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“Chiediamo il rispetto della legge, almeno nei locali comunali. Questo il senso del mio atto di indirizzo sul divieto di burqa”

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Dichiarazione del consigliere comunale Angelo Rossi (OraGhinelli)

“Auspico, in tempi brevi, che all’ingresso degli uffici e immobili comunali vengano affissi dei cartelli dove casco, passamontagna e burqa siano cerchiati in rosso, in un classico segnale di divieto, e una didascalia in tre lingue, italiano, inglese e arabo, spieghi le ragioni di sicurezza a cui vogliamo attenerci. Sarebbe la migliore concretizzazione dell’atto di indirizzo a mia firma che il Consiglio Comunale ha approvato nell’ultima seduta con una sola astensione”.

Così Angelo Rossi (OraGhinelli) commenta il voto sul suo atto relativo all’uso di burqa, niqab, passamontagna e caschi integrali. “Si tratta di un segnale che va in direzione dell’attuazione della legge. Da laico, non sono animato da alcun intento anti-religioso, ma ritengo che una normativa italiana esistente vada rispettata e applicata. A prescindere da quale sia l’indumento o lo strumento che nasconde un’identità. Non parliamo infatti solo di abbigliamenti islamici, il divieto deve valere anche per chi, supponiamo allo Sportello Unico, entra con il passamontagna.

Sull’aspetto ulteriore legato alla religione, non posso comunque non rimarcare che nello stesso mondo islamico, tutto ciò che copre il volto e il corpo di una donna è oggetto di dibattito. Non mancano grandi imam, come quello sunnita del Cairo, che hanno definito il burqa contrario al Corano e frutto solo di retaggi tribali. Nel mondo occidentale, coprire una donna con tali indumenti, imprigionarcela, è contrario a ogni norma sui diritti umani e la dignità femminile. Su tali terreni non possiamo retrocedere”.

Martedì, 1 Marzo, 2016