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Castro-Bicchieraia: le casse di espansione per la riduzione del rischio idraulico

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Difesa del suolo e della città da fenomeni atmosferici calamitosi, priorità di Comune e Provincia

Piano Strutturale e Regolamento Urbanistico prevedono un complesso sistema di casse di espansione per un totale di 393.000 m3 e una serie di interventi ritenuti come prioritari. In particolare, tra questi ultimi, vengono identificati quelli sul bacino dei torrenti Castro – Bicchieraia, uno sull’asta idraulica del torrente Valtina e uno sul torrente Sellina.
“In una ulteriore scala di importanza - ha esordito l’assessore alle opere pubbliche del Comune di Arezzo Franco Dringoli - si è ritenuto opportuno realizzare innanzitutto gli interventi sul bacino Castro-Bicchieraia la cui esondazione avrebbe effetti diretti sul centro urbano. Un evento alluvionale come quello del 1934, oggi sarebbe disastroso. Tali interventi sono dunque in grado di favorire l’abbattimento in maniera efficace, per quanto non risolutiva, del rischio idraulico che grava su di esso. Ricordo che il Comune di Arezzo commissionò negli anni passati uno studio che valutò in 100-150 milioni di euro il danno economico di un evento atmosferico pesante, che nei secoli si è ripetuto a cadenza duecentennale, capace di interessare oggi oltre 35.000 cittadini. Numeri che danno il senso della gravità della situazione che dovremmo fronteggiare. Regione e Autorità di Bacino hanno condiviso questa progettazione. Per quanto riguarda la Regione, faremo con essa un accordo di programma grazie al quale finanzierà il 70% di circa 5.800.000 di euro. Per quanto riguarda questo primo intervento sul Castro, abbiamo già i decreti di finanziamento regionali”.
Antonio Perferi, assessore alla difesa del suolo della Provincia di Arezzo: “al primo posto nella classifica delle catastrofi che devastano il nostro Paese, troviamo le alluvioni e le frane, segno dell’estrema fragilità del territorio nazionale dal punto di vista idrogeologico e della scarsa efficienza di politiche territoriali di previsione e prevenzione. Alcuni fattori hanno sicuramente aggravato il dissesto e portato di fatto a una riduzione dei tempi di scorrimento delle acque. Rimangono comunque più di mille Comuni italiani, compreso Arezzo, che tuttora vivono sotto la minaccia di alluvioni. L’agglomerato urbano si è andato espandendo nelle zone a valle dopo aver occupato, praticamente fino al 1870, solamente il rilievo del colle di S. Donato. Dringoli ha citato i finanziamenti regionali, Comune e Provincia mettono poi a disposizione di questo progetto 925.000 euro a testa, un fatto non secondario in un momento come l'attuale. La Provincia è inoltre ente attuatore per un importo di 525.000 euro di un intervento per la riduzione del rischio idraulico delle aree contermini al rio Sellina in località Montagnoro. Stiamo infine per realizzare il progetto di riassetto idraulico del torrente Cerfone e delle aree contermini all’abitato di Palazzo del Pero che ha come finalità principale quella di impedire che le acque di piena investano direttamente l’abitato. Importo di circa 1.200.000 euro”.
Il Sindaco Giuseppe Fanfani: “i cittadini di Arezzo hanno motivo di essere rassicurati ma anche arrabbiati perché con i loro soldi sono stati fatti errori urbanistici madornali. Marchionna e Pantano dovevano essere realizzati dopo la posa in essere delle casse di espansione. Invece di queste ultime ci si è dimenticati. L'amministrazione che presiedo, al Pantano ha impedito che si continuasse a costruire. Un'altra prassi poco virtuosa è quella di allacciare tutti a fognature sottodimensionate. Senza considerare altre urbanizzazione limitrofe a corsi d'acqua come Via Beato Angelico a ridosso del Castro. Stiamo dunque aiutando a risolvere un problema frutto di tanti sbagli. L'urgenza di intervenire è dettata dai fenomeni atmosferici che stanno diventando 'estremi' anche da noi”.
Il progetto “Casse di espansione” ha conosciuto la sua premessa il 12 aprile 2007 quando fu sottoscritto il “Protocollo d’intesa per la salvaguardia dei corsi d’acqua e per la riduzione del rischio idraulico nel Comune di Arezzo”, tra la Provincia e il Comune. Partendo quindi da questo atto che evidenziava delle parti di territorio su cui realizzare interventi strutturali, la scelta è stata quella di andare avanti con tutti i livelli di progettazione su quegli interventi ritenuti imprescindibili per la mitigazione del rischio.
Nel bacino Castro-Bicchieraia sono previste casse di espansione da realizzarsi in due lotti successivi per un totale di 195.000 m3 ripartiti tra i 104.000 m3 per le 4 sub-casse denominate Castro A1-A4 e 91.000 m3 per la cassa Bicchieraia B3. Le sub casse del Castro sono immediatamente realizzabili e per esse è stato già redatto il progetto esecutivo. I cittadini sono stati informati dell'avvio dell'opera pubblica anche in merito alle procedure di esproprio. La cassa di espansione sul Bicchieraia necessita peraltro, prima della sua realizzazione, di interventi di adeguamento della sezione idraulica del borro di Covole, che insieme al Peneto dà origine al Bicchieraia.
I benefici che si possono trarre dalla loro realizzazione sono identificabili sia in termini di riduzione delle aree allagate sia in termini di maggior tutela offerta a beni e persone. Tali casse di espansione sono state modellate per il tradizionale tempo di ritorno dei fenomeni atmosferici, i suddetti 200 anni, ma anche per il tempo di 100 anni al fine di evidenziare su più scenari la loro efficacia. A tale proposito: le opere in questione sono in grado di ridurre di oltre il 62% le aree allagate nell’evento duecentennale e dell’85,7% l’area allagabile del centro cittadino. Quest’ultimo valore giunge quasi al 90% nel caso di evento centenario. A fronte di una pioggia costante non saremmo in pericolo, è la pioggia breve ma intensa a dovere essere temuta. Sott'acqua potrebbero andare non solo il Pantano ma una vasta area della città che dalla zona Giotto arriverebbe a Via Vittorio Veneto e Saione.

Lunedì, 1 Ottobre, 2012