I consiglieri comunali Marco Donati e Valentina Sileno (Scelgo Arezzo): “la città paga un prezzo in termini di competitività e attrattività. E la maggioranza non ha mosso un dito per invertire la tendenza”
“Nel 2021 il gruppo consiliare Scelgo Arezzo ha depositato un’interrogazione alla giunta Ghinelli in relazione al progetto, avviato nel marzo 2019, per infrastrutture di telecomunicazioni in fibra FTTH nel territorio comunale. Da allora, l’atto rimane chiuso in un cassetto e nel frattempo la situazione non è migliorata, al contrario.
Dai dati forniti dal ministero, la fibra ad Arezzo è ancora al palo. A 5 anni e mezzo dall’avvio del piano che avrebbe dovuto portarla in città, la Fiber To The Home è ‘in progettazione’. In pratica non esiste. È proprio il capoluogo quello messo peggio in tutta la provincia. Territori come Castiglion Fiorentino, Cortona, Sansepolcro, parte del Valdarno sono già cablati con la tecnologia in grado di garantire una velocità di trasmissione fino a 1 gigabit al secondo, sia in download che in upload.
Tre le semplici domande rivolte oramai anni fa: quante unità immobiliari, nel Comune, sono state raggiunte dalla FTTH? In che percentuale il territorio è coperto e in quale percentuale sarà coperto sulla base del progetto suddetto? Con quale modalità il Comune autorizza gli interventi per la posa in opera della FTTH? Nessuno ha risposto e Arezzo paga il prezzo più alto in termini di competitività e attrattività. Una situazione che evidentemente sta bene anche agli esponenti della maggioranza che sostengono la giunta, visto che sono 5 anni che di fatto su questo punto non hanno mosso un dito per invertire la tendenza. Intanto imprese, scuole, liberi professionisti, famiglie e chiunque abbia la necessità di usufruire di connessioni veloci deve accontentarsi, ancora una volta, di una città a 56k che non risponde alle reali esigenze che si fanno ogni giorno più pressanti e investono il mondo dell’economia, del lavoro, della scuola, dell’entertainment. Per quanto ci riguarda solleciteremo le riposte e, soprattutto, azioni concrete da parte di chi amministra. Rischiano di avere una città lenta e non possiamo permettercelo”.