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Consiglio Comunale 15 dicembre 2016 / il regolamento dei centri di aggregazione sociale

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Il Consiglio Comunale, su proposta dell’assessore Lucia Tanti, ha approvato con 18 voti favorevoli e 5 astenuti il regolamento dei centri di aggregazione sociale, “finalmente una disciplina organica e un quadro di riferimento certo e coerente con le norme nazionali e regionali che definisce le modalità di rapporto tra amministrazione comunale e centri di aggregazione, dopo la chiusura delle circoscrizioni. Il regolamento riconosce e valorizza i centri quali enti di diritto privato, associazioni senza scopo di lucro di promozione sociale, che cooperano con l’amministrazione per raggiungere finalità sociali, solidaristiche, educative e culturali, scevre da ogni connotazione di parte e da ogni politicizzazione. I centri sono un capitale per il territorio sempre più importanti e un presidio aperto a tutti. Chi gestisce i centri lo fa in nome dell'intera città e non di una singola amministrazione: è un principio di responsabilità imprescindibile. Alcune gestioni avevano un atteggiamento non inclusivo mentre noi pensiamo che chi li frequenta, giovani e meno giovani, ha il diritto a essere informato e attivo senza preclusione. Le attività non possono essere solo autoreferenziali, il centro è sociale se aggrega in maniera condivisa per cui le attività devono essere definite in sintonia fra chi li frequenta e fra i centri stessi e l'amministrazione. Il sostegno da parte dell’amministrazione si sostanzia nella concessione a titolo di comodato gratuito degli immobili comunali nei quali hanno sede e svolgono la propria attività. È prevista la loro iscrizione in un albo regionale. L'assessore Tiziana Nisini mi ha coadiuvato nell'analisi strutturale degli immobili cosicché è stato possibile dividere i vari centri, sono 21 e diventeranno 23, a seconda del tipo di interventi che necessitavano in base alla loro conformità edilizia e urbanistica”.

Entro 90 giorni dal regolamento dovrà costituirsi un organismo di coordinamento composto dai presidenti dei centri e dal sindaco o dall’assessore delegato allo scopo di condividere progetti o iniziative e concorrere ai programmi di interesse comunale. I presidenti dei centri non possono essere parlamentari, consiglieri regionali, provinciali o comunali, debitori in qualsiasi forma del Comune o soggetti in giudizio contro la stessa amministrazione. Entro 180 giorni dall’approvazione del regolamento, i centri devono dotarsi di uno statuto.

“Se si dà ai Cas una connotazione aperta – ha sottolineato Massimo Ricci – non possiamo farne una cassa di risonanza delle attività dell'amministrazione. Con quali criteri si concordano queste ultime con le attività del centro? La giunta può poi disporre a suo piacimento dei programmi sociali e con quali criteri eroga i contributi su specifici progetti e valuta i risultati delle attività dei centri? Inoltre, un'associazione politica non può organizzare un evento nei Cas? Se in alcune periferie o frazioni non ci sono alternative di sale per conferenze non vediamo perché un Cas non possa concedere le proprie. La politica si fa ovunque, in piazza o al supermercato, precludere ai partiti o a rappresentanze politiche di essere accolti per discutere ci pare un aspetto aprioristico”.

Francesco Romizi: “partirei dalla forma con la quale la delibera arriva in aula. Essa ha rispettato l'iter burocratico con il passaggio in commissione ma l'atto non è stato condiviso con i centri di aggregazione. Cosa sono i centri se non luoghi dove si riuniscono prevalentemente gli anziani, che ci rimettono in tempo e denaro ma che sono sottratti così allo loro solitudine? Ci sono poi dei problemi sostanziali: il coordinamento dei centri di aggregazione avrebbe potuto essere uno strumento utile ma così concepito non valorizza il ruolo dei presidenti. Non possiamo pensare che realtà come Palazzo del Pero non diventino luogo di discussione politica e partecipazione. Dove si possono confrontare i partiti se non in un luogo pubblico? Ovvio che chi lo gestisce deve essere autonomo, altra cosa è la concessione di sale a tutte, sottolineo tutte, le forze politiche e associative”. Sulla base di queste premesse Romizi ha presentato 3 emendamenti. Il primo, firmato con i consiglieri comunali del Pd, prevede un accordo tra il singolo Cas e l'amministrazione comunale per i servizi di utilità sociale e l'individuazione di aree di pertinenza dove svolgerli. Il secondo prevede che dove si parla di bilanci si aggiunga la parola “preventivo”. Il terzo prevede che anche il presidente del coordinamento dei centri sociali possa convocare quest'organo: “presidente che non dovrebbe essere l'assessore stesso”.

Federico Scapecchi: “il regolamento, frutto di un lungo lavoro, va a introdurre norme di trasparenza e corretto rapporto. Il mio emendamento parte da un principio: la politica non è una brutta cosa e non deve stare fuori dai centri. Devono stare fuori i partiti. Così, la giunta e i gruppi consiliari possono organizzare eventi e incontri con i cittadini sulle materie di competenza comunale. Due eventi ciascuno per anno solare in ogni singolo Cas. Un limite secondo me dettato dal buon senso. E quando c'è una consultazione elettorale tutti abbiano accesso”.

Meri Stella Cornacchini ha ritenuto che il coordinamento sia l'organo giusto delle decisioni condivise. “Non serve una figura come il presidente che faccia da cuscinetto fra questo e l'amministrazione per cui ne chiedo l'abolizione con uno specifico emendamento. Tutti i 23 presidenti hanno pari dignità”.

Paolo Sisi: “il Cas di Villa Severi è ubicato in un immobile della Provincia per cui chiedo: deve ottemperare a tutte le previsioni del regolamento comunale? È un centro da sempre impegnato nel sociale con particolare attenzione ad anziani e portatori di handicap”.

Egiziano Andreani: “mi pare opportuno introdurre una previsione di orari minimi settimanali dei Cas. Ci sono casi di centri che aprono solo nel fine settimana. Se gli orari fossero già nella convenzione sarebbe utile”.

Donato Caporali: “noto un atteggiamento meno vessatorio rispetto alle sagre. Esisteva comunque un regolamento sui Cas, dal 1997 e che venne riformato nel 2001. Non è che questa delibera venga fuori dal nulla. La realtà dei Cas è cambiata, non esiste più una dinamica politica perché la varietà dei soci è un fatto acquisito. Il punto critico secondo me è questo: mancano servizi di ascolto e di presidio del territorio in direzione della sicurezza. I centri sono ubicati in zone periferiche del Comune, vi si possono aggirare le più svariate persone. Diciamo che avete avuto un accelerata improvvisa sul tema mentre per una volta potevate spendere un po' di riflessione in più”.

L'assessore Lucia Tanti ha accolto gli emendamenti Andreani, Cornacchini, Scapecchi, Romizi 1 sui servizi di pubblica utilità. L'emendamento 2 Romizi sull'aggiunta del termine “preventivo” a bilancio è stato approvato. Ritirato da Romizi il suo terzo emendamento: “non ha più motivi di essere, viste le modifiche al testo fatte proprie dall'assessore”. Nella replica, l'assessore ha inoltre ricordato come “le regole siano elemento di garanzia per tutti perché senza di esse vince sempre il più forte e il più abituato. Mettere le regole è un coraggio di libertà che vogliamo rafforzare. La relazione tra il singolo presidente del Cas e l'amministrazione dovrà essere uno strumento di regolazione delle antenne sul territorio: quando andremo a normare i singoli accordi con i centri ne faremo luoghi di ascolto, comunicazione e discussione. In effetti l'unico Cas che appartiene all'amministrazione provinciale è Villa Severi, noi proporremo a esso le indicazioni valide per tutti sapendo che dobbiamo partire da questa condizione giuridica. Il confronto c'è stato, abbiamo convocato una giornata nella quale abbiamo presentato la prima bozza di regolamento, in quella riunione è stato detto che la disponibilità ai suggerimenti era totale. Abbiamo favorito la partecipazione ma ora è il momento di decidere”.

I centri di aggregazione sociale sono: Agazzi, Andromeda, Battifolle, Oasi Chiani, Colle del Pionta, Fiorentina, Giotto, Giovi, Il Cavallino, Indicatore, Malpighi, Pescaiola, Policiano, Quarata, Rigutino, Ruscello, Tregozzano, Valcerfone, Villa Severi, Proloco Venere, Circolo Santa Firmina. A questi si aggiungeranno San Marco La Sella e Tortaia.

Giovedì, 1 Dicembre, 2016