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Consiglio Comunale 17 marzo 2016 / la delibera su Arezzo Fiere e Congressi

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Il mandato ricevuto dal sindaco Ghinelli

Il Consiglio Comunale, su proposta del sindaco Alessandro Ghinelli, ha approvato con 18 voti favorevoli e 7 astenuti una delibera nella quale invita la Regione Toscana a riconsiderare la posizione assunta nell’ambito del Piano di razionalizzazione delle società partecipate, approvato dal Consiglio Regionale il 21 dicembre 2015, dal quale emerge la volontà della Regione stessa di inserire Arezzo Fiere e Congressi, la struttura fieristica cittadina, tra quelle non strategiche che saranno dismesse o liquidate nella corrente legislatura. Il disimpegno della Regione Toscana rappresenterebbe il venire meno del socio di maggioranza visto che l’ente di Palazzo Panciatichi partecipa ad Arezzo Fiere e Congressi per una quota pari al 39,89%.

“La decisione di exit assunta – ha sottolineato il sindaco – potrebbe determinare esiti pregiudizievoli per la stessa esistenza della società di gestione e per il Comune. Il verificarsi di siffatto scenario, infatti, comporterebbe effetti deleteri anche sulle quote di minoranza di pertinenza di altri enti pubblici, tra i quali il Comune di Arezzo che subirebbe danni patrimoniali ingenti viste le risorse negli anni investite. Solo nel 2003, ricordo a proposito di investimenti, la Regione aveva deciso di considerare strategica la stessa struttura spendendo oltre 20 milioni di euro. Per cui non capisco come a distanza di pochi anni ci sia questa giravolta”.

Ecco la composizione del capitale sociale della società: oltre alla quota regionale suddetta, la Camera di Commercio detiene il 19,69%, la Provincia il 12,01%, il Comune di Arezzo l’11,02%. Poi ci sono banche private quali Banca Etruria con il 5,04%, Monte dei Paschi con il 4,61%, Unicredit e Cassa di Risparmio di Firenze con l’1,90% entrambe e altri soci privati per un complessivo 3,96%.

“Il Comune di Arezzo – ha sottolineato il sindaco Ghinelli – richiede scelte condivise e unitarie da parte di tutti i soci pubblici, specialmente quando sono in ballo valutazioni sulla governance e i futuri assetti societari. La dismissione di una quota di entità pari a quella regionale, senza preventivo coordinamento, si risolverebbe in un danno a una struttura strategica per il rilancio socio-economico del territorio. La scelta della Regione, motivata da ragioni di tipo economico, non deve invece prescindere da una verifica delle condizioni di funzionalità e strumentalità della struttura fieristica per il bacino territoriale di riferimento. Si ritiene dunque più opportuno ancorare simili valutazioni non tanto a un mero economicismo ma all’interesse pubblico generale. Arezzo Fiere e Congressi vive su uno squilibrio: si rileva infatti il diverso potere decisionale tra assetto societario, con la Regione Toscana che detiene la maggioranza relativa, e assetto territoriale visto che la struttura, fisicamente, è nel territorio del Comune di Arezzo che è tuttavia socio di minoranza. Se la Regione venisse meno in questo assetto, l’immobile resterebbe in piedi ma chi dovrebbe farsi carico di eventuali scelte inerenti il suo recupero, l’eventuale riconversione ad altri utilizzi, l’inserimento nel contesto urbanistico cittadino? La risposta è: il Comune di Arezzo. Dunque chiediamo alla Regione una strategia alternativa da elaborare mediante un accordo che coinvolga ogni ente interessato e che preveda almeno la possibilità di separare il ramo d’azienda gestore del patrimonio immobiliare e infrastrutturale dal ramo gestore dell’attività fieristica. Noi che vogliamo puntare sul turismo, compreso quello legato ad attività congressuali e fieristiche, ci troviamo dinanzi a questa scelta regionale di disimpegno che costringerebbe il Comune di Arezzo ad assumere impegni importanti e gravosi. Chiedo dunque un mandato per convincere la Regione a modificare atteggiamento e a un'elaborazione degli indirizzi condivisa. La collaborazione fra gli enti pubblici è addirittura prevista dal dettato costituzionale”.

Luciano Ralli ha sollevato sulla delibera una questione pregiudiziale: “noi daremmo mandato al sindaco su aspetti non solo politici ma che attengono contenuti tecnici che hanno ricadute finanziarie. Mi sembra che manchi proprio un approfondimento tecnico adeguato. Se c'è un ente che in questi mesi, da luglio a oggi, ha messo i bastoni fra le ruote ad Arezzo Fiere e Convegni, questo è il Comune di Arezzo. Ricordo poi i contrasti fra Comune e Camera di Commercio. Magari bastava aspettare il 31 marzo e vedere il consuntivo della struttura che pare finalmente in attivo. Dunque: se si tratta di un ravvedimento di un'azione dell'amministrazione in vista di un dialogo a tutto campo va bene, se invece dobbiamo trovare un pretesto, anche noi come Comune, per vendere la nostra quota in Arezzo Fiere e Congressi, non siamo d'accordo. Allora: ci viene chiesto dal sindaco un mandato ed è praticamente una richiesta di carta bianca. Ora, noi non ce la sentiamo di concedere questo. Tuttavia, il voto del Pd sarà di astensione, un atteggiamento positivo che spero apra un dialogo anche fra maggioranza e opposizione”.

Francesco Macrì: “è un forte mandato politico quello chiesto dal sindaco al Consiglio Comunale. La Regione ha lanciato un macigno. Dinanzi a tale macigno, l'amministrazione chiede prudenzialmente un mandato per verificare e controllare le reali intenzioni della Regione. Ci tengo poi a precisare una posizione: Arezzo Fiere e Congressi è nato male, si è rivelato molto costoso fin dall'inizio, nel tempo la situazione è migliorata ma restano crisi, debiti e deficienze funzionali. Spero si vada nella direzione, per questa città, di acquisizione di maggiore forza e per il Comune di dominio amministrativo. Non voglio che anche il governo di questa struttura fuoriesca dal territorio aretino. Sul piatto ci sono le quote della provincia, dei piccoli azionisti che hanno chiesto il recesso unilaterale per ora bloccato. Se tutte queste quote fossero messe a disposizione perché il Comune non dovrebbe accogliere la sfida della loro acquisizione?”.

Roberto Bardelli: “la delibera va nella giusta direzione: arrivare a una nuova stagione per il Centro Affari. Intanto partiamo, è l'inizio di un percorso dove il Consiglio Comunale sarà chiamato più volte a pronunciarsi”.

Paolo Lepri: “se l'amministrazione comunale avesse voluto cercare un dialogo con la Regione, non sarebbe partita con un autogol. Sarei favorevole ad aprire questi canali di dialogo. Per le azioni concrete attenderei i risultati di bilancio della struttura”. Massimo Ricci ha annunciato il voto di astensione del Movimento 5 Stelle: “pur condividendo la volontà del Comune di farsi sentire, restano le perplessità, in primis che la Regione torni indietro rispetto a un suo atto adottato in sede di Consiglio”.

Cesare Bircolotti: “questo è un mandato che diamo al sindaco a esplorare, a comprendere, poi gli chiederemo ovviamente di riferire all'assemblea. Auspico che tutti i gruppi partecipino a tale atto. Quando si è parlato di Imu e pignoramenti, non dimentichiamoci che sono atti dovuti, il Comune ha degli obblighi precisi nei confronti dei debiti che vanta”.

Luca Stella ha evidenziato che il suo voto favorevole sarà “non sulla delibera, di cui non ne colgo la ratio, ma esclusivamente a favore del sindaco”.

Martedì, 1 Marzo, 2016