum di 13 mesi fa. Tornare a una gestione pubblica dell’acqua è peraltro l’indirizzo espresso dalla sentenza di questi giorni della Corte Costituzionale che ha bocciato l’articolo 4 della legge 148/2011 voluta dall’ex Governo Berlusconi e che mirava a reintrodurre la  privatizzazione dei servizi pubblici.
“Gli italiani, e gli aretini in particolare, chiedono con forza da tempo di dare corso al risultato referendario e l’eliminazione della remunerazione del capitale investito. Se nulla ancora è cambiato nel rapporto con Nuove Acque, lo dobbiamo al conservatorismo di chi detiene il potere politico nella nostra città. Ho già sollecitato il Sindaco nei mesi scorsi, ora propongo al Consiglio Comunale e alla Giunta di condividere e sostenere con l’adesione la ‘campagna di obbedienza civile’ promossa dal Comitato Acqua Pubblica di Arezzo. È la prova del nove per il Pd, salito sul carro dei vincitori all’ultimo tuffo.
Dato per scontato che è a tutti noto che la cosiddetta remunerazione del capitale investito incide sulle bollette per una percentuale che quest’anno è il 13,82%, ricordo la tipologia di azioni che la campagna propone di attuare: compilazione di un bollettino di conto corrente postale dove si applica alla bolletta la decurtazione del 13,82 e invio alla società Nuove Acque e all’ex AATO 4 di una dichiarazione con la quale si motiva la decurtazione. E non mi si parli di atti illegittimi, la campagna non a caso si chiama ‘obbedienza civile’ proprio perché qui è in ballo l’obbedienza alle leggi in vigore così come modificate dalla maggioranza del popolo italiano”.
Critiche a Nuove Acque da parte di Lucio Bianchi (Movimento 5 stelle) che ha lamentato la mancanza di trasparenza della società dinanzi a una sua richiesta di atti e documenti largamente disattesa dinanzi a termini perentori previsti dalla legge “una mancanza di trasparenza inaccettabile dinanzi a chi ne ha diritto in qualità di consigliere comunale”.
Caustico Alessio Mattesini (Pdl): “sono curioso di capire dopo un anno dal referendum come questa maggioranza si comporterà dinanzi a questo atto. Nessuno ha capito cosa volete, molti hanno però capito che solo per propaganda sposaste l'esito del referendum”
“Stanchezza civile” è stata espressa da Marco Tulli (Sel). “Ma come si fa a fare dell'incoerenza un valore? Sono oramai 10 anni che è iniziata la campagna per la ripubblicizzazione dell'acqua. Cominciammo con una raccolta firme per una legge popolare regionale bocciata poi in Regione dal Pd. Abbiamo vinto un referendum che è rimasto lettera morta. Una commissione comunale doveva lavorare ma non si riunisce da mesi. Ora abbiamo l'obbligo morale di aderire a questa campagna, di stare con i cittadini, per coerenza, e dire basta alla solita Italietta che fa svolgere i referendum e poi trova mille motivi per non dar loro seguito”.
Daniele Farsetti (movimento 5 stelle): “ricordo la storia della commissione 'Modeo': deliberata il 29 novembre 2011, aveva 6 mesi di mandato, scaduto dunque il 29 maggio 2012. Il mandato poteva essere prorogato ma nessuno in quest'aula l'ha chiesto. La commissione doveva lavorare in sede referente ma di relazioni non se ne sono viste. Maggiore cartina di tornasole di mancanza di volontà politica non poteva esserci. Vediamo se affermiamo i principi del referendum oggi con l'atto di Barone”.
Duro Roberto Barone al termine del dibattito: “la lettera che scrive Nuove Acque ai cittadini che non applicano la famosa 'remunerazione del capitale investito' e dunque applicano la legge italiana è uno schifo nello schifo a cui dovremmo ribellarci. Si minaccia di interrompere l'erogazione del servizio, e sarebbe l'acqua un bene comune?”
Luigi Lucherini (Progetto per Arezzo): “non me la sento di istigare i cittadini a non pagare, a una inosservanza civile. Chiediamo semmai di applicare il referendum e la sentenza della Corte Costituzionale dell'altro giorno. E sulla coerenza non prendo lezioni visto che sono stato tra i primi a combattere il sistema con cui era stata condotta questa privatizzazione”.
Andrea Lanzi (Pd): “per l'ennesima volta si tenta di tirate per la giacca il partito democratico. Questo non è un atto di indirizzo a favore dei cittadini ma serve a mettere il cappello sopra qualcosa. Ci sono dei buoni motivi per cui il lavoro di quella commissione non è stato proseguito, c'erano gruppi che avevano già scritto le conclusioni. Saremmo pronti a riprenderlo ma con atteggiamento nuovo”.
Roberto Bardelli: “il sindaco che all'epoca creò il carrozzone Nuove Acque ne è diventato addirittura il presidente. Detto questo, chiedo ai cittadini aretini di rendersi conto da chi siamo governati, persone non in grado di amministrare una città”.
Giuseppe Fanfani ha ricordato di essere stato fra i “primi sindaci italiani a firmare il referendum, atto che ritengo ancora una cosa giusta perché i servizi a rilevanza pubblica dovono restare pubblici. Ho salutato con soddisfazione la sentenza della Corte Costituzionale che ha enunciato principi che vanno su questa strada. Sul piano prettamente giuridico, la conseguenza è che siamo tornati al giorno dopo il referendum abrogativo con l'obbligo entro 60 giorni del Parlamento di intervenire per sanare lacune normative e restituire coerenza al sistema. Un compito dunque non nostro. Ci troviamo di fronte a una struttura contrattuale che impedisce a questo Comune di recedere autonomamente dal contratto. Ero appena sindaco quando affidammo a una commissione presieduta dal magistrato Anania il compito di farci capire come stavano le cose. Le conclusioni: potete recedere ma vi costa 35-40 milioni di euro. Ci troviamo nell'impossibilità di farlo per mancanza di risorse ma possiamo intervenire presso l'Ato per vedere di attuare una politica di questo tipo”.
L'atto di indirizzo è stato respinto ottenendo solo 4 voti favorevoli.

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Marco Tulli (Sel) ha chiesto al Sindaco, “che detiene il 40% delle azioni e quindi è l’azionista di riferimento, di farsi promotore di una modifica dello statuto di Coingas entro quest’anno che preveda che i componenti del consiglio di amministrazione siano ridotti a un massimo di 3. Gli stessi dovrebbero poi ridursi le indennità percepite di almeno il 60%. Coingas non è una società operativa, è senza dipendenti ma i membri del suo consiglio di amministrazione ci costano circa 110.000 euro all’anno”.
Matteo Bracciali (Pd): “il dibattito va fatto nelle sedi opportune, comunque l'impostazione dell'atto di indirizzo può essere corretta. Ricordo comunque che c'è già stata una decurtazione dei compensi. Il Pd si asterrà”.
L'atto di indirizzo è stato respinto ottenendo solo 10 voti favorevoli. 11 gli astenuti e un non votante.

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Altro argomento di dibattito nazionale è stato portato in Consiglio Comunale da Daniele Farsetti (Movimento 5 stelle) che ha invitato l’assemblea a deliberare la propria contrarietà alla linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione e il conseguente sostegno al movimento No-Tav.
“Da oltre 10 anni la Val di Susa è coinvolta in un movimento pacifico che si oppone alla realizzazione di questa opera del tutto inutile, dal costo pari a tre ponti sullo stretto di Messina e che si scontra con una realtà commerciale indiscutibile: dal 2000 al 2009, il traffico merci nei tunnel autostradali del Frejus e del Monte Bianco è crollato del 31%. Quello del tunnel ferroviario del Frejus si è addirittura dimezzato. Teniamo presente che stiamo distruggendo un territorio, che ingrassiamo lobby imprenditoriali sottraendo soldi pubblici a lavoro, servizi sociali, istruzione, cultura per garantire un guadagno di tempo di soli 60 minuti”. La richiesta è stata che il Consiglio Comunale invii la delibera al Parlamento e al Governo perché “sia esplicita la contrarietà del Comune di Arezzo a questo scempio e la totale solidarietà alle popolazioni delle valli interessate”.
La mancanza nell'atto di riferimenti alla violenza del movimento, da condannare senza indugio, è stato sottolineato da Renato Peloso mentre Luigi Lucherini ha tracciato il quadro dell'alta velocità in Europa dov'è presente in tutto il territorio francese, nella penisola iberica e a breve fra Milano e Torino. “Non si può dire di no a tutto, altrimenti, senza scomodare le piramidi, i romani non avrebbero realizzato gli acquedotti e la civiltà umana non avrebbe lasciato tracce che hanno contrassegnato la sua crescita in tutto il pianeta”.
L'atto di indirizzo è stato respinto ottenendo solo 5 voti favorevoli, 2 i contrari, 10 gli astenuti e 2 i non votanti.

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Marco Tulli (Sel) ha chiesto che il Comune di Arezzo aderisca al censimento lanciato dalla campagna nazionale “Salviamo il paesaggio e difendiamo i territori” “che vuole ridurre il consumo di territorio e favorire un’oculata gestione dello stesso”. Nel censimento, da attivare entro un mese dall’approvazione della mozione e da ultimare in sei mesi, si trovano tutta una serie di quesiti relativi ai piani urbanistici, alle dimensioni del Comune, agli immobili censiti, sia quelli occupati che quelli non occupati, alle seconde case, alle superfici ancora potenzialmente edificabili. “La frenesia edificatoria degli ultimi decenni va fermata, essa si è manifestata indipendentemente dalle reali necessità e bisogni delle comunità e dalla qualità del paesaggio uscito invece, in molti casi, irrimediabilmente compromesso. È arrivato il momento di recuperare e riqualificare gli edifici vuoti e fatiscenti, mettere in sicurezza il territorio e ridurne il consumo”.
Matteo Bracciali ha sottolineato come il Regolamento Urbanistico e il suo percorso di attuazione si sposano bene a queste previsioni mentre l'assessore all'urbanistica Stefano Gasperini ha sottolineato che 6 mesi è un termine poco consono: “condivido la ratio dell'atto ma serve di più, un censimento del genere è complesso”. Con uno specifico emendamento, che ha recepito la sollecitazione dell'assessore, il termine è stato spostato a un anno.
L'atto di indirizzo è stato approvato con 17 voti favorevoli.

 

 

Domenica, 1 Luglio, 2012