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La cerimonia di commemorazione di Sante Tani, Giuseppe Tani e Aroldo Rossi

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Nel carcere di Arezzo, il ricordo degli eroi della Resistenza

Il Presidente della Provincia Roberto Vasai, gli assessori del Comune di Arezzo Lucia De Robertis e Marco Donati, accompagnati da una delegazioni di consiglieri comunali formata da Elisa Bertoli, Alessandro Caneschi e Luigi Scatizzi, si sono recati al carcere di Arezzo in occasione della cerimonia di commemorazione in ricordo del sacrificio delle medaglie d’oro Sante Tani, Giuseppe Tani e Aroldo Rossi trucidate nella casa circondariale durante il secondo conflitto mondiale.
La cerimonia è organizzata ogni anno dalla Confederazione provinciale tra le associazioni combattentistiche di Arezzo.
La delegazione è stata guidata dal direttore del carcere Paolo Basco nella cella dove vennero prima rinchiusi poi uccisi i tre prigionieri: qui è stata deposta una corona sotto la targa che ricorda l’eccidio.
“La cella per noi – ha ricordato Basco – è un sacrario, un monito. Anche se siamo chiamati a dare applicazione alla pena, questa non potrà mai costituire strumento per l’annientamento dell’uomo. Al contrario, nostro obiettivo è da sempre l’umanizzazione del carcere”.
“La Provincia di Arezzo, nel cui gonfalone è appesa la medaglia d’oro alla Resistenza non poteva non essere qui”, ha ricordato il Presidente Roberto Vasai, mentre per Lucia De Robertis “bisogna essere capaci di portare fuori da questa cella la testimonianza e farci carico del ricordo. Il Comune di Arezzo tiene a questa ricorrenza, al bagaglio di eroismo e di valori morali portato avanti fino al sacrificio da persone che in un momento di crisi come l’attuale vanno additate a esempio”.
Sante Tani, presidente della locale sezione del Comitato di liberazione nazionale, suo fratello Giuseppe, parroco di Casalenovole, e Aroldo Rossi, commerciante, vennero prima tradotti in carcere, poi sottoposti a stringenti interrogatori e torture, infine ricondotti in cella dopo un tentativo di liberazione da parte di un gruppo partigiano. Qui i fascisti aprirono il fuoco con i mitragliatori e li massacrarono. Correva il giorno 15 giugno 1944. La cella conserva ancora nelle pareti i fori provocati dalle pallottole.
Praticamente un mese dopo, Arezzo pagava un altro tremendo tributo di sangue con la strage di San Polo a cui seguì, a distanza di due soli giorni, la liberazione della città il 16 luglio. E a proposito di 16 luglio, Stafano Mangiavacchi, vice presidente nazionale dell’Istituto del Nastro Azzurro ente morale, ha ricordato come “quest’anno la cerimonia che commemora la liberazione di Arezzo dal nazi-fascismo si celebrerà al cimitero degli inglesi di Indicatore. È giusto ricordare il tributo di 1267 soldati alleati morti per la nostra libertà e democrazia. Desidero infine esprimere un ulteriore omaggio alla memoria e un auspicio. La memoria è diretta verso il tenete belga e studente universitario Jean Miuret e il partigiano di Alessandria Giuseppe Oddone che morirono nel tentativo di liberare i fratelli Tani e Rossi. L’auspicio è che dopo il restauro del carcere, la cella diventi un luogo di visita soprattutto per gli studenti”.

Venerdì, 1 Giugno, 2012