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"Chi vota nell'interesse dei cittadini e chi in quello del partito"

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Scatizzi (Nuovo Polo per Arezzo): “Ho votato si al Regolamento di Polizia Urbana perché rispecchia gli interessi della città. Non ho salvato una maggioranza autosufficiente. Il PdL rappresenta una politica fuori dalla storia”

Il voto sul Regolamento di polizia urbana è stato lo specchio delle diverse interpretazioni del “fare politica” e di rappresentare i cittadini all’interno dell’istituzione pubblica.
Sintetizzo il mio: mi sono candidato e sono stato eletto per rappresentare gli interessi dei cittadini. La conseguenza è che valuto ogni idea, ogni progetto, ogni atto amministrativo con questa chiave di lettura. Se ritengo che rispetti gli interessi generali e che sia quindi anche coerente con il programma elettorale della mia lista, il voto è ovviamente favorevole.
Provo a sintetizzare un’interpretazione diversa da questa che si è manifestata anche ieri: idee e progetti vengono valutati sulla base di un’arcaica e dannosissima “filosofia politica” che trasforma la sede istituzionale in un virtuale gioco di ruolo nel quale non hanno importanza i contenuti (e quindi gli interessi dei cittadini) ma gli equilibri politici, i presunti spostamenti, le auspicate migrazioni. E dove, soprattutto, conta la spasmodica voglia di visibilità: sempre e comunque.
Vorrei quindi ricordare al capogruppo del PdL che i voti del sottoscritto e del consigliere Lucherini non hanno “salvato” nessuno e non sono stati in alcun modo determinanti. La maggioranza si è divisa ma questo non ha comunque determinato la sua non autosufficienza. Io ho votato a favore sulla base della lettura dell’atto, del lavoro della Commissione, del dibattito consiliare. Elementi che, sulla base di un’analisi priva di pregiudizi, avrebbero dovuto registrare il voto positivo anche del PdL, visto il suo atteggiamento sia in Commissione che in Consiglio.
Invece hanno prevalso altre logiche, quelle che oggettivamente rischiano di consegnare il PdL alla storia e di rendere questo partito l’arcaico rappresentante di un modo di far politica che i cittadini non comprendono più.

Giovedì, 1 Marzo, 2012