L'assessore Franco Dringoli ha presentato il nuovo programma triennale dei lavori pubblici 2012\2014 “momento non certo facile per questo ambito di spesa, non dico solo dal punto di vista dell'amministrazione ma anche delle imprese in attesa di vedere liquidati i loro compensi. Anche Arezzo paga questa situazione generale. Nonostante ciò, abbiamo questo nuovo piano che prova a dare un contributo importante: abbiamo vari cantieri in corso che stiamo seguendo e altri pronti a partire secondo una logica di continuità annuale. Portiamo avanti il PIUSS, che è ora in uno avanzato stato: sono iniziati i lavori alle Logge del grano, per 1.440.000 euro, partiranno presto il Palazzo di Fraternita, oltre 2.000.000 di euro, la foresteria dell'atleta, un project financing da 4.500.000 euro, un nuovo lotto di lavori in Fortezza per più di 3 milioni di euro, il polo del digitale. Riparte poi l'interporto. Altri interventi sono finanziati e partiranno nel 2012 per 21.000.000 di euro, un sostegno all'economia locale.
Il piano si sostiene nel 2012 senza alcun mutuo aggiuntivo, un rammarico perché con i mutui ci garantivamo generalmente un 6.000.000 di euro per opere ulteriori. Siamo in ballo tuttavia per alcuni bandi per reperire risorse. In merito a queste ultime, la priorità va alla manutenzione, ovvero: sicurezza e fruibilità di scuole, strade, verde pubblico, centri sociali e rischio idraulico. Investiremo 1.800.000 euro per la coperture delle scuole comunali con impianti fotovoltaici e completeremo la rete di piste ciclabili che vogliamo connettere. Dalla Marchionna alla stazione è già possibile andare in bici. Il sottopasso di Giovi è in corso di progettazione così come a Ponte a Chiani si sta profilando la possibilità di sistemare la viabilità. Spazi culturali: concludiamo il teatro Tenda, siamo alla firma del contratto di sponsorizzazione per completare gli impianti. Il 'Petrarca': i lavori sono a buon punto. Ci sono 1.500.000 euro che finanziano il secondo lotto dei lavori. Sul primo abbiamo già investito 3.500.000 euro. Infine le casse di espansione: abbiamo l'obbligo di affrontare il problema del rischio idraulico e le casse non lo risolveranno ma lo riducono. Gli studi che alcuni ingegneri hanno fatto per il Comune dimostrano che sono una buona soluzione. Dirò di più: il sistema delle casse di espansione è funzionale anche alla deviazione del Castro ma una deviazione contenuta con investimenti contenuti”.
Il consigliere Alessandro Ghinelli si è soffermato sulla cassa di espansione del Castro: “con il sistema di casse previsto, non si risolve comunque il problema della sicurezza idraulica. Anni fa fu deciso di affrontarlo in maniera radicale e non parziale come adesso. Il piano presentato da Dringoli ha alcuni punti deboli: il 50% degli investimenti di questo Comune nei prossimi tre anni andrebbe a strade e parcheggi. Ma prima, anche in rispetto alle norme, occorre il Piano della mobilità. Ancora abbiamo il piano del traffico del 2001 e manca un sufficiente livello di programmazione su sosta e viabilità. L'amministrazione deve presentare il Pum”.
Il consigliere Luigi Lucherini è tornato sul rischio idraulico: “se con le casse di espansione non si risolvono i problemi, allora gettiamo via risorse. Il percorso dei due torrenti che attraversano Arezzo è stato modificato dall'uomo e la natura, prima e poi, si vendica. L'ipotesi fatta dalla mia amministrazione di una metropolitana di superficie era e resta valida in relazione alla necessità di deviare il percorso del torrente. I 'ritorni centenari' e quelli bicentenari sono possibili e il rischio è quello della distruzione di due terzi della città. Bisogna andare oltre l'ipotesi delle casse di espansione e progettare soluzioni maggiormente idonee a scongiurare un simile rischio”.
Il consigliere Renato Peloso ha ringraziato l'assessore Dringoli che “anche in questo piano triennale ha svolto un lavoro impeccabile pur in presenza di una situazione generale molto difficile. Fondamentali sono le scelte per la manutenzione, l'abbattimento delle barriere architettoniche, la sicurezza stradale”.
Il consigliere Pilade Nofri ha sottolineato i problemi di viabilità a Indicatore connessi all'interporto e la necessità di sviluppare il sistema del fotovoltaico nel sistema delle proprietà pubbliche.
Il consigliere Alessio Mattesini ha affermato che da anni, ormai, si poteva prevedere che l'interporto non sarebbe stato ultimato. E quindi nei sei anni trascorsi si poteva pensare a una diversa utilizzazione dell'area.
Il consigliere Roberto Ruzzi ha dedicato il suo intervento alle piste ciclabili e alle casse di espansione: “l'amministrazione dovrebbe intervenire per una viabilità alternativa a Via Tarlati e prestare particolare attenzione a Saione. Il bike-sharing: portiamo le bici sotto il Comune”.
Francesco Francini ha lamentato “la totale mancanza di programmazione e di un progetto di città. Abbiamo speso milioni di euro per parcheggi che hanno qualche difficoltà a ingranare senza avere presentato di Pum. Dal piano strutturale è stata eliminata la chiusura dell'anello a nord, oggi in parte tornate sui vostri passi e ne proponete un pezzo. Non è da oggi che l'interporto è morto ma non c'è stato un progetto in sei anni per pensare a qualcosa di alternativo a quella colata di cemento. Dell'unico progetto partecipativo sui lavori pubblici, tanto sbandierato, sulla ex Cadorna, non v'è traccia”.
Anche Lucio Bianchi, sulla ex Cadorna e il progetto partecipativo, ha sottolineato come “i cittadini abbiano scelto chiaramente che non ci siano ulteriori parcheggi. Inceneritore: è partito il bando di gara quando manca un piano interprovinciale dei rifiuti”.
Roberto Barone: “certe scelte vengono da lontano, da molto lontano, l'interporto è nato prima del 1999, nel 2003 venne firmato un protocollo di intesa assai poco stringente per le ferrovie. E ora non possiamo lamentarci che l'interporto, o meglio lo scalo merci, sia allo stato attuale. Così come non possiamo accusare Dringoli. Anzi, un tentativo per mettere un qualcosa nell'area, il mercato ortofrutticolo, è stato fatto proprio dall'attuale assessore. Il Pum: intanto c'è, è stato redatto, non sarà uscito dal cassetto ma esiste. Vogliamo addebitare i ritardi del Pum all'assessore ai lavori pubblici?”.
Per Matteo Bracciali “mancherà la programmazione, come ci viene detto, ma cosa sono se non elementi di programmazione il PIUSS, il regolamento urbanistico, il Pum? Anche quest'ultimo sarà presto in aula. Qui voglio ringraziare Franco Dringoli che in questi anni ha dimostrato di sapere gestire un ruolo così delicato in modo concreto e silenzioso, qualità che in politica si trovano di rado”.
Il piano triennale opere pubbliche è stato approvato con 19 favorevoli e 13 contrari.