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Conclusi i lavori alla ex Bastanzetti

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Dalla fabbrica del 1889 alla Casa dell’Energia del nuovo millennio

Bastanzetti, l’energia della storiaLa sirena non suona più da moltissimi anni ma la vecchia Bastanzetti è tornata a nuova vita. Addio alle erbacce e alle mura cadenti e benvenuta Casa dell’Energia. I lavori di recupero sono conclusi e sono stati presentati oggi pomeriggio in via Leone Leoni.

“La Bastanzetti – ha ricordato il Sindaco Giuseppe Fanfani - ha contributo alla storia industriale di Arezzo. Il complesso edilizio, adesso recuperato, sarà un elemento per il futuro della nostra città. E’ stato realizzato un significativo intervento di riqualificazione urbana, con il restauro delle mura su cui poggiava la fonderia. Sarà uno spazio a disposizione di tutta la città”.

Un intervento che il Comune di Arezzo ha inserito tra quelli del Piuss con il contributo di Coingas: “se la Bastanzetti rappresenta un capitolo fondamentale della storia di Arezzo, Coingas rappresenta il punto di partenza della storia dei servizi in questo territorio – ha ricordato il Presidente Luigi Polli. Dagli inizi degli anni settanta ad oggi, Coingas è stata l’esempio della capacità del sistema pubblico di erogare servizi fondamentali e di qualità. E di farlo unendo i comuni e creando un nuovo soggetto imprenditoriale pubblico”.

La storia della Bastanzetti è stata sintetizzata da Tiziana Nocentini, Direttrice dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea: “la sua costruzione è il frutto della decisione che Donato Bastanzetti prese in treno mentre da Udine si stava dirigendo al sud per acquistare un’azienda. In treno incontrò il Direttore della Camera di Commercio di Arezzo che lo convinse a e rilevare una fabbrica di Arezzo”. Da qui iniziò, nel 1889, la produzione di campane, la fusione della ghisa e la riparazione di macchine agricole. L’edificio fu danneggiato da due bombardamenti nel dicembre 1943 e nel febbraio dell’anno successivo. La produzione terminò alla fine degli anni ottanta”.

Quindi il periodo di abbandono  e il conseguente progetto di recupero e riuso che è stato presentato dall’architetto Mauro Senesi, dirigente del Comune di Arezzo: “il primo passo è stato un concorso nazionale di progettazione al quale hanno preso parte 16 gruppi. Quindi il progetto definitivo e i lavori curati dalla ditta Mbf. Il risultato è oggettivamente di grande rilievo e restituisce alla città un pezzo della sua storia”.

Con la prospettiva della Casa dell’Energia e dell’Urban Center: “tra poco verrà pubblicato il bando per la gestione – ha annunciato l’assessore Franco Dringoli. Uno spazio che sarà aperto ai cittadini, alle scuole, agli ordini professionali, alle categorie economiche. sarà un “nodo” della rete delle eccellenze tecnologiche nazionali e luogo di studio e d’informazione in primo luogo sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili”.

Oltre 2.000 metri quadrati di superficie nei quali sono stati mantenuti inalterati i caratteri strutturali, come l’impianto a corte centrale e l’ingresso rivolto alla città storica, riproponendo in chiave attuale materiali, colori e profili.
Il progetto ha consentito la mediazione e l’integrazione degli spazi recuperando la memoria storica dei luoghi e il restauro degli elementi di pregio che valorizzano sia l’edificio che l’immagine della città.
Quattro i temi funzionali dell’intervento:
* lo spazio del “museo” vero e proprio, cioè gli spazi espositivi che sono ospitati nella grande officina a capriate della fonderia, nella nuova galleria vetrata (la serra) e nelle sale adiacenti.
* gli spazi di servizio, che sono localizzati nei corpi minori adiacenti a largo Martiri delle foibe. In questi volumi sono ospitati gli uffici, lo spazio informativo per i cittadini, i servizi igienici, l'ufficio reception, gli spazi di deposito.
* gli spazi di supporto, che sono situati nei volumi adiacenti a via Leone Leoni e le cui funzioni possono svolgersi anche in maniera indipendente rispetto al museo: la sala convegni, la sala polifunzionale e la caffetteria.
* i segni urbani, cioè gli elementi architettonici che dialogano con la città: le mura storiche e la pergola solare.
 
Due le novità di rilievo: la realizzazione di una pergola solare, di dimensioni pari a 716 metri quadrati e, sul piano della pergola stessa, pannelli fotovoltaici per 248 metri quadrati che verranno successivamente installati, atti a garantire all’edificio una totale autonomia energetica e porsi come modello di restauro “sostenibile”.
Nella corte, sei colonne in acciaio sostengono l’intera struttura mentre una vasca serve come punto di raccolta delle acque meteoritiche: quest’ultima, riempita con ciottoli di fiume lavati “a filo” rispetto alle quote del pavimento, diventa elemento di raccordo tra interno ed esterno del museo vero e proprio a cui si accederà attraverso alcune passerelle.
In un gioco di luce e penombra il visitatore può salire sugli spalti delle mura, riportate adeguatamente alla luce e immergersi nel laboratorio interattivo o nella saletta-laboratorio. Una sala convegni, per 80 persone, una sala polifunzionale, la caffetteria, lo sportello informativo e la reception/bookshop arricchiranno la struttura.
Il rispetto della storia del luogo avverrà anche attraverso il recupero dei macchinari e dei vari oggetti presenti nella ex fonderia. Questi saranno utilizzati sia come oggetti di arredo e supporti informativi che come elementi di un “giardino delle sculture della Bastanzetti” sistemato in Largo Martiri delle foibe.

L’intervento, finanziato nell’ambito del Piuss e con un contributo Coingas di 625 mila euro, ha avuto un costo complessivo di circa 2 milioni di euro.

 

Sabato, 1 Dicembre, 2012