Chi è stato eletto dai lavoratori ha il dovere di rappresentare e difendere i loro legittimi interessi. Ha il diritto di scegliere le forme di lotta che ritiene più adeguate. Ma ha anche il dovere di non creare conflittualità tra questi lavoratori e la comunità di cui essi fanno parte. Tentare di “spezzare” la lancia della Giostra per marcare il punto del premio di produttività è un brutto segnale da parte della Rsu. Sia alla città che agli stessi dipendenti. La Giostra non è del Comune e tanto meno dei suoi lavoratori: è dell’intera città e una “parte” non se ne può appropriare per una vertenza sindacale.
Scegliere di esercitare il diritto di sciopero in un momento così importante per la vita della comunità, sia dal punto di vista emozionale che economico, è uno strappo non con l'Amministrazione Comunale ma con la città intera e rischia di essere un boomerang non solo per i sindacati che promuovono l'agitazione, ma anche per tutti quei dipendenti comunali che avvertono un grande disagio nel dover compromettere lo svolgimento di una festa così sentita.
Ma la Giostra s'ha da fare comunque. Perchè la città non può essere ostaggio di nessuno, perchè chi sarà ospite della nostra comunità dovrà trovare la migliore accoglienza, perchè tante persone si metterebbero a disposizione dell'Istituzione per la riuscita dell'evento. Ma soprattutto perchè legare la Giostra del Saracino alla questione del salario di produttività (dopo aver rifiutato anche l'ultima proposta con 1800 euro lordi garantiti per tutti i dipendenti) non è rispettoso dei tanti ragazzi volontari (molti dei quali giovani laureati e comunque tutti precari) che si impegnano tutto l'anno per rendere più bello lo spettacolo dei colori della nostra città.
Si corra Giostra dunque, sperando che il buon senso e la responsabilità prevalga su tutto il resto.