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La Biblioteca e la giovane narrativa italiana

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La Biblioteca Città di Arezzo chiama i giovani protagonisti della narrativa italiana. Autentici “casi” che negli ultimi anni si sono imposti all’attenzione dei critici e, soprattutto, dei lettori.

Il primo è il caso letterario del 2012: Sandro Bonvissuto ha scritto “Dentro” (Einaudi) che può essere letto come una storia al contrario, ma non è detto che si parli sempre della stessa persona in diverse fasi della vita: tre racconti che scavano… dentro, di grandissimo impatto emotivo, sul carcere, la scuola, l’amicizia, l’infanzia. E la paternità. Sopra tutto la scrittura, sintetica, chiara, e il tempo della narrazione risolto con misura. Per Sandro Bonvissuto, romano laureato in filosofia che lavora in una trattoria tipica della capitale, si è trattato dell’esordio. Una prova che spiazza e fa riflettere. L’autore e il libro saranno presentati dalla presidente dell’istituzione Sandra Rogialli e dal giornalista Marco Caneschi sabato 22 febbraio alle 17,30 per l’occasione alla Feltrinelli.

Il racconto sul carcere è il primo, certamente il più ambizioso. “Dentro” il quotidiano carcerario come reagisce l’essere umano? “Dentro” il carcere si riesce a capire il muro, la sua essenza: «il più spaventoso strumento di violenza esistente. Non si è mai evoluto, perché è nato già perfetto». Non è una cosa ma «un’idea che fa male».

Da una cella si passa a una classe, ed è il secondo racconto: Bonvissuto narra del sodalizio tra due adolescenti, un sodalizio tenace che resiste ai cambi di banco e alle madri. C’è un’intimità fortissima che emerge in queste pagine, anche perché l’ultimo banco, quello prescelto dai due ragazzi, è un po’ come un solco scavato con il resto della classe.

Infine la trasmissione adulto-bambino. Il terzo racconto è di una tenerezza che chiunque vorrebbe tornare a provare. Perché un po’ tutti abbiamo voluto imparare ad andare in bicicletta, abbiamo voluto imparare a cadere di bicicletta. Un rito propiziatorio grazie al quale cogliere la frastornante felicità dell’essere bambini, l’unica età della vita in cui ci siamo sottratti alla dittatura del tempo e dello spazio: «bambini e orologi sono due cose incompatibili» e ancora «l’infanzia non ha case, l’infanzia ha strade».

Sabato, 1 Febbraio, 2014