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Consiglio Comunale 10 luglio 2012 / L'atto di indirizzo Tulli

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No all'adesione alla Rete dei Comuni per i beni comuni

“Beni comuni e partecipazione politica: Napoli chiama, Arezzo deve rispondere”. Il consigliere comunale Marco Tulli (SEL) ha presentato così un atto di indirizzo per promuovere l’adesione del Comune di Arezzo alla Rete dei Comuni per i beni comuni.
“L'esperienza è nata a Napoli ed è finalizzata al riscatto degli enti locali la cui autonomia e capacità di gestire i servizi pubblici è stata ripetutamente attaccata e compromessa dalle politiche governative. Lo scorso 28 gennaio si è tenuto nel capoluogo campano il primo Forum dei Comuni per i beni comuni, al quale hanno partecipato amministratrici e amministratori locali provenienti da tutta Italia. Uno degli obbiettivi del Forum era quello di costruire una rete permanente di amministratori che seguissero una piattaforma politica condivisa. Tale obiettivo è stato raggiunto. In Italia sta muovendo dunque i primi passi un’esperienza di rete fra persone chiamate a gestire la cosa pubblica sulla base di precisi principi: chiedo al Consiglio Comunale di dare mandato al Sindaco e alla Giunta affinché siano presi contatti ufficiali con l’amministrazione comunale napoletana per aderire alla Rete e siano adottati gli atti necessari per realizzare anche ad Arezzo gli obiettivi del cosiddetto Manifesto di Napoli”.
L’atto di indirizzo di Tulli ne fa espressa menzione. Eccoli: piena attuazione della volontà referendaria espressa il 13 giugno 2011 (referendum sull’acqua e contro il nucleare); riconoscimento politico ed esplicito che i referendum dello scorso giungo non riguardano solo l’acqua ma impongono una moratoria nei confronti della liberalizzazione della gestione di tutti i servizi pubblici; verifica e messa in atto delle azioni politiche e giuridiche necessarie per trasformare le società per azioni a capitale pubblico in aziende speciali partecipate (sul modello della AEC di Napoli), sia nel settore dell’acqua che negli altri servizi pubblici; eliminazione del 7% della remunerazione del capitale investito dalla tariffa idrica, nonché sostegno politico e giuridico della campagna di “obbedienza civile” promossa dai Forum dei movimenti per l’acqua; denuncia del Patto di stabilità sulla finanza locale che è diventato una morsa insostenibile; richiesta di un impegno pubblicamente formulato da parte dei parlamentari eletti nel territorio per far mancare i voti necessari al raggiungimento della maggioranza qualificata al progetto di riforma costituzionale per l’inserimento del vincolo al pareggio di bilancio; trasferimento ai Comuni, senza oneri, di immobili e aree demaniali inutilizzate per la realizzazione di progetti di utilità sociale; impulso allo sviluppo dei processi di democrazia partecipativa su scala locale, estendendo i diritti di partecipazione ai migranti e ai sedicenni; un’idea di cultura come bene comune da governare sulla base di forme giuridiche partecipate (sull’esempio del Teatro Valle di Roma); modifica degli Statuti comunali, con l’inserimento della nozione giuridica di “beni comuni” cosi come definita dalla cosiddetta Commissione Rodotà.
L'atto di indirizzo è stato respinto con 6 contrari e 5 favorevoli. Astenuto il PD.

Domenica, 1 Luglio, 2012