Nel “Regolamento per la disciplina delle incompatibilità e la definizione dei criteri per il conferimento e l'autorizzazione di incarichi extra-istituzionali al personale dipendente", l’amministrazione comunale ha previsto che il dipendente dia comunicazione preventiva all’Ente “sulle attività gratuite che siano espressione di diritti alla persona, costituzionalmente garantiti, quali la libertà di associazione e di manifestazione del pensiero” nonché su quelle “artistiche, ove non esercitate professionalmente, e le attività rese a titolo gratuito presso associazioni di volontariato e di cooperative sociali e assistenziali senza scopo di lucro”. Analoga richiesta per chi opera o intende operare in associazioni sportive.
In primo luogo non vedo l’utilità, ai fini amministrativi e istituzionali, che il Comune abbia queste informazioni di natura prettamente privata sui propri dipendenti.
In secondo luogo, e passiamo alle questioni di principio, mi auguro che non lo siano anche nella forma ma sono certamente nella sostanza violazioni della privacy di una persona. Un esempio: se decido di essere un donatore di sangue, perché lo devo comunicare al Comune? E in aggiunta: perché devo specificare a quale associazione di donatori mi iscrivo?
Inoltre i casi in cui il dipendente deve comunque essere autorizzato dall’Ente, per eventuali incompatibilità con l’attività lavorativa, sono già presenti nel Codice del Comportamento dei dipendenti.
Chiedo quindi alla Giunta comunale di rivedere questa parte del Regolamento, separando nettamente la vita lavorativa da quella privata ed evitando accuratamente di entrare in quest’ultima. Eliminare questo ulteriore appesantimento “burocratico” lascerebbe probabilmente ai dirigenti la possibilità di dedicarsi maggiormente alle questioni fondamentali del Comune tra le quali, senz’altro, la riduzione dei tempi di risposta alle richieste dei cittadini.